Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliSan Giovanni Valdarno (Arezzo). Evaporazioni, ritardi, cancellazioni, variazioni, modulazioni: «Ripensare il medium: il fantasma del disegno», a Casa Masaccio il 17 ottobre a cura di Saretto Cincinelli e Cristiana Collu, nuovo direttore della Gnam di Roma (fino al 15 novembre) prende le mosse dal titolo del celebre saggio di Rosalind Krauss per indagare non già il disegno, ma il suo il fantasma ovvero l'idea di disegno in «campo allargato» nell’arte degli ultimi decenni.
Vari spazi cittadini accolgono il percorso espositivo, che si svolge nell’ambito del progetto regionale Cantiere Toscana Contemporanea: Casa Masaccio, Casa Giovanni da San Giovanni, Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, Palazzo Corboli, Palazzo Panciatichi-MKSearch Art.
Tra gli artisti presenti oggi sulla scena internazionale, paradigmatici di questa ricerca, e anche assai poetici, i «Re/trato» di Oscar Muñoz, video nei quali una mano disegna i tratti di un volto, ma il medium utilizzato e il supporto cancellano via via i suoi sforzi, facendo evaporare la figura, o le «Other Faces» di William Kentridge, basate sui «Drawing for Projection», nei quali via via le cancellazioni, animandosi nella pellicola, incorporano il processo produttivo; vi è poi Robin Rhode, con «disegni» il cui spazio concettuale e fisico evoca la continua tensione tra bidimensionalità e tridimensionalità, tra stasi e moto; e infine il tentativo di Sophie Whettnall di circoscrivere fisicamente l’ombra della finestra portata nel suo studio, che invece muta ineluttabilmente.
Ma la mostra si snoda in una riflessione più ampia, che non solo rievoca figure cardine come Ketty La Rocca, nei cui lavori la dimensione fotografica evolve verso quella segnica sempre più evanescente, ma attraversa correnti e paesi diversi, mostrando la varietà e la convergenza di certe meditazioni, e ponendo a confronto artisti ormai storicizzati ad altri più giovani della scena italiana e internazionale. Materializzare il segno (dal ricamo all'installazione, alla performance, alla scultura) come Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Massimo Bartolini, Daniela De Lorenzo, Andrea Santarlasci, Francesco Carone, Giulia Cenci, Connie Dekker, Chiara Bettazzi-Emma Grosbois, Jaume Plensa, Davide Rivalta, o invece tendere a cancellarlo tramite processi diversi, quali la combustione ecc. (Sol LeWitt, Emanuele Becheri, Massimo Barzagli, Paolo Meoni, Marius Engh, Ignacio Uriarte, Franco Menicagli, Rolando Deval, Chiara Camoni, Luca Bertolo, Massimiliano Turco): processi che portano comunque gli artisti a concepire il supporto come qualcosa di non esistente a priori, ma che si genera assieme al gesto segnante, dinamico energetico, una sottotraccia (un fantasma).
Ri-pensare il medium significa concepire il disegno in una dimensione di apertura continua e di in-finitezza essenziale, e non solo nella funzione, attribuita da secoli, di rendere visibile un’idea (il «primato del disegno» di cui scrive Vasari). D’altronde ricorderemo che la nascita mitica della scultura sia da Plinio il Vecchio riferita al segno tracciato sul muro dalla fanciulla di Corinto, figlia del vasaio Butade, per circoscrivere alla luce della lanterna l’ombra del profilo dell’amato dormiente, in procinto di partire. L’azione del disegno è fin dall’inizio mediata, filtrata, indiretta (e qui pensiamo agli scritti di Derrida (Memoires d'aveugle) con uno scarto interno che comprende la possibiltà dell’oblio: «Sta a fondamento del disegno la cosa, il reale mentre si sottrae, l'essere mentre dilegua», scrive infatti Massimo Carboni. Il catalogo reca un contributo inedito di Jean-Luc Nancy estratto da Le Plaisir du dessin di prossima pubblicazione presso l'editore Mimesis, per la cura di Massimo Villani.
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