Per Helmut Newton (Germania, 1920-Usa, 2004) è il corpo nudo di una donna che si muove sul bagnasciuga, per Martin Parr (Regno Unito, 1952) sono gli occhialini di plastica blu della signora intenta a prendere il sole, per James Andanson (Francia, 1946-2000) è il tuffo nudo e goffo di Gianni Agnelli che segna una pagina indelebile del paparazzismo e che fa eco al più elegante e altrettanto celebre tuffatore immortalato da Nino Migliori (Bologna, 1926).
Il mare, con la sua simbologia che rimanda al divertimento, alla seduzione, al riposo, ma a volte anche al lavoro, è protagonista assoluto delle oltre 80 stampe, vintage e moderne, che Angela Madesani ha selezionato per la mostra «Profondo come il mare. La collezione di Rita e Riccardo Marone», organizzata dal Comune di Senigallia e prodotta da Nomos Edizioni.
«Si tratta di una mostra con una doppia valenza», spiega la curatrice. «La prima è legata all’ambito storico-collezionistico, la seconda, di matrice iconografica, è legata alla storia della fotografia». Con accostamenti estetici e concettuali fra opere di epoche e generi diversi, l’allestimento si apre con un grande dittico a colori di Angelo Antolino (Napoli, 1979) sui container del porto di Napoli e si chiude con lo stesso soggetto ritratto da Francesco Jodice (Napoli, 1967), a suggerire la città d’elezione della mostra e del collezionista.
Di Napoli, infatti, Riccardo Marone è stato assessore e sindaco, ideando le celebrate e straordinarie «Stazioni dell’arte» della metropolitana e non lasciando mai la propria casa panoramica sul golfo. «C’è un rapporto viscerale e quasi inconscio con il mare di Napoli», confida il collezionista, «tanto che non lo percepisco quasi più, ma c’è, è lì, dentro di me (..). In alcuni luoghi ogni momento della vita umana avviene sulla sponda del mare».
Quasi a navigare fra le tante rappresentazioni del soggetto, in un arco cronologico che copre circa un secolo, troviamo le fotografie di grandi maestri come Henri Cartier-Bresson (Francia, 1908-2004), Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930), Luigi Ghirri (Scandiano, 1943-Reggio Emilia, 1992) e Franco Fontana (Modena, 1933), insieme al delicato nudo anni ’20 di Edwin Bower Hesser (Usa, 1893-1962), al bucato steso sulla spiaggia di Riccardo Moncalvo (Torino, 1915-2008), al racconto ironico di Federico Patellani (Monza, 1911-Milano, 1977) sulla nuova moda dei bikini nell’Italia del Dopoguerra. E ancora il grande formato a colori di Armin Linke (Milano, 1966) dialoga con la delicatezza dello sguardo di Gabriella Mercadini (Venezia, ?-Roma, 2012) e con il bianco e nero immaginifico di Raffaela Mariniello (Napoli, 1962) nella sua serie su Bagnoli.
Dalla spiaggia di velluto alle sale di Palazzo Ducale, fino al 13 ottobre nella «città della fotografia» non si vede che mare.