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Erica Roccella
Leggi i suoi articoliIl mercato delle stampe va forte, è un dato di fatto. A dirlo è l'ultimo Art Basel & UBS Survey of Global Collecting: sembra che gli HNWI (gli individui ad alto patrimonio netto) abbiano acquistato il 35% di stampe in più sia nel 2023 che nella prima metà del 2024, e che proprio «stampe, multipli e fotografie» rappresentassero il 24% delle loro collezioni lo scorso anno, un aumento del 16% rispetto al 2023. Non stupisce insomma che la London Original Print Fair, dal 20 al 23 marzo 2025, festeggi in pompa magna il suo 40esimo anniversario, con 40 espositori internazionali che provengono da ogni parte del globo. E dire che nel 1985, al suo debutto londinese, la fiera nasceva come semplice aggregatore, c’erano appena 16 stand e a presenziare era un drappello di aficionados, tutti alla ricerca dei fantomatici vecchi maestri – ma a prezzi più accessibili, niente a che vedere con i costosi equivalenti su tela. Con una differenza sostanziale: «Alla primissima London Original Print Fair, oltre i tre quarti dei booth trattavano soltanto stampe di Old Masters», spiega a «Il Giornale dell’Arte» Helen Rosslyn, storica direttrice della fiera. «Oggi, invece, la maggior parte di loro espone stampe contemporanee». Si è rovesciata la situazione, di pari passo con la domanda internazionale: «Diverse importanti gallerie hanno creato negli ultimi anni i propri dipartimenti di edizioni, si sono rese conto che le stampe sono più facilmente accessibili a un mercato più ampio. Quella che un tempo era un'area piuttosto specialistica del collezionismo, ora è diventata molto più diffusa, più condivisa». Quindi ecco Hauser & Wirth, il gigante blue-chip torna alla Somerset House con una selezione di opere di Rashid Johnson, William Kentridge, George Condo e Henry Taylor. All’appello anche White Cube, che presenta stampe di artiste donne ultra blasonate, vedi alla voce Tracey Emin (la sua personale è in corso a Palazzo Strozzi) e Ilana Savdie (nel 2023 era protagonista della mostra Radical Contradictions al Whitney Museum). Tin Man Art, al suo debutto in fiera, porta le stampe storiche di Stanley Donwood e una nuova serie creata con Thom Yorke. Mentre Advanced Graphics London espone una rassegna di opere dei Royal Academicians che ripercorrono ben quattro decenni, tanti quanti sono gli anni di LOPF, la London Original Print Fair.
«Come per molti settori, è davvero difficile generalizzare sulla salute del mercato delle stampe», rivela a «Il Giornale dell’Arte» Christian Collin, Presidente del CSEDT, Chambre Syndacale de l’Estampe, du Dessin et du Tableau. «Nel complesso sta andando piuttosto bene, ma bisogna guardare alla situazione economica di ogni Paese. Direi che i pezzi rari e molto costosi, in generale, continuano a vendere indipendentemente dal periodo; mentre, con l'avvento di Internet, i prezzi delle stampe meno rare sono scesi». Parlano ancora i numeri: stampe e multipli sono stati il secondo elemento di spesa complessivo (al 18%) per gli HNWI, secondo l’ultimo report targato Art Basel & UBS. Con risultati importanti raggiunti, di pari passo, anche nelle aste internazionali: vedi l’antico, dalla «Testa di orso» di Leonardo, 7x7 cm da £ 8,9 milioni (Christie’s 2021) al «Ritratto di Willem Hondius» di Anthony van Dyck, che ha fissato a New York il record su carta di $ 2,1 milioni (Christie’s 2024); vedi Novecento e compagnia, dove il pittore vivente più costoso, David Hockney, ha toccato il tetto con la sua «Day pool with three blues» (£ 10, 5 milioni, Christie’s 2019), a un anno esatto dal suo traguardo assoluto, ovviamente su tela, l’iconica «Pool with two figures» ($ 90,3 milioni, Christie’s 2018); mentre la superstar degli incanti René Magritte ha sbaragliato ogni record nel 2024, prima con «L’Empire des Lumières» da $ 121,2 milioni (Christie’s), poi con lo stesso soggetto, ma in versione on paper, una gouache da $ 18,8 milioni (Christie’s). Chiusa parentesi incanti.

Tracey Emin Itwasall AboutLoving you 2022 Screenprint on Somerset 400gsm 86.8 x 127.3 x 5 cm © Tracey Emin. All rights reserved, DACS 2024. Photo © White Cube (Ollie Hammick) London Original Print Fair 2025
Così nel 2022, anche la Ville Lumière vedeva nascere la sua fiera esclusivamente dedicata alla stampa, Paris Print Fair si chiama – ovviamente a marzo, ovviamente nella settimana del disegno, attivata dal Salon du Dessin. Tre anni più tardi, dal 27 al 30 marzo, ad andare in scena al Refectoire du Couvent des Cordeliers saranno le stampe di gallerie internazionali come la londinese Agnews (che porta tra le altre «The Adoration of the Shepherds» di Hendrick Goltzius, risale alla fine del Cinquecento), la viennese Galerie bei der Oper, specializzata in arte giapponese (include una stampa di Katsushika Hokusai della serie «Trentasei vedute del Fuji») e la milanese Il Bulino Antiche Stampe (occhi puntati sulla «Battaglia di Ponte Milvio» di Marco Dente, anni 1520-23). «Il mercato della stampa si è evoluto, si è verificato un calo di interesse per il XVIII secolo e l'inizio del XIX secolo», rivela ancora Collin a «Il Giornale dell’Arte», a proposito di trend – se di trend si può parlare, alla stregua dell’arte contemporanea. «Le stampe dal Rinascimento al XVII secolo vengono ancora collezionate, così come i maestri impressionisti e moderni. Ciò che è diminuito notevolmente invece è l'interesse generazionale per la decorazione classica, così come le scene galanti, la caccia, i cavalli, la storia naturale e la topografia».
New York, oltreoceano, chiude il quadro delle fiere marzoline. C’è la IFPDA Print Fair, al Park Avenue Armory dal 27 al 30 marzo, a celebrare oltre mezzo millennio di stampe e incisioni. Nata nel 1987, include il colosso Hauser & Wirth, e poi ancora Berggruen Gallery, Pace Prints, The Paris Review, Lelong Editions, Poligrafa Obra Gràfica. Menzione speciale per Utopia Editions, fondata nel 2021 da David Zwirner e interamente dedicata alle stampe contemporanee – nel booth le nuove litografie di Josh Smith dialogano con i titani Donald Judd, Ruth Asawa, Yayoi Kusama e Raymond Pettibon. Mentre la berlinese Jörg Maass Kunsthandel fa un bel numero con le stampe di Ernst Ludwig Kirchner, Otto Dix ed Edvard Munch. «Siamo entusiasti di accogliere una schiera globale di collezionisti, curatori di musei e nuovi arrivati alla IFPDA Print Fair di quest'anno, mentre presentiamo lo straordinario spessore della stampa nel corso della storia», ha affermato Anders Bergstrom, Presidente del Comitato della IFPDA Print Fair. «La fiera offre esemplari eccezionali provenienti dalle migliori gallerie e dai migliori editori di tutto il mondo, evidenziando al contempo la duratura vitalità e l’innovazione del mezzo della stampa». Ed è in buona compagnia, tra i grattacieli di New York: negli stessi giorni, dal 27 al 30 marzo, si tiene al Powerhouse Arts la primissima edizione della Brooklyn Fine Art Print Fair, la fiera nata dalla collaborazione con Fine Art Baltimore. 75 espositori totali e un’attenzione speciale alle gallerie emergenti e ai giovani artisti (con tanto di settore Generator che offre stand sovvenzionati, più inclusivi). Marzo è ufficialmente il mese della stampa, da Londra a Parigi a New York.

Katsushika Hokusai (1760 – 1849) Sazai Hall of the Temple of the Five Hundred Arhats (GohyakuRakan-ji Sazaidô) From the series: Thirty-six Views of Mount Fuji (Fugakusanjūrokkei) Original Japanese woodblock print, (ca. 25 x 36 cm) Paris Print Fair. Courtesy of Galerie bei der Oper

Paula Rego Rumpelstiltkin, 2016 Medium: Four plate etching printed with gold ink overlay on paper Paper dimensions: 45.5 x 56 cm Director’s Reserve 5 of 5, signed and numbered Full price: £5500 including VAT Tate Member’s price: £4950 © The estate of Paula Rego / courtesy of the estate of Paula Rego and Tate London Original Print Fair 2025

London Original Print Fair 2024
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