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Federico Florian
Leggi i suoi articoliEd Ruscha, il noto artista americano autore di «Large Trademark with Eight Spotlights» (un’enorme tela su cui campeggia il logo della 20th Century Fox) e dei celeberrimi «Word Paintings» (quadri che riportano frasi e parole dipinte in caratteri cubitali), è il protagonista di una mostra alla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino.
Più che un’esposizione personale, però, «Ed Ruscha: Mixmaster» è una rassegna collettiva che, accanto ad alcuni lavori di Ruscha, pone una serie di oggetti e manufatti presi in prestito dalle collezioni museali torinesi.
È naturale domandarsi quale sia la relazione tra il settantasettenne pittore americano e gli oggetti esposti: in primo luogo il fatto che sia stato Ruscha in persona a compiere la selezione, in seguito a una ricerca nelle collezioni locali; in secondo luogo, ciascuna di queste scelte riflette un’area di interesse dell’artista, offrendo una rappresentazione indiretta del gusto estetico di questo protagonista dell’arte contemporanea.
La mostra, a cura di Paolo Colombo e aperta dal 7 novembre all’8 marzo, è suddivisa in sette spazi, ciascuno corrispondente a un «capitolo»: a introdurre la narrazione sono alcune opere originali di Ruscha (tra cui la litografia del ’63 «Twentysix Gasoline Stations», il pastello «Smells like the back of old hot radio» del ’76, e il dipinto «Standard Station Study», realizzato nel 1986), le quali istituiscono un legame estetico e tematico con gli altri oggetti in mostra.
L’esposizione è concepita come parte di un progetto del museo che la ospita sul concetto di collezione: nello specifico si propone di esplorare il rapporto tra collezionismo e produzione artistica.
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