La diaspora africana, con la sua storia complicata e terribile ma anche foriera di meravigliosa musica, arte e letteratura, è sempre più al centro dell’attenzione del mondo politico, storico, filosofico e culturale, specie negli ultimissimi anni. Il filosofo e sociologo William Edward Burghardt Du Bois, e più di recente, gli storici Robin Kelley, Patrick Manning e il professore di «Cultural Studies» Paul Gilroy, che ha coniato il concetto di «Black Europeanness» e di «Black Atlantic», hanno ampiamente contribuito allo sviluppo degli studi in merito. Il jazz, il reggae e il rap sono solo alcuni prodotti della diaspora africana.
Dal 15 dicembre al 3 agosto 2025, il Lacma di Los Angeles presenta la mostra «Imagining Black Diasporas: 21st-Century Art and Poetics», a cura di Dhyandra Lawson e Andy Song e che comprende opere di oltre 60 artisti che vivono e lavorano in Europa, in Africa e nell’America del Nord e del Sud. Il percorso include personalità affermate come Igshaan Adams, Mark Bradford, Sanford Biggers, Nick Cave, Deana Lawson, Ibrahim Mahama, Abdoulaye Ndoye, Wangechi Mutu, Lorna Simpson e Yinka Shonibare, ma anche artisti emergenti o semiemergenti come Tunji Adeniyi-Jones, Josué Azor, Samuel de Saboia, Susana Pilar Delahante Matienzo, Chioma Ebinama e Paul Mpagi Sepuya.
Oltre 70 opere, tra dipinti, sculture, fotografie, opere su carta e «time-based media» sono esposte secondo quattro temi: «parola e silenzio», che esplora l’infinito potere del linguaggio, «movimento e trasformazione», che esamina il movimento del corpo ma anche l’effetto del movimento di grandi masse e storie di immigrazione, «immaginazione», tra arte astratta e collage, e «rappresentazione», che ha la fotografia come protagonista. Nel 1839, quando la nuova straordinaria invenzione della fotografia fu presentata al mondo, Frederick Douglass, il più importante leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani del XIX secolo, disse subito che questo nuovo strumento tecnologico avrebbe trasformato il modo in cui l’umanità avrebbe guardato sé stessa e al mondo esterno. Michael Gowan, direttore e ceo del museo ha detto recentemente: «Più della metà delle opere in mostra sono recentissime acquisizioni del Lacma che si è impegnato a valorizzare gli artisti di origine africana, ovunque risiedano, e punta, nel prossimo futuro a creare una collezione di arte contemporanea che sia più internazionale ed eterogenea possibile».