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Redazione
Leggi i suoi articoliNella Rotonda dei Mille a Bergamo è comparso da qualche giorno sulle spalle della scultura raffigurante Giuseppe Garibaldi un iper realistico bambino seduto a cavalcioni, che indossa una maglietta rosso garibaldino e finge con la mano di sparare in alto, con un gesto tipicamente infantile. La figura è una scultura di Maurizio Cattelan, che ha «annunciato» «Seasons», mostra inaugurata il 7 giugno, diffusa in tutta la città lombarda e curata dalla GAMeC-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. «One», il bambino in questione, ha sulle prime sconcertato o allarmato qualche passante, poi ha suscitato discussioni sul significato della figura e del gesto.
Al quotidiano «la Repubblica» l’artista ha spiegato di essere interessato al fatto che Garibaldi, personaggio della storia d’Italia tra i più noti e riconoscibili, oggi appaia come una «figura innocua», a differenza di ciò che rappresentava nel periodo in cui visse. «All’epoca faceva paura. Succede anche in arte: ciò che disturba, col tempo viene accettato, poi celebrato. Finché non arriva qualcosa a rompere di nuovo l’equilibrio». Così, forse, il bimbo intende «risvegliare» la figura dell’Eroe dei Due Mondi.
La mostra, allestita fino al 26 ottobre, si articola poi in altre «tappe»: all’ex Oratorio di San Lupo «Bones» è un’aquila, universale simbolo del potere sin dai tempi dei Romani, abbattuta sul pavimento. Un’icona della forza e del potere sconfitta? Una rottura del patto tra uomo e natura?
«November» è la scultura in marmo di un senzatetto sdraiato su una panchina con i pantaloni slacciati costretto a orinarsi addosso, una raffigurazione di fragilità assoluta che nella realtà il più delle volte genera indifferenza. Creata nel 2023, per «Seasons» è posta nella Sala delle Capriate a Palazzo della Regione, nella Città alta.
Alla GAMeC «No» è una rielaborazione dell’opera «Him», che ritraeva Adolf Hitler inginocchiato con un viso infantile. Qui il volto del Führer in miniatura è mascherato da un sacchetto, che pone un elemento di censura e di riflessione sulla rappresentazione del male. Sempre alla GAMeC, infine, si trova anche «Empire». La parola del titolo dell’opera è incisa su un mattone contenuto (e intrappolato) all’interno di una bottiglia di vetro. La forza del mattone imprigionato nel vetro potrebbe rappresentare un potenziale inespresso o trattenuto.