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Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliDopo un accurato restauro promosso da Venice International Foundation, a cinquant’anni dalla sua ultima apparizione al grande pubblico, che avvenne in occasione della mostra «Venezia ai tempi di Canova» nel 1978 al Museo Correr di Venezia, torna al centro di un’esposizione: «Gusto neoclassico. L’album Cicognara» si apre a Ca’ Rezzonico-Museo del Settecento Veneziano di Venezia dal 26 settembre fino al 12 gennaio 2026.
L’album, segnalato agli studi da Álvar González-Palacios nel 1970 e conservato nel Gabinetto dei disegni e delle stampe della Fondazione Musei Civici di Venezia, è composto da 80 fogli che documentano tutte le tecniche grafiche (matita, penna, gessi colorati e acquerelli). I disegni erano in origine fascicolati e conservati in una sontuosa custodia decorata con fregi in bronzo che incorniciano cammei all’antica e, al centro, una deliziosa miniatura con una Veduta di Venezia. Vedute, ritratti, paesaggi, scene di genere, animali, composizioni sacre e profane portano la firma dei maggiori autori del Neoclassicismo italiano, da Vincenzo Camuccini ad Andrea Appiani, da Giuseppe Bossi al giovane Francesco Hayez, ma anche francese, tra i cui autori si contano François-Marius Granet, Lancelot-Théodore Turpin de Crissé e Louis Léopold Robert. Erano tutti amici del proprietario da cui l’album prende il nome, il conte Leopoldo Cicognara (Ferrara, 1767-Venezia, 1834), una delle personalità più affascinanti della sua epoca.
Raffinato studioso, autore di monumentali pubblicazioni, Cicognara fu direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e a lui si deve la sistemazione delle Gallerie dell’Accademia che prendevano forma in quel momento con i dipinti provenienti dalle soppressioni napoleoniche. «Una sorta di liber amicorum che rappresenta la testimonianza della stretta amicizia con gli artisti del suo tempo, spiega il curatore Alberto Craievich. Oltre che testimonianza di un’intera vita passata fianco a fianco, fin dalla giovinezza, con alcuni dei più importanti artisti del suo tempo, l’album è di fatto un pegno d’amore. Si tratta infatti di una strenna che Cicognara realizza per l’onomastico (13 dicembre 1832) della moglie Lucia Fantinati Foscarini, che egli sposò in seconde nozze dopo la prematura scomparsa di Massimiliana Cislago. In queste pagine ripercorriamo l’intera l’esistenza e la catena d’affetti di uno dei protagonisti culturali dell’Italia di inizio Ottocento». Una speciale amicizia lo legava ad Antonio Canova, di cui Cicognara fu grandissimo estimatore e ammiratore: sono ben sei i disegni di Canova che appaiono nell’album. «Troviamo accostati studi preparatori per opere maggiori, oppure disegni “finiti” eseguiti espressamente per Cicognara, continua il curatore. Nell’insieme, un’opera unica, considerato sia il ruolo politico e culturale del collezionista, sia il numero degli artisti presenti, espressione di tutte le scuole artistiche del periodo».