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Il punto e mezzo di Testa

Nicola Pirulli

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A 23 anni dalla morte di Armando Testa (Torino, 1917-92), la sua città colloca un’opera scultorea nella piazza XVIII Dicembre, antistante la vecchia stazione di Porta Susa (nella foto, un render). La scultura, che si intitola «Sintesi 59» e deriva da una delle più fortunate idee pubblicitarie di Testa, per il vermouth Punt e Mes, rappresenta al meglio il suo stile, di estrema sintesi, di minimalismo, di essenzialità segnica.

Si andrà ad aggiungere alle circa 280 opere di arte pubblica presenti oggi sul territorio cittadino (dai neon colorati di Pistoletto a Porta Palazzo alla «Fontana Igloo» di Mario Merz lungo il passante ferroviario).

L’Amministrazione comunale ha deliberato la collocazione della scultura «anche in virtù dell’importanza che l’artista ha esercitato sul panorama internazionale dell’arte contemporanea. Le opere di Armando Testa, così come i suoi manifesti pubblicitari, fanno parte di importanti collezioni museali quali il MoMA di New York e lo Stedelijk Museum di Amsterdam».

E già nel 2001 una retrospettiva al Castello di Rivoli ne aveva celebrato la fertile carriera di pubblicitario, disegnatore e pittore. L’installazione e la manutenzione della stessa, per dieci anni, saranno a carico dell’agenzia Testa, promotrice, nella persona di Gemma De Angelis, vedova di Armando, dell’iniziativa, che oltre a ricordare il genio creativo dell’autore di alcune tra le più celebri campagne pubblicitarie italiane degli scorsi decenni (tra cui Lavazza, Martini, Borsalino), dona a Torino un’opera veramente simbolica del legame tra Testa e la sua città.

Nicola Pirulli, 14 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

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Il punto e mezzo di Testa | Nicola Pirulli

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