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Un dettaglio dell’Olimpichetto a Vicenza

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Un dettaglio dell’Olimpichetto a Vicenza

Il ritorno nella Basilica Palladiana dell’ambasciatore Olimpichetto

Dopo 1.500 ore di restauro, è stata ricomposta la riproduzione della scena del Teatro Olimpico di Palladio realizzata nel 1948 in scala quasi reale

Millecinquecento ore di restauro per realizzare il sogno di riportare in vita quello che a sua volta era stato un glorioso sogno. La mostra allestita nel Salone della Basilica Palladiana di Vicenza, «Olimpichetto. Il ritorno di un ambasciatore», a cura di Ivan Stefanutti (fino al 22 febbraio) racconta questa storia affascinante, nata dalle polveri delle distruzioni belliche e alimentata dall’entusiasmo del periodo della ricostruzione che rendeva possibile l’impossibile. Al centro, montata dentro la Basilica, la riproduzione, realizzata nel 1948 in scala quasi naturale, in gesso, tela e legno, completa di fronte scenico e di prospettive, nientemeno che del Teatro Olimpico di Vicenza, ultima opera firmata da Palladio e più antico teatro al coperto d’Italia.

La mostra non solo racconta la storia di quello che fu battezzato come l’Olimpichetto, ma la fa rivivere realmente, con l’ambizione di rendere duraturo ciò che è nato come effimero e far proseguire nel tempo un grande progetto. Lo hanno spiegato all’inaugurazione, il 19 dicembre, il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai e Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Generale Gallerie d’Italia, con l’assessore alla cultura Ilaria Fantin: Comune di Vicenza e Musei Civici, diretti da Valeria Cafà, con Intesa Sanpaolo, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio sono i promotori e curatori di questo progetto. 

Concepito nel momento in cui il vero Teatro Olimpico veniva ricollocato al suo posto, dopo che era stato smontato per proteggerlo dalle bombe, l’obiettivo dell’Olimpichetto era quello di portare la fama dell’Olimpico in giro per il mondo, facendone l’ambasciatore della cultura vicentina. Primo spettacolo fu l’«Edipo Re» diretto da Guido Salvini, figura chiave del teatro italiano tra le due guerre, regista del Maggio Musicale Fiorentino e collaboratore di Luigi Pirandello. L’opera toccò i teatri del mondo in un viaggio che è durato fino ai primi anni Duemila: da Londra, Parigi, Berlino, Madrid, Lisbona, Houston, Buenos Aires, fino ad alcune città italiane, ultima fu Catania nel 2006. Poi la decadenza nei magazzini comunali. 

Dalla curiosità dell’assessore Fantin e dalle ricerche di Stefanutti, e grazie al restauro, con interventi di pulitura, consolidamento e reintegrazione cromatica, concordato con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e affidato alle docenti e agli allievi di Engim, l’Olimpichetto ha ripreso vita, con l’idea di rimetterlo poi in viaggio o farlo diventare un nuovo teatro vicentino. Testimone di quella grande avventura, un’emozionatissima Susanna Egri, novantanove anni, che danzò sul palco dell’Olimpichetto accanto a Vittorio Gassman e a Nino Manfredi il 4 ottobre 1948 a Londra. Il suo racconto, in video, si può gustare nell’ambito della mostra documentaria che affianca la ricostruzione del teatro, con materiali d’archivio, fotografie, video e costumi. 

La Basilica torna a essere spazio scenico, come l’aveva pensata Palladio, su cui si terranno una serie di spettacoli, concerti e incontri (info, programma e prenotazioni sul sito).

Una veduta della mostra «Olimpichetto. Il ritorno di un ambasciatore» nel Salone della Basilica Palladiana di Vicenza

Camilla Bertoni, 22 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Il ritorno nella Basilica Palladiana dell’ambasciatore Olimpichetto | Camilla Bertoni

Il ritorno nella Basilica Palladiana dell’ambasciatore Olimpichetto | Camilla Bertoni