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Il rubino di Maria José

Bruno Muheim

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Le case d’asta conoscono benissimo le leggi del marketing e l’arte di rendere più appetibili i monili sovente noiosi messi in vendita dai loro clienti. Questa volta è ben diverso. Sotheby’s annuncia, per la prossima asta di Ginevra di gioielli dell’11 novembre, la vendita di un rubino montato in anello proveniente dallo scrigno di Maria José del Belgio, regina consorte d’Italia. Si tratta di una pietra meravigliosa, «sangue di piccione», d’origine birmana, di 8,48 carati. Il Gemological Institute of America (Gia) nel suo certificato tralascia il tono solitamente asciutto di questi documenti e descrive il donatore, che sceglie con gusto il regalo ideale per una sua amica in occasione delle sue nozze. Questa pietra sarebbe dunque stata un regalo di matrimonio del bibliofilo Tammaro de Marinis alla principessa Maria José del Belgio fidanzata con Umberto principe di Piemonte. Peccato che la storia sia diversa. Tutti i personaggi sono esistiti e hanno giocato un ruolo nella vicenda, ma la realtà è molto più eccitante e fa pensare al film di Max Ophüls «Madame de», con la regina Maria José interpretata da Danielle Darrieux e Tammaro de Marinis da Vittorio de Sica. Va ricordato che all’epoca la corte dei Savoia era estremamente bacchettona. Sarebbe stato impensabile per loro accettare come regalo di nozze un oggetto così personale come un anello da un uomo esterno alla famiglia e per di più da una persona non di alto rango. Questo anello, per la stessa qualità della pietra, può essere stato regalato solo dalle famiglie della sposa o dello sposo. La provenienza dunque può essere sia Orléans, Sassonia-Coburgo, Wittelsbach o Braganza per lei, sia Savoia e rami Aosta o Genova per lui. Passano diversi anni. La regina in esilio a Ginevra all’inizio degli anni ’60 lancia il suo premio di composizione musicale Reine Marie-José. Per lei è un momento finanziariamente assai difficile: la famiglia reale del Belgio è certo ricchissima ma la maggior parte del suo patrimonio è concentrato in Congo che sta vivendo un periodo molto turbolento. La regina non ha nessuna passione per i gioielli, vive molto ritirata dedicando il suo tempo a diverse attività intellettuali nelle quali è in frequente contatto con Tammaro de Marinis. Quindi vende questo anello per finanziare il suo premio. Ma de Marinis, che viene a saperlo, ricompra segretamente l’anello presso l’acquirente per offrirlo di nuovo a Maria José.

Negli anni ’90 la regina, molto anziana, offre il gioiello a sua figlia Maria Beatrice in vista delle nozze di Azaea, figlia di Maria Beatrice. La pietra sarà venduta di nuovo, si dice per un milione di dollari, cifra smentita da Maria Beatrice che parla di 500mila dollari. Il nuovo compratore la porta all’asta a Ginevra il prossimo 11 novembre con una stima tra 6 e 9 milioni di dollari

Bruno Muheim, 18 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

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Il rubino di Maria José | Bruno Muheim

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