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Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliIl settore delle guide a città d’arte è per definizione minato da obsolescenza: i luoghi cambiano e così le popolazioni, e un consiglio per un «must see» può in tempi brevi non essere più opportuno. Quando poi le guide mancano del polso della situazione almeno del momento in cui sono state scritte, l’irrilevanza è dietro l’angolo.
Il nuovo libro di Franco Cardini dedicato a Vienna viene presentato da Il Mulino come «libro imprescindibile per visitare una grande capitale, da uno dei più profondi conoscitori della storia europea» e come «vademecum per chiese, musei, teatri; per palazzi, caffè, botteghe artigiane». Nelle quasi 400 pagine del volume, il professore emerito di Storia medievale inizia dalla Vienna romana e procede via via fino ai nostri giorni, seguendo un proprio filo della memoria, ma la narrazione è costellata di sconcertanti svarioni storici, geografici, linguistici, alcuni dei quali davvero emendabili con una veloce ricerca sul web. Mancano elementi cruciali nell’evoluzione storica della città, e non si tiene conto di sviluppi sostanziali degli ultimi decenni. Ci si chiede naturalmente il perché, in un volume da 19 euro, che mancando di una visione approfondita sull’oggi non può essere usato come guida e non è un saggio, perché le inesattezze sono tante. Meglio sarebbe stato forse fare di quei ricordi un libro di vera narrativa, senza intenti di diventare «un filo d’Arianna lungo migliaia di anni e di vite umane».
Vienna. A passo leggero nella storia
di Franco Cardini, 392 pp., Il Mulino, Bologna 2024, € 19

La copertina del volume
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