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In ritiro per vent’anni nell’Himalaya
- Franco Deboni
- 03 aprile 2017
- 00’minuti di lettura

Franco Deboni
Leggi i suoi articoliIl 14 febbraio Gabriella Crespi, celebre creativa milanese, ci ha lasciato. Con eleganza inimitabile, nel corso della sua lunga vita ha saputo destreggiarsi negli ambienti più disparati, dalle fatue luci del jet set internazionale, dove comunque riuscì sempre a brillare senza per questo farsi coinvolgere troppo da mode e tendenze, sino alle esperienze mistiche più estreme, che la portarono, a un certo punto della sua vita, a ritirarsi per quasi vent’anni alle pendici dell’Himalaya, per completare quella ricerca del sé che l’aveva sempre affascinata e coinvolta.
La sua storia professionale, iniziata con studi d’Architettura, dopo un percorso creativo variegato, seppe raggiungere, negli anni Settanta e Ottanta le vette più elevate di un design minimalista e al tempo stesso sofisticato, senza per questo scordarne l’uso funzionale, ma anzi inventando soluzioni che ne moltiplicavano le potenzialità di fruizione. Volere inquadrare la sua opera entro gli angusti spazi di scuole o correnti è impossibile: Gabriella Crespi ha rappresentato un episodio creativo unico e inimitabile, caratterizzato da una forte componente spirituale, che solo in anni recenti ha iniziato a essere percepita per i suoi valori più profondi, che travalicano i limiti dell’elemento di arredo.
Ritiratasi nel suo meraviglioso eremo, nel cuore di Milano, circondata dai segni tangibili dei suoi percorsi creativi e spirituali, fino all’ultimo ha continuato a occuparsi di progettazione: è infatti dello scorso anno la sua ultima creatura, lo «Wave Desk» , ideale prosieguo delle sue opere più essenziali. La firma continuerà a operare, sotto la guida della figlia Elisabetta, da sempre attiva collaboratrice della madre, che si prenderà anche cura dell’Archivio a lei dedicato.