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Italia-Egitto, memorandum per il museo

Dopo un periodo di chiusura di cinque anni il museo di Alessandria, che ospita la più ampia collezione al mondo di arte greco-romana, sarà rinnovato grazie al contributo italiano, con apertura prevista tra 18 mesi. Il Museo greco-romano è chiuso dal 2008 per interventi di restauro sull’edificio e sulla biblioteca del XIX secolo. Tuttavia, una carenza di fondi e le conseguenze della rivoluzione del 2011 sono stati causa di un arresto dei lavori. Alla fine dell’ottobre scorso, Mohamed Ibrahim, direttore delle Antichità egiziane, ha firmato un memorandum di intesa con l’ambasciatore italiano in Egitto, Maurizio Massari, per ridare il via alla ristrutturazione del museo. Il mecenatismo italiano nei confronti dell’istituzione egiziana è di lunga data; il suo primo direttore, Giuseppe Botti, era italiano, così come i suoi successori fino alla rivoluzione del 1952. Il governo italiano finanzierà parte degli interventi; il resto del denaro proverrà da un programma di «debt swap» e dall’Agenzia Italiana per lo Sviluppo. I fondi saranno in totale 8 milioni di dollari e il museo dovrebbe creare 1.000 nuovi posti di lavoro. Si spera che l’accordo possa rafforzare la cooperazione tra Egitto e Italia, consentendo una condivisione di esperienze ed expertise. Il Museo greco-romano venne fondato nel 1892 dai membri di una piccola società nota come Athenaeum (oggi la Società Archeologica di Alessandria), preoccupati per il disperdersi di antichità in collezioni private. La collezione fu trasferita nella sua sede attuale, un edificio in stile greco, nel 1895, dove aprì le sue prime dieci gallerie. Da allora, il museo si è periodicamente ampliato, in particolare nei primi anni ’80. Oggi comprende 27 gallerie e uno spazio espositivo nel giardino, tutti dedicati a oggetti che vanno dal IV secolo a.C. al III secolo d.C. Gli interventi di recupero sull’edificio erano assolutamente necessari e saranno gestiti da un progetto congiunto tra le autorità egiziane e l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. Il consorzio ha ricevuto inoltre il permesso di lavorare nel cimitero nord di Saqqara, appena a sud del Cairo, e a Meedinet Maadi, nell’oasi di Faiyum. Oltre all’edificio in sé, ne trarranno beneficio anche le gallerie del museo di Alessandria che rinnoveranno le vetrine espositive, l’illuminazione, il sistema di aerazione e quello di sicurezza. Una parte del museo sarà dedicata ai bambini e un’altra alla ricerca. Prima della chiusura, il museo ospitava circa 40mila oggetti, tra cui mummie, una rara collezione di monete e statue, che sono state spostate in un deposito tra il 2008 e il 2010, in vista della ristrutturazione. Nel 2005, durante i lavori preparatori per la chiusura, lo staff trovò inaspettatamente in un magazzino sopra la biglietteria dati amministrativi su scavi locali e sulla storia del museo dagli anni ’90 dell’Ottocento ai ’70 del Novecento.

 
 

Garry Shaw, 25 febbraio 2015 | © Riproduzione riservata

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