Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Ludovica Zecchini
Leggi i suoi articoliC’è un capolavoro di de Heem pronto a riscrivere la storia in asta da Sotheby’s New York. Una sinfonia di petali che si apre come un’orazione silenziosa, un tripudio di forme che vibrano tra luce e ombra, è così che Jan Davidsz. de Heem (1606-1684) torna sulla scena internazionale con uno dei suoi lavori più sontuosi e ricercati: «Natura morta di rose, tulipani, gigli, papaveri, caprifoglio, un girasole, un iris e altri fiori in un vaso di vetro con due uccelli, una cavalletta e una lumaca», 1673-1674.
L’opera sarà battuta il prossimo 21 maggio, nell’ambito di una delle collezioni Old Master più grandi e preziose mai apparse sul mercato (collezione di Jordan e Thomas Saunders III). Con una stima tra 8 e 12 milioni di dollari, è la valutazione più alta mai assegnata a un dipinto di Jan Davidsz. de Heem, che si prepara a infrangere un nuovo record, consolidando la propria posizione come vertice insuperato del genere.
Nato a Utrecht nel 1606, l'artista si formò sotto l’influenza della scuola naturalistica olandese, in particolare di Balthasar van der Ast. Dopo un primo periodo tra Leida e Amsterdam, la sua carriera prese slancio ad Anversa, dove entrò nella Gilda di San Luca nel 1636. Qui, in un ambiente artistico cosmopolita, affinò uno stile che fondeva l’accuratezza analitica nordica con la sontuosità visiva del barocco fiammingo, diventando presto uno degli artisti più ambiti da mecenati di entrambe le parti del confine tra Province Unite e Paesi Bassi spagnoli.
Il dipinto all’asta, risalente al periodo di piena maturità artistica di de Heem, è un’opera di straordinaria complessità visiva e profondità concettuale. A differenza dei suoi più frequenti vasi sferici in vetro colorato, qui l’artista sceglie un vaso trasparente su base a balaustra, dall’eleganza austera, collocato con cura davanti a una nicchia di pietra dura su un piedistallo di marmo scuro. Nel bouquet, de Heem orchestra una sinfonia botanica: tulipani fiammanti, rose, gigli, peonie, narcisi, calendule africane, iris, fiori di melo e un imponente girasole al vertice. Tra i petali si intrecciano anche spighe di grano e fili d’erba, introduzioni originali che conferiscono movimento e tridimensionalità alla composizione.
Ma il quadro non si esaurisce in una descrizione floreale: è un microcosmo vitale popolato da creature animate – farfalle, falene, un bombo, un bruco, un grillo, una lumaca – e da due uccellini, un cardellino e una cinciallegra, posati con sorprendente naturalezza sul davanzale. Ogni specie è resa con tale esattezza da risultare identificabile, in una sintesi perfetta di osservazione scientifica e sensibilità artistica.

Jan Davidsz. de Heem, «Natura morta di rose, tulipani, gigli, papaveri, caprifoglio, un girasole, un iris e altri fiori in un vaso di vetro con due uccelli, una cavalletta e una lumaca», 1673-1674
Dietro l’apparente festosità del dipinto, emergono segni sottili di vanitas: un tulipano sfiorito, foglie rosicchiate, insetti distruttivi suggeriscono la fragilità della bellezza e la transitorietà dell’esistenza. Ma in de Heem, la decadenza non è mai fine a sé stessa: è parte di un elogio più ampio alla creazione divina, come sottolineato dalla presenza di una corona d’alloro nella parte inferiore e, soprattutto, di un’arancia matura – elemento iconografico legato alla Casa d’Orange.
Questo simbolo politico e dinastico richiama altri lavori dell’artista, come la celebre «Ghirlanda di fiori con ritratto di Guglielmo III», realizzata con Johannes van der Meer e oggi conservata al Musée des Beaux-Arts di Lione. In quegli stessi anni, de Heem lavorava per committenti olandesi vicini alla corte, utilizzando la pittura floreale come mezzo di celebrazione politica e religiosa. In una natura morta coeva, scrisse persino “Vivat Oraenge” su un’arancia, rivelando esplicitamente il significato dell’elemento.
Il dipinto in asta vanta una provenienza illustre. Passato probabilmente per la collezione viennese di Alexandre d’Allard, transitò poi tra le mani della baronessa Auguste Stummer von Tavarnok, quindi presso celebri gallerie come Leger e Alexander Galleries. È entrato nella collezione privata di Jordan e Thomas A. Saunders III nel 1999, acquistato privatamente da Sotheby’s. Esposto in prestigiose istituzioni, tra cui il Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra e il Virginia Museum of Fine Arts, ha riscosso unanime consenso critico.
La presenza in asta di un lavoro di tale raffinatezza arriva in un momento cruciale per la valorizzazione di de Heem sul mercato internazionale. Negli ultimi anni infatti si è assistito a una significativa riscoperta dell’opera del pittore olandese, come testimoniato da un’accelerazione nei risultati di mercato che lo hanno consacrato come uno degli Old Masters più ricercati all’asta. Il massimo storico risale al 2020, quando «A Banquet Still Life »(1653) è stato venduto da Christie’s Londra per circa 7,7 milioni di dollari. Nel 2021, un altro sontuoso banchetto firmato da de Heem ha raggiunto i 4,7 milioni, superando con decisione la stima iniziale. E ancora, nel dicembre 2022, Sotheby’s Londra ha battuto a 3,6 milioni di dollari la natura morta floreale «Still Life of Flowers in a Glass Vase with Insects and Fruits in a Stone Niche».
Dopo i risultati della master paintings part i dello scorso febbraio (totale 27,5 milioni di dollari) Sotheby’s continua a scommettere sul mercato degli Old Master che vive oggi un periodo di vivace entusiasmo. Se il martello confermasse le attese, de Heem potrebbe affermarsi definitivamente tra i grandi del barocco europeo, al fianco di Rubens e Rembrandt.
Altri articoli dell'autore
Nella Modern Evening Auction del 13 maggio, la maison punta su František Kupka (1871–1957), cogliendo e intercettando le più recenti dinamiche collezionistiche
«Am 3», in asta il 13 maggio a New York, ha la stima più alta mai posta su un’opera dell’autore: 3-5 milioni di dollari
Dopo anni lontano dal mercato, il dipinto torna protagonista sulla scena parigina il 9 aprile 2025.
«La reconnaissance infinie», realizzato dal pittore surrealista nel 1933, è il top lot della The Art of the Surreal, tra le aste di punta delle vendite londinesi in programma nella prima settimana di marzo.