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Gianfranco Ferroni
Leggi i suoi articoliBarbara Jatta, Andrea Monda e Massimo Osanna hanno presenziato all’inaugurazione della mostra «Filippo Sassòli. Invenzioni a due dimensioni» a Roma, nel Palazzo delle Esposizioni, nella serata di mercoledì primo ottobre (e fino al 9 novembre). Il numero uno dei Musei Vaticani, Jatta, che ha curato la mostra e il catalogo, e il direttore dell’Osservatore Romano, Monda, hanno valorizzato le riproduzioni delle illustrazioni pubblicate sul quotidiano della Santa Sede, oltre ai biglietti di Natale realizzati dal 1990 fino a oggi. E il direttore generale Musei del Ministero della Cultura, Osanna, ha guardato con attenzione le «Archigrafie romane» dell’artista, senza dimenticare le «Zoografie marine» e i «Chiusini romani». Tutto sotto la regia di Marco Delogu, che guida l’Azienda Speciale Palaexpo che ha realizzato la mostra.
Illustratore e disegnatore, Filippo (Roma, 1961) è il fratello dello scomparso David Sassòli, già giornalista del Tg1 e indimenticato presidente del Parlamento Europeo. Per Filippo, artista scelto dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi per la mostra celebrativa dei 140 anni dalla pubblicazione di Pinocchio sul «Giornale per i Bambini», il 7 luglio 1881, David non mancava mai di presenziare alla sue mostre, come per «Lo Zoo di Pinocchio», quando definì Collodi «capitale della cultura», sottolineando che quello inventato da Carlo Lorenzini (figlio di Domenico, il cuoco dei conti Ginori) è il personaggio letterario che più di tutti rappresenta il popolo italiano nel mondo.
Prossimo appuntamento con Filippo Sassòli, sempre nel Palazzo delle Esposizioni, è in programma il 21 ottobre, in occasione della presentazione del catalogo della mostra, di Iacobelli Editore, dove Jatta evidenzia la devozione dell’artista per «il segno grafico di Mantegna, di Dürer, di Raffaello, di Marcantonio Raimondi, di Jacopo de’ Barbari, di Parmigianino, di Piranesi, di Goya, di Esher e quello di disegnatori del calibro di Ottavio Leoni, per lo squisito puntinato, di incisori virtuosi come Robert Nanteuil e Claude Mellan e di centinaia di altri artisti lo hanno plasmato e si sono andati unendo all’attenzione delle cose, della natura e dei dettagli che ci circondano».

Filippo Sassòli, «Avanzi di Tempio detto dello Sport», 2020