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Lara Maria Ferrari
Leggi i suoi articoliA Busan, il cuore della 30a edizione del Festival cinematografico, che inizia stasera, 17 settembre, con il film di apertura «No Other Choice» del maestro Park Chan-wook, batte al ritmo di un rosso scarlatto. Non un colore, piuttosto un'onda d'urto che si riflette, tagliente, sulle carrozzerie lucidissime delle berline che trasportano le celebrità, per avvolgerle dando loro il benvenuto, ma anche in un certo senso per presentarsi, mettendole in guardia, alla coreana, offrendo loro il miglior biglietto da visita della manifestazione.
Pulsa il rosso dei neon tutt'intorno al Busan Cinema Center, a Centum City, la casa dei film per una decina di giorni, qui, riverberando la sua vivacità cromatica sulla grande città di mare, e ricevendone in cambio altrettanto entusiasmo. Tanti gli abitanti di Busan, e fra loro miriadi di teenager, che si sono messi in fila per assistere alla Opening Ceremony, dietro le transenne, con la per nulla segreta speranza ma dichiarata (sempre perché qui siamo in Corea) di entrare per un secondo nel campo visivo degli amatissimi Joo Min-hyeong, Suzy, Kim You-jung e Han Hyo-joo, solo per citare quelli assicurati sul red carpet, con in aggiunta quella che per noi sarebbe una vera sorpresa, e che invece da queste parti non è affatto inusuale. Parliamo di Lee Byung-hun, protagonista dell'opera di Park Chan-wook, che è anche il conduttore della cerimonia di apertura.
Tra di loro, contenti di essere in una delle culle del cinema asiatico e mondiale, Marco Bellocchio, tra gli ospiti d'onore, presente per una masterclass e una retrospettiva del suo lavoro; Juliette Binoche, un ritorno il suo, per incontrare il pubblico; Guillermo del Toro, regista del nuovo «Frankenstein», arrivato con la figlia e atteso per un Talk con il regista Yeon Sang-ho; Kazunari Ninomiya, che sarebbe un Idol se non fosse che è giapponese, terrà una «Actors' House» session; e Tony Leung Ka-fa, da Hong Kong, più che amato, venerato.
Il poster della rassegna che promette di porsi fra gli appuntamenti più rilevanti del cinema mondiale non è da meno. Una lingua di sabbia arancione, a indicare l'intimo legame con le sue magnifiche spiagge, è lo sfondo sul quale Choi Soon-dae, direttore artistico del festival stesso, ha disegnato un sigillo a simboleggiare l'identità del festival, e il numero 30, scritto in modo calligrafico a unire tradizione e modernità.
E se «No Other Choice» glorifica i talenti del cinema coreano, attraverso la storia di un uomo che viene licenziato e crolla rovinosamente, fino a sfaldare la fiducia in sé stesso e a prendere decisioni dissennate, siamo curiosi di assistere all'esperimento di meta-cinema di Lee Jongpil, che si intitola proprio «Time of Cinema» e si interroga sull'eterna domanda che annebbia le menti dei cinefili da sempre: che cos'è che ci spinge davvero in sala? I film, potremmo rispondere sbrigativamente, ovvero il loro spirito.
Staremo a vedere. Intanto al Biff l'energia del mare si unisce a un'estetica tagliente, dove ogni riflesso è un presagio e ogni arrivo un evento. D'altra parte, lo ha detto anche Park Chan-wook: «Busan ha il mare ed è ottima per scrivere sceneggiature».

La cerimonia di apertura del 30mo Busan International Film Festival si è svolta il 17 settembre al Cinema Center Open Air Theatre, dove l'attrice, regista, produttrice e sceneggiatrice taiwanese Sylvia Chang, la cui carriera abbraccia più di cinque decenni, è stata premiata con il Camellia Award 2025. Sylvia Chang, taiwanese di nascita, abbatte i confini generazionali e di ruolo in Asia Chang premiata con il 2025 Camellia Award per aver ampliato i percorsi delle donne registe

La pre apertura del festival, il 16 settembre, a Nampo-dong, in passato sede della manifestazione

La pre apertura del festival, il settembre, a Nampo-dong

La spiaggia di Haeundae, molto popolare a Busan

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