«L’Adorazione dei Magi» di Andrea Meldolla detto Lo Schiavone durante il restauro presso il Centro Conservazione e Restauro «La Venaria Reale»

Image

«L’Adorazione dei Magi» di Andrea Meldolla detto Lo Schiavone durante il restauro presso il Centro Conservazione e Restauro «La Venaria Reale»

L’Adorazione dei Magi scelta per il cardinal Borromeo

Dipinta a metà Cinquecento dallo Schiavone, è tornata nella sala 23 della Pinacoteca Ambrosiana di Milano dopo il restauro presso il Centro Conservazione e Restauro «La Venaria Reale»

Si chiamava Andrea Meldolla (Zara, 1510-15 ca-Venezia, 1563), dal luogo d’origine (Meldola, presso Forlì) della sua famiglia, ma poiché nacque in Dalmazia, dove il padre era funzionario della Serenissima, quando si trasferì a Venezia diventò per tutti Lo Schiavone, nome con cui allora si definivano gli abitanti delle terre slave di là dell’Adriatico. Della formazione e della vita dello Schiavone, che fu pittore e grande incisore, non si sa molto: probabilmente autodidatta, dovette formarsi sulla pittura di Parmigianino da un lato e della scuola veneta dall’altro. È singolare, però, che la sua prima opera documentata (perduta) gli sia stata commissionata nel 1540 da Giorgio Vasari in persona, per donarla a Ottaviano de’ Medici. Lo scrive Vasari stesso nell’edizione del 1568 delle Vite, dove la definisce «[una] delle migliori che Andrea Schiavone facesse mai».

Uno fra i suoi capolavori giunti invece sino a noi è «L’Adorazione dei Magi» della Pinacoteca Ambrosiana di Milano, museo che quest’anno ha raggiunto il record storico di 300mila visitatori. Del dipinto dello Schiavone non si conosce il committente ma sappiamo che fu inviato nel 1612 al cardinale Federico Borromeo (Milano, 1564-1631) dal suo consigliere Alessandro Mazenta, insieme ad altre opere di maestri veneti. La grande tela (185x222 cm), databile alla metà del ’500, entrò così a far parte della collezione del cardinale, che nel 1618 la conferì alla Pinacoteca Ambrosiana, da lui fondata, con gli altri capolavori di sua proprietà. 

La turbinosa composizione, attraversata da un dinamismo accentuato dall’imponente colonna tortile che la domina (lo Schiavone seppe ibridare le invenzioni del Manierismo con la lezione della grande pittura veneta), ha ritrovato la fulgente cromia originaria grazie all’intervento conservativo realizzato dal Centro Conservazione e Restauro «La Venaria Reale» che, dopo una campagna diagnostica che ha rivelato ripensamenti in fase di abbozzo e ha permesso di ricostruirne con esattezza la tavolozza, l’ha liberata dalle vernici ingiallite e dagli interventi precedenti di restauro restituendole la brillantezza dei colori scelti dal suo autore, e ha provveduto a integrare le cadute di colore anche grazie alle fotografie scattate all’opera sin dal primo ’900. Un intervento complesso, che è stato oggetto di un percorso di formazione per gli allievi del Corso di Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali (Università di Torino con il Centro Conservazione e Restauro «La Venaria Reale»).

Ora il grande dipinto è tornato nella sua sala della Pinacoteca Ambrosiana (la 23), inserito fino al 4 febbraio nella mostra, diffusa anche in altre sale, «Il Cammino dei Re», insieme a dipinti dello stesso soggetto di Tiziano (Sala 1), del Maestro del Santo Sangue (Sala vetrata dantesca) e di Morazzone (sala 15), mentre nella cripta di San Sepolcro è esposta una selezione di figure di Magi e di presepi, antichi e contemporanei, giunti dal Museo del Presepio di Dalmine. 

«L’Adorazione dei Magi» di Andrea Meldolla detto Lo Schiavone, Milano, Pinacoteca Ambrosiana prima del restauro

Ada Masoero, 03 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

L’Adorazione dei Magi scelta per il cardinal Borromeo | Ada Masoero

L’Adorazione dei Magi scelta per il cardinal Borromeo | Ada Masoero