Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliIl Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, la più rinomata sede espositiva di antichità della Sardegna, è ospitato dal 1993 nel complesso della Cittadella dei Musei intitolata all’archeologo sardo Giovanni Lilliu, in uno degli edifici realizzati tra il 1956 e il 1979 dagli architetti Piero Gazzola e Libero Cecchini per accogliere importanti musei cittadini rifunzionalizzando il regio Arsenale e recuperando le mura spagnole. Fa parte dei Musei Nazionali di Cagliari, istituiti dal MiC e dotati dal 2019 di autonomia speciale, insieme alla Pinacoteca, allo Spazio San Pancrazio, all’ex Regio Museo, agli spazi di Porta Cristina, alle Cannoniere cinquecentesche, al Teatro dell’Arco, al Palazzo delle Seziate e alla Torre di San Pancrazio.
«Il museo autonomo, sin dall’inizio della sua attività nel 2020, ha avuto tra i suoi principali obiettivi quello di trasformare in un sistema unitario le diversi sedi, espositive e non, e di “riannodare” i rapporti del museo con la cittadinanza, il territorio e, in generale, con tutti i suoi fruitori. L’ampio numero di partecipanti in presenza e da remoto alle iniziative culturali e il netto incremento dei visitatori confermano come tali scelte programmatiche vadano portate avanti, insieme a una graduale, profonda revisione degli allestimenti, come già avvenuto per la Pinacoteca», dichiara Francesco Muscolino, direttore del museo.
Il Gabinetto di Archeologia e Storia naturale, primo nucleo della raccolta aperto al pubblico nel 1802 in una sala del Palazzo Viceregio dal viceré Carlo Felice, si accrebbe nel tempo grazie a varie donazioni (Spano, Castagnino, Timon, Caput, Cara) e nuove campagne di scavo, richiedendo spazi espositivi sempre più adeguati alle nuove esigenze. Dopo diversi trasferimenti (Palazzo Belgrano, Palazzo Vivanet) e succedersi di direttori, nel 1904 venne costruito il Regio Museo Archeologico su progetto di Dionigi Scano, in luogo della Reale Zecca in piazza Indipendenza, dove la collezione rimase per circa novant’anni.
Articolato in quattro livelli espositivi, che si sviluppano attorno a un cavedio con vetrate e ballatoi che consentono una veduta dall’alto della città, il museo racconta una storia lunga più di 7.000 anni, che va dalla Preistoria al Medioevo, attraverso oltre 4.000 reperti neolitici e nuragici, fenicio-punici, romani, bizantini e medievali. Al percorso cronologico-didattico del piano terra, che nell’ambito del progetto di accessibilità «Museo Liquido» è stato dotato di nuovi pannelli esplicativi, di un percorso tattile e di apparecchiature digitali con contenuti nella Lingua dei Segni (Lis), segue al I e al II piano un ordinamento topografico dedicato a Cagliari e alla stratigrafia di numerosi siti archeologici della Sardegna meridionale (Cuccuru Nuraxi, Su Nuraxi di Barumini, Monte Luna, Monte Sirai, Sant’Antioco, Bithia, Nora e molti altri). Infine all’ultimo piano, utilizzato anche per mostre temporanee, dal 2014, in occasione dei quarant’anni dal ritrovamento, sono allestite 32 sculture antropomorfe maschili provenienti dall’area archeologica di Mont’e Prama (le altre presso il Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras), unici esempi di statuaria in pietra del periodo nuragico (900-700 a.C.), nonché tra i più antichi nell’ambito del Mediterraneo occidentale. Un’applicazione multimediale consente, inoltre, di approfondire le informazioni sulle diverse tipologie di statue.
Un unicum è la collezione dei bronzetti, piccole statue, risalenti agli ultimi secoli dell’età nuragica e provenienti da luoghi di culto. Disposte su basamenti in pietra, derivano probabilmente da racconti della tradizione orale, rappresentando in miniatura una società mitizzata, abitata da guerrieri, sacerdoti e sacerdotesse, donne e uomini del popolo, animali e creature fantastiche, oggetti di uso comune, di culto e di ornamento, modellini di nuraghe e riproduzioni di imbarcazioni dette «navicelle» con uccelli e altri animali. Tra queste sculture, la nota «Madre dell’ucciso», statuetta in bronzo detta anche «Pietà nuragica» di Urzulei per la posa michelangiolesca della madre che accoglie in grembo il figlio morto, secondo altri da offrire in sacrificio.
Accessibilità («Museo liquido»), comunicazione (social), promozione e valorizzazione (virtual tour, Open Data), approfondimenti (web) e didattica costituiscono coordinate portanti del museo.
Altri articoli dell'autore
435mila visitatori e 1,7 milioni di euro di incassi: adesso è nella top ten dei musei che sono cresciuti di più. Aumentati anche gli spazi espositivi, i restauri e gli eventi di alto profilo, come G20 e G7 della cultura
Dopo la mostra dell’artista delle frasi al neon, il maestro delle cancellature e alcuni progetti con il post-minimalista newyorkese. In cantiere tante iniziative, tra cui i 30 anni di Artecinema
100mila utenti al giorno: un’intuizione di 30 anni fa creò il museo forse più visitato al mondo, tra resti greci, romani, angioini e aragonesi
4mila iscritti, 30 corsi di studio, 3 dipartimenti, 80 borse di dottorato e tanti altri progetti in corso per l’istituzione partenopea