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Alessia De Michelis
Leggi i suoi articoliUn’importante raccolta di testimonianze audiovisive e documentarie dedicate all’arte del secondo Novecento entra a far parte dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (Asac) della Biennale di Venezia. Si tratta dell’Archivio Luciano e Maud Giaccari, frutto di oltre quarant’anni di produzione, raccolta e collezione di materiali, dando vita a uno dei fondi video più significativi in Italia e in Europa.
Grazie a un accordo con Maud Ceriotti Giaccari, unica erede del fondo, la Biennale avvierà un piano di acquisizione, restauro e digitalizzazione dei materiali, garantendo così la conservazione e la valorizzazione di un patrimonio unico, che racconta decenni di avanguardie artistiche.
Notaio e precursore del video d’artista sin dalla fine degli anni Sessanta, Luciano Giaccari (1934-2015) nel 1967 fondò a Varese lo Studio 970/2: uno spazio di sperimentazione dove vennero documentate performance, concerti e opere di grandi protagonisti della scena internazionale, da Joan Jonas a Vito Acconci, dal Living Theatre a Gina Pane. Con la moglie, Giaccari ha costruito una collezione che include non solo video, ma anche dipinti, fotografie, materiali editoriali e attrezzature storiche.
L’ingresso dell’Archivio Giaccari arricchisce ulteriormente il progetto dell’Asac, che negli ultimi anni ha raccolto fondi di figure centrali della cultura visiva e performativa italiana (Archivio Luca Ronconi, Fondo Palazzo Grassi/Fiat (1984-2005), Archivio Premio Architettura città di Oderzo, Archivio Lorenzo Capellini, Archivio Luca Massimo Barbero, Archivio Nuova Icona, Archivio Enzo Di Martino, Archivio Tullio Kezich, Archivio Gian Piero Brunetta, Archivio Paolo Valmarana, Archivio Sergio Asti, Archivio Sergio Fantoni). Un lavoro che prosegue anche con la realizzazione della nuova sede all’Arsenale, pensata come centro dinamico di ricerca e accesso per studiosi, studenti e appassionati.
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