Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Hilary Pecis, «Tulip Table», 2022

Courtesy of David Kordansky

Image

Hilary Pecis, «Tulip Table», 2022

Courtesy of David Kordansky

L’Asia-Pacifico punta su Art Basel

Oltre la metà delle gallerie in fiera (242 gallerie provenienti da 42 Paesi) provengono dalla Regione a testimonianza del suo ruolo di vivace hub artistico

Elisa Carollo

Leggi i suoi articoli

Art Basel ritorna dal 28 al 30 marzo (con vip preview il 26 e il 27), in una Hong Kong dove la scena artistica continua di anno in anno la sua espansione, resiliente e nuovamente estremamente vibrante, dopo la pausa pandemica e nonostante la minaccia di ingerenze dal governo di Pechino. Dalla sua prima edizione nel 2013, Art Basel è stata un catalizzatore della rapida evoluzione che l’ha trasformata in uno degli hub artistici più vivaci e connessi a livello globale. L’edizione 2025 presenta 242 gallerie provenienti da 42 Paesi, di cui oltre la metà dall’Asia-Pacifico a testimonianza del ruolo della fiera come piattaforma principale per la dinamica scena artistica dell’intera Regione.

«L’Asia è una delle Regioni in più rapido sviluppo per quanto riguarda il mercato dell’arte contemporanea, ha commentato con «Il Giornale dell’Arte» la direttrice Angelle Siyang-Le. Abbiamo l’obbligo di educare. Le persone in Asia vedono il marchio di Basilea quasi come un sigillo di approvazione su dove dovrebbero orientarsi».

Fra gli highlights, nella sezione Kabinett un numero record di 36 espositori con una serie di personali di autori dell’Asia-Pacifico e della diaspora asiatica da non perdere. Muovendosi tra tradizione e innovazione, la galleria Ink Studio presenta un gruppo di artisti del periodo post-Mao, tra cui Liu Dan, Li Jin e Yang Jiechang mostrando una diversità di approccio alla tradizione della pittura a inchiostro. Similmente, la dinamica giovane galleria di Shanghai Hive contemporary debutta con una nuova serie di dipinti di Pei Yanqing, eseguiti in una tavolozza tenue articolata intorno all’indaco e raffiguranti scene oniriche in cui l’artista reinventa la tradizionale pittura cinese in un linguaggio del tutto contemporaneo. Nella stessa sezione, la newyorkese Ppow espone una serie di ceramiche e dipinti gestuali dell’artista americano Martin Wong, realizzati tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 nella Baia di San Francisco. Fra le gallerie italiane ad Hong Kong confermano la propria presenza Cardi, Massimodecarlo, Mazzoleni, Massimo e Francesca Minini, Franco Noero, Galleria Continua e Tornabuoni.

Alisan Fine Arts, «Ming Fay, Pear», anni ’70. Courtesy of the artist and Alisan Fine Arts

18 opere perlopiù site specific di grandi dimensioni sono invece protagoniste della sezione Encounters curata da Alexie Glass-Kantor (recentemente nominata a direzione anche di Art Dubai) e intitolata «As the World Turns». Fra queste, da non perdere, un monumentale dipinto di Pacita Abad, artista filippina al centro dell’attenzione a seguito della recente mostra al MoMa PS1, in dialogo con il figlio Pio Abad, nominato nel 2024 per il Turner Prize. Quest’anno la sezione si estende anche fuori fiera, con un offsite presso il Pacific Place Park Court, dove l’artista svizzero Monster Chetwynd combinerà scultura e performance in una metamorfosi multimediatica presentata da Galerie Gregor Staiger, Massimodecarlo e Sadie Coles HQ.

Art Basel domina poi la skyline di Hong Kong, come di consueto, con la commissione realizzata in collaborazione con Ubs e l’M+: la facciata del museo viene infatti «attivata» dall’opera «Night Charades» dell’artista singaporiano Ho Tzu Nyen: un tributo all’epoca d’oro del cinema di Hong Kong e una camera di simulazione del futuro con un continuo reshuffle di immagini e scene dettato da un algoritmo.

Particolare importanza è riservata al programma «Film», curato dalla istituzione artistica indipendente di Hong Kong Para Site e considerato un asset fondamentale per attrarre le nuove generazioni alla fiera.

Numerosi anche gli show museali di qualità da visitare durante l’art week, a partire dalla più ampia mostra di Picasso in Asia degli ultimi decenni ospitata dall’M+ insieme a una presentazione di Danh Vo, «Akari by Noguch», le mostre di Alicja Kwade, Hu Xiaoyuan e Maeve Brennan nel complesso Tai Kwun

Fra gli show imperdibili in galleria, Massimodecarlo ospita una personale di Dominique Fung, mentre White Cube l’artista astratta statunitense Lynne Drexler. Da aggiungere in agenda una visita ai lussuosi nuovi headquarter appena aperti sia da Christie’s e Sotheby’s l’anno scorso, e la preview da Phillips che per prima aveva posto la propria sede in città, vicino al nuovo punto nevralgico della scena culturale, l’M+. 

Alte le aspettative, dunque, ma anche il livello di offerta proposto dalla fiera in sinergia con l’ex colonia britannica. Come Siyang-Le osserva: «La crescita di Hong Kong è stata molto in sintonia con le dinamiche più ampie dell’Asia e ora svolge un ruolo chiave come ponte tra Oriente e Occidente».

Elisa Carollo, 25 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Mentre il mondo dell’arte mostra il suo sostegno a chi è stato danneggiato dagli incendi in California, in fiera si respira ottimismo con alcune vendite milionarie, da Keith Haring a Elizabeth Peyton e Tracey Emin

Dopo i devastanti incendi che hanno coinvolto la città a inizio anno, la fiera americana apre i battenti all’aeroporto di Santa Monica con oltre 100 gallerie

La fiera si è appena conclusa registrando grande afflusso, soprattutto dalla Regione, vivaci vendite su differenti fasce di prezzo e sold out per alcuni artisti

Il medico e collezionista con sede a Verona e Trento ritrova nell’arte le immagini della sua memoria ed è convinto del «potere curativo» della creatività: alcune opere sono esposte nei suoi ambulatori

L’Asia-Pacifico punta su Art Basel | Elisa Carollo

L’Asia-Pacifico punta su Art Basel | Elisa Carollo