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Gianfranco Ferroni
Leggi i suoi articoliLa Bibbia di Borso d’Este verrà spostata da Modena a Roma. Ma solo temporaneamente: sarà visibile nella Capitale per celebrare la chiusura del Giubileo. Tutto è ancora top secret, ma al Senato della Repubblica, presieduto da Ignazio La Russa, stanno studiando i dettagli dell’operazione che trasferirà ai primi di novembre il preziosissimo capolavoro della miniatura rinascimentale.
Conservata nella Biblioteca Estense Universitaria di Modena, venne commissionata dal duca Borso d'Este a Ferrara tra il 1455 e il 1461 per esaltare il suo splendore e la magnificenza della corte. Viene assicurato che il trasporto sarà effettuato con ogni attenzione e scrupolo: la Bibbia resterà a Roma per la durata massima di tre mesi, «accolta» dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’iniziativa ha stimolato l’interesse del Vaticano, tanto da non escludere una visita al Senato da parte di papa Leone XIV per ammirare il manoscritto. Palazzo Madama, tra l’altro, ha un legame con la Bibbia di Borso d’Este, dato che venne acquistata dal senatore Giovanni Treccani degli Alfieri nel 1925: la scheda del Ministero della Cultura dedicata al capolavoro sottolinea che «Carlo I, dopo la Prima guerra mondiale lasciò l’Austria per andare in esilio in Svizzera, portando con sé la Bibbia: dopo la sua scomparsa, la vedova, Zita di Borbone-Parma, decise di mettere in vendita il codice sul mercato antiquario. Venutone a conoscenza il Governo italiano, Giovanni Gentile, nominato pochi mesi prima Ministro dell’Istruzione nel primo governo Mussolini, fece sapere che l’erario non disponeva della somma per acquistare l’opera. Tuttavia, arrivò in soccorso del suo paese l’industriale Giovanni Treccani, divenuto celebre fondatore dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Fu così che Treccani nel 1923 acquistò la Bibbia per tre milioni e trecentomila franchi francesi, equivalenti a circa quattro milioni di euro attuali, e comunicò a Mussolini il suo intento di donare il codice allo Stato. Quattro città si candidarono a riceverlo: Modena (in quanto ultimo luogo di conservazione prima che il manoscritto fosse portato fuori dall’Italia), Roma (in quanto capitale), Milano (in quanto città dove il donatore risiedeva) e Ferrara (città di origine). Fu il direttore della Biblioteca Estense di allora, Domenico Fava, a far sì che la Bibbia tornasse a Modena tanto che, alla fine, il governo decise in favore della cittadina emiliana. La donazione venne formalmente accettata nel 1924: nel mese di maggio la Bibbia raggiunse la Biblioteca Estense».
Il manoscritto in due volumi, su pergamena, in-folio, ricco di 1.202 pagine miniate, vanta la decorazione di una squadra di miniatori guidata da Taddeo Crivelli (Ferrara, 1425-Bologna, 1479), uno dei più grandi miniatori del Rinascimento, allievo di Pisanello e tra i principali artisti della corte di Borso d’Este, e da Franco dei Russi (Mantova, attivo tra il 1455 e il 1482). A occuparsi della scrittura, il copista Pietro Paolo Marone. Per la rilegatura antica, il cartolaio Gregorio Gasperino. Gli animali presenti, censiti, sono 1.450, reali, ovvero esistenti in natura, ma sono inseriti anche animali «fantastici». Per le piante, numerose sono le specie tipiche delle paludi e dei boschi di Ferrara, oltre a quelle che erano oggetto di caccia. Per non parlare delle specie esotiche, che potevano essere viste nei serragli della corte. Da evidenziare che «la Bibbia di Borso d’Este fu una delle imprese più costose del suo tempo: la spesa finale fu di 5.609 lire marchesane, una somma straordinaria e difficilmente confrontabile con quella di altri manoscritti. La gran parte della cifra fu impiegata per conferire ricchezza alle decorazioni: per le miniature, eseguite con abbondanza di oro e di pigmenti pregiati, per acquistare la pergamena, per la cucitura e la doratura dei fascicoli, per la cassa di legno che doveva contenere i volumi, per i fermagli d’argento».
Il progetto permette di portare nella Città Eterna, in via del tutto eccezionale, un’opera delicatissima che dopo la permanenza romana tornerà a Modena, nella Biblioteca Estense Universitaria, parte delle Gallerie Estensi dirette da Alessandra Necci.
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