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Richard Long, «Idaho Quartz Circle», 1992

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Richard Long, «Idaho Quartz Circle», 1992

La Bocconi Art Gallery si rinnova: arte contemporanea tra Milano e Roma

Dal 2 ottobre a Milano e da novembre a Roma, l’università apre i suoi spazi a una nuova edizione della Bag, tra opere internazionali, visione curatoriale e partecipazione studentesca

Monica Trigona

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Con la nuova edizione della Bocconi Art Gallery (Bag), progetto culturale dell’ateneo milanese che dal 2009 prevede l’inedita incursione dell’arte contemporanea nel contesto accademico, l’Università Bocconi rinnova il suo impegno nel fare della cultura visiva un elemento strutturale del proprio progetto educativo e identitario. A partire dal 2 ottobre a Milano e, successivamente, a Roma con un evento previsto nel mese di novembre, il percorso della BAG si arricchisce di nuovi artisti, più di una settantina, nuove energie curatoriali e soprattutto di una visione che non smette di evolversi. Gli autori coinvolti nel percorso esposito, progressivamente esteso a cinque aree del campus e con opere di proprietà dell’Ateneo (riconoscibili tramite QR code) ad altre in prestito, sono assai eterogenei, quanto a generazione e media utilizzati. Tra questi spiccano gli «storicizzati» Arnaldo Pomodoro, scultore noto per le sue grandi sculture in bronzo, Enrico Castellani, figura chiave dell’arte concettuale, Dadamaino, importante esponente dell’avanguardia milanese, François Morellet, maestro dell’arte astratta e concettuale francese, Richard Long, artista britannico legato alla Land Art, Niele Toroni, svizzero legato alla pratica della pittura sistematica, David Tremlett, inglese, conosciuto per i wall drawings e le installazioni site-specific in tutto il mondo, lo scultore tedesco Ulrich Rückriem, Michel Verjux, francese, i cui interventi luminosi sono ambientati in spazi pubblici e museali, Alessandro Mendini, architetto e designer di fama mondiale legato al postmodernismo e al design radicale italiano, Elio Marchegiani, nome storico nel campo dell’arte cinetica e concettuale, Emilio Isgrò, famoso per le sue cancellature, Grazia Varisco, importante esponente dell’Arte cinetica e membro del Gruppo T, Gianni Colombo, maestro dell’Arte programmata e cinetica italiana, solo per citarne alcuni ampiamente riconosciuti. Accanto a loro trovano spazio anche nomi di generazioni più recenti, come Massimo Kaufmann, Luca Pancrazzi, Francesco Candeloro, Nadia Fanelli, Andrea Zucchi ma anche il famoso artista cinese, soprannominato «l’uomo invisibile», Liu Bolin.

Pensata fin dal 2005 come uno spazio di relazione tra arte contemporanea e saperi economici, la Bocconi Art Gallery è una delle più riuscite iniziative italiane che ha costruito nel tempo una narrazione coerente, capace di coniugare rigore e apertura. Il progetto è nato dall’intuizione di Severino Salvemini, professore e intellettuale che ha sempre creduto nel ruolo trasformativo dell’arte nei contesti dell’impresa, della formazione e della vita collettiva, con il sostegno del Conte Giuseppe Panza di Biumo, collezionista visionario e instancabile promotore di un’arte capace di parlare all’individuo.

La Bag si presenta quindi come un dispositivo culturale e in quest’ottica, l’edizione 2025 si distingue per due elementi di rinnovamento sostanziale: l’ingresso di una figura curatoriale riconosciuta, Anna Bernardini, già direttrice di Villa Panza, e il coinvolgimento diretto degli allievi della Bocconi nella mediazione delle opere esposte. Se da un lato Bernardini porta una visione curatoriale matura, capace di dialogare con lo spirito del luogo, dall’altro lato la partecipazione studentesca segna un cambio di passo verso una fruizione più consapevole e partecipata. Le opere, provenienti da collezioni private e gallerie internazionali, abitano, come ogni anno, gli spazi dell’ateneo milanese, aule, corridoi, cortili, creando una relazione intima e sorprendente con la quotidianità della vita universitaria. A Roma, sarà invece l’artista Sidival Fila, nella cui ricerca sono impiegati tessuti antichi, a interpretare l’identità della sede della Sda Bocconi School of Management, portando nella capitale un tassello essenziale del discorso Bag. La scelta di articolare la mostra su due sedi e due città sottolinea la volontà di estendere il dialogo tra arte, educazione e impresa, mettendo in relazione contesti e pubblici diversi. E se, come sosteneva Panza, una collezione non è un semplice assembramento di opere ma un insieme di esperienze da vivere e condividere, la Bocconi Art Gallery si conferma, anno dopo anno, come una mostra viva, in movimento, nonché un laboratorio permanente aperto all’esterno e attraversato dall’energia potentissima delle immagini.

Gianni Colombo, «Spazio curvo», 1992

Mauro Staccioli, «Scultura ’96», 1996

Monica Trigona, 01 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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