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Valeria Tassinari
Leggi i suoi articoliNella sala Gnudi della Pinacoteca di Bologna, da dove il 12 giugno è partito il «roadshow» promozionale della prossima Quadriennale d’arte di Roma, in assenza di quelli degli artisti, ancora blindatissimi, il nome che è stato pronunciato di più è stato quello del critico Luca Beatrice, presidente e ideatore di della 18ma edizione della manifestazione, la cui scomparsa improvvisa lo scorso 21 gennaio ha lasciato un profondo segno emotivo, senza però scalfire l’impronta che egli aveva immaginato per la sua «Fantastica». Restando segreti i nomi dei 50 artisti selezionati per le sezioni tematiche, e anche quelli della sezione storica dedicata all’edizione del 1935, che saranno annunciati il 25 giugno a Roma, alla presenza del ministro Alessandro Giuli, l’omaggio a Beatrice e alla sua visione è stato l’elemento di connessione tra tutti gli interventi di anticipazione. Prima tappa dell’articolato tour, che proprio lui aveva ideato con l’intento di proporre un coinvolgimento diffuso a livello nazionale, creare attesa e aprire un dibattito condiviso sull’evento che si inaugurerà nel prossimo autunno, la presentazione a Bologna si è posta come una sorta di rito di apertura, tra memoria e attesa degli sviluppi futuri, che saranno progressivamente svelati. A fare gli onori di casa e a tenere a battesimo l’iniziativa è stato Costantino D’Orazio, direttore Musei nazionali di Bologna, che ricordando i propri esordi professionali ha rievocato le origini della Quadriennale, in particolare il momento saliente della metà degli anni Novanta, quando la manifestazione, nata nel 1931, ebbe un significativo rilancio. Sulla vocazione e la missione plurima della Quadriennale è intervenuto Angelo Piero Cappello, Direttore Generale Creatività Contemporanea - Ministero della Cultura, che ha sottolineato come la manifestazione si ponga da un lato il tema della valorizzazione dell’identità contemporanea di Roma, un aspetto rilevante in una città che nell’opinione comune appare ancora prevalentemente legata alla sua storia millenaria, e dall’altro la rappresentatività nazionale, tema fortemente identitario fin dalle origini della Quadriennale, che oggi come allora si manifesta anche nella ricognizione di possibili azioni di promozione internazionale.

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Particolarmente attento alla vocazione di questa edizione è stato l’intervento di Andrea Lombardinilo, alla sua prima uscita come Presidente della Quadriennale di Roma; la sua riflessione, aperta da una citazione del pensiero di Beatrice, è partita dagli impressionanti numeri di consuntivo delle precedenti 17 edizioni - più di 6.000 artisti, centinaia di pubblicazioni e un ricchissimo archivio - per arrivare a riflettere sul polisemico significato del titolo scelto per il 2025: «Fantastica» è infatti una parola che può essere interpretata come aggettivo entusiastico per l’arte contemporanea, ma anche come esortazione per il pubblico a compiere un’azione di apertura verso l’immaginario. Un affondo sul legame con Bologna è stato delegato a Lorenzo Balbi, direttore MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e del Museo Morandi, che ha proposto un puntuale resoconto sulle numerose partecipazioni di Giorgio Morandi alle edizioni della Quadriennale tra il 1931 e il 1965. Infine, il futuro imminente, rappresentato da Emanuela Mazzonis di Pralafera, curatrice della sezione «Il tempo delle immagini. Immagini fuori controllo?», che ha enunciato i criteri con cui ha selezionato undici artisti per rappresentare il tema del rapporto dell’immaginario contemporaneo con la fotografia, interpretandolo in senso molto ampio sia sul piano tecniche di realizzazione e di ricerca, sia nelle declinazioni semantiche. La curatrice ha inoltre colto l’occasione per ricordare i criteri generali che Luca Beatrice aveva chiesto di applicare a tutti i cinque critici coinvolti (gli altri sono Luca Massimo Barbero, Francesco Bonami, Alessandra Troncone e Francesco Stocchi), esortandoli a selezionare artisti viventi, giovani o mid-career, con visibilità o radicamento internazionale, alla prima partecipazione alla Quadriennale e opportunamente bilanciati tra generi, che siano in grado di rappresentare ciò che è successo sulla scena italiana dal 2000 al 2025.

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Costantino D’Orazio, Angelo Piero Cappello, Andrea Lombardinilo © lessismore.it
E se cinquanta nomi sembrano forse una rappresentazione piuttosto contenuta rispetto ai 1.800 artisti che furono coinvolti nella mitica edizione del 1935, della quale offrirà una sintesi Walter Guadagnini in una sesta sezione, volta a riflettere sul portato della manifestazione nella storia del Novecento, non sembra semplice l’impegno degli organizzatori per restituire con efficacia e incisività il ruolo strategico nella società che gli artisti hanno assunto nel primo quarto del XXI secolo.
Intanto, in attesa dei prossimi roadshow a Milano, Gibellina, Napoli e Roma, e ancora in attesa della data inaugurale a ottobre, è già pronto un evento speciale intitolato «Luca Beatrice e la sua Quadriennale Fantastica», un omaggio previsto per il 30 settembre prossimo, quando, usando le parole del critico torinese, si ribadirà che «Fantastica è l’arte, per la sua capacità di dischiudere nuovi orizzonti, a tutte le latitudini e in tutte le epoche».
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