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Una veduta dall’esterno della Villa reale di Monza

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Una veduta dall’esterno della Villa reale di Monza

La Reggia di Monza: magica ed enorme

Costruita in soli 3 anni dal Piermarini per Maria Teresa d’Austria, è gigantesca: 724 ettari, 722 stanze, l’Autodromo, il golf, «il mare dei monzesi», 1,2 milioni di alberi, 32 cascine e ville... Il neodirettore Bartolomeo Corsini anticipa strategie e progetti per il futuro

Carlo Accorsi

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Bartolomeo Corsini, nato a Milano 62 anni fa, è dallo scorso marzo direttore della Reggia di Monza, dopo un importante passato/presente nella promozione cinematografica e come presidente di una Fondazione, la Guelpa, motore culturale di una città rilevante come Ivrea. 

Dottor Corsini, come si è ora imbattuto in un parco immenso e in una Reggia come Monza? 
È avvenuto ai primi di marzo. L’esca, cioè un bando per la direzione, era stata gettata nel settembre 2023. Ho sempre lavorato nell’ambito pubblico come direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc) nelle sedi di Torino, Milano e Palermo. Quando ero direttore a Torino del Csc seguivo anche la parte dell’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa che ha sede ad Ivrea. Ho conosciuto il sindaco, mi hanno nominato consigliere e poi il Consiglio Comunale mi ha eletto presidente pro bono della Fondazione Guelpa (al posto del presidente di allora, Roberto Battegazzorre; i presidenti precedenti erano stati Daniele Jalla e Luca Beatrice, Ndr).

La Guelpa è il principale sostenitore dell’attività culturale di un territorio molto significativo come Ivrea, capitale olivettiana e sito Unesco come «Città industriale del XX secolo».
La Fondazione nacque da una vicenda tragica, cioè dal lascito di Lucia Guelpa, sorella di Adele Guelpa moglie del banchiere Abdone Croff. In un incidente d’auto morirono a distanza di poche ore prima Croff, poi il figlio e infine la moglie. L’eredità passò a sua sorella Lucia, senza eredi, bibliotecaria all’Olivetti, che donò tutto al Comune. Dopo un paio d’anni, sorse la Guelpa, con cui abbiamo candidato Ivrea a sito Unesco, titolo ottenuto nel 2018 in ragione della straordinaria concezione di modernità insita nel patrimonio architettonico olivettiano. Nel 2022 abbiamo contribuito a renderla Capitale italiana del libro e ora ci stiamo occupando della ristrutturazione di piazza Ottinetti, nel centro città. Uno studio realizzato con l’alta Scuola politecnica che abbiamo chiamato GROMA, a cui si aggiunge un accordo di collaborazione con il «Piccolo Teatro» di Milano.

Com’è diventato un professionista così attivo nell’organizzazione culturale?
Una borsa di studio mi ha permesso di studiare nei Collegi del Mondo Unito, un’organizzazione fondata da Lord Mountbatten, cugino della regina Elisabetta, il cui slogan era: «International understanding through education». Mi sono diplomato a Singapore e il mio International Baccalaureat è un titolo che insiste molto sulle finalità sociali e culturali.

Nel funzionamento di una cosa pubblica non è detto che l’arte debba entrare per forza. Lei che cosa ne pensa?
Ho una formazione classica e filosofica che mi induce a occuparmi del «bello»: al Politecnico insegno Architettura e Cinema.

Perché s’interessa di cinema?
Ero stato chiamato a gestire l’apertura di una nuova sede del Csc a Milano dall’allora ministro Giuliano Urbani che riteneva importante che il Csc avesse una sede che si occupasse di Cinema d’Impresa (Pubblicità e Fiction Tv) al Nord, oltre che di Cinema d’Animazione a Torino.

Ma ora è direttore generale di una cosa enorme come la Reggia di Monza.
Che comprende molte declinazioni: la Villa Reale, i Giardini Reali e il Parco, ove peraltro ci sono anche opere di Luigi Canonica. La Villa Reale era stata costruita in soli tre anni (1777-80) da Maria Teresa d’Austria per il figlio Ferdinando, su disegno di Giuseppe Piermarini, già allievo di Vanvitelli e autore del Teatro alla Scala. La Reggia ospita 722 stanze circa, una cappella e un teatrino di corte oltre ai bellissimi giardini. Più avanti la Villa passerà dall’Austria a Napoleone e saranno i francesi a costruire un parco come riserva di caccia: 724 ettari interamente recintati da un muro di 14 chilometri con all'interno oltre 1,2 milioni di piante e 32 tra cascine e ville. Le cascine in generale sono mantenute con non poche difficoltà perché la Reggia fu abbandonata dopo la morte di Umberto I di Savoia, assassinato il 29 luglio 1900 a pochi metri dalla Villa.

Quindi le modalità della sua gestione sono cambiate spesso nel corso del tempo.
Sì. Asburgo, Napoleone, poi di nuovo austriaci con Radetzky e infine Savoia. Nella prima parte del Novecento la Villa decade perché i Savoia la svuotano, trasferendo gli arredi al Quirinale e in parte a Stupinigi. Nel 1950 passa al Demanio, mentre oggi ha quattro proprietari: il Ministero della Cultura, la Regione Lombardia, il Comune di Milano e il Comune di Monza, in parti più o meno uguali. Ma per dare al complesso una governance unica nel 2009 nasce il Consorzio Villa Reale e Parco che si occupa delle sue tre «anime»: Villa, Giardini e Parco. Sono stati avviati anche dei restauri, soprattutto nell’ala Sud e nella parte centrale della Villa, e inizialmente la gestione della Villa è stata affidata a un gruppo privato. Ora è ritornata in mano al Consorzio, di cui sarò direttore generale per tre anni.

Perché così poco?
Quando fu costituito il Consorzio si dovevano rispettare gli equilibri interni ai proprietari, non vi erano ancora idee molto chiare su che cosa fare ed è mancato il coraggio di affrontare in modo risolutivo alcune tematiche. Addirittura la possibilità di rinnovo si riduce ad altri 2 anni. L’esigenza di valorizzazione sembra imporre la revisione di alcuni punti dello Statuto.

Nella pratica i quattro proprietari in chi si identificano?
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il presidente della Regione Attilio Fontana, il sindaco di Milano Beppe Sala e il sindaco di Monza Paolo Pilotto, che è anche il presidente del Consorzio, i quali hanno delegato altre persone. A questi si aggiungono altri tre soci non proprietari: Assolombarda, Camera di Commercio di Monza, Brianza e Milano e Provincia di Monza e Brianza.

È soddisfatto dei vostri rapporti?
Sì, ma è necessario sempre migliorarsi. Fra quattro anni qui arriverà la linea 5 della metropolitana di Milano ed è stato approvato il tracciato definitivo per cui il tunnel e la fermata Reggia di Monza saranno qui vicino. Dobbiamo arrivarci preparati. L’altro importante evento, a breve, saranno le Olimpiadi invernali.

Il fatturato riesce a coprire i costi?
Sì, i contributi che consentono la vita del Consorzio arrivano per la maggior parte dalla vendita dei biglietti per visitare la Villa, dalle concessioni e dai contributi dei soci del Consorzio stesso.

Affittate porzioni del terreno e degli edifici?
Non sono dei veri affitti, sono delle concessioni pubblico privato. Il nostro compito come Consorzio di gestione è sempre la valorizzazione di un posto «magico» con una valenza storica e ambientale unica al mondo.

Bartolomeo Corsini (davanti a un’opera di Enrico Colombotto Rosso)

Ricevete finanziamenti speciali?
La Regione Lombardia ha messo a disposizione 55 milioni di euro per conservazione ed efficientamento di edifici e Parco. Operazione importantissima ma molto lenta e complessa: noi, come Consorzio, ce ne occupiamo in parte, la quota preponderante fa capo direttamente ad Aria, partecipata di Regione Lombardia, che si occupa degli appalti e della realizzazione dei lavori. Spero che entro la fine del 2024 si attivino tutti i bandi che ancora non siamo riusciti a lanciare. La Reggia di Monza è un bene monumentale, vincolato in ogni sua parte, e deve essere trattato come tale.

In che cosa consiste la valorizzazione, secondo lei?
Significa tenere in ordine, far diventare la Villa un museo, costruire una collezione, programmare mostre... Insomma, gestire in modo costruttivo e programmato. Questo vale sia per la Villa che per il Parco. La differenza sostanziale è che nel nostro caso siamo un Consorzio di enti e non una Fondazione o un Consorzio di Valorizzazione culturale, come Venaria, e la responsabilità è più gestionale, come quella di un condominio. Ma quando si parla di valorizzazione una struttura non deve solo funzionare, deve avere anche un obiettivo culturale da perseguire. 

Quali sono i problemi più importanti?
Senza dubbio la conservazione degli oltre 32 edifici, alcuni dei quali vengono dati in concessione di servizio, come il Golf e l’Autodromo, altri sono restaurati da Aria. Ho chiesto di strutturare una segreteria tecnica per fare una fotografia del tutto.

Le dimensioni sono enormi...
Villa Mirabello è al centro del parco. In questi due rettangolini (mostra la mappa) sono venute 300mila persone per incontrare il Papa. Dico questo per far capire quanto grande è il Parco. I suoi viali interni misurano 52 km. L’Università di Agraria di Milano e la Scuola di Agraria collaborano con appositi progetti. La Scuola ci dà una mano anche nelle potature. C’è anche un edificio disegnato da Gio Ponti che fino a tre anni fa era sede della Rai. Stiamo lavorando a un importante accordo che ne valorizzi la struttura e lo restituisca al territorio. È un luogo meraviglioso. Quest’anno, ad esempio, è stata effettuata la ristrutturazione, per un importo di 22 milioni di euro, del manto stradale di tutta la pista dell’Autodromo entrato in funzione l’1 settembre col Gran Premio di F1. Ma ci sono anche il Golf Milano, i campi da tennis e la piscina... con tantissime attività da programmare e realizzare. Senza considerare le emergenze, come quella del luglio 2023, quando una tempesta ha fatto cadere 35mila alberi nel parco per la quale stiamo ancora lavorando.

Ma avete solo 13 dipendenti...
Con livelli di competenza importanti: quattro nella valorizzazione, quattro nella parte amministrativo finanziaria, tre in quella tecnica e due nella legale. Poiché siamo un Consorzio di enti dobbiamo agganciarci alle regole dell’Amministrazione pubblica vincolata da blocchi su assunzioni e spese. Non possiamo assumere perché il bilancio non consente più di questi dipendenti. 

Quali sono le sue prime mosse?
Appena insediato ho aderito alla richiesta dell’Associazione delle Residenze reali europee di tenere qui e a Palazzo Reale di Milano l’assemblea annuale (dal 4 al 6 giugno), in modo da conoscere, e far conoscere, esempi virtuosi di gestione delle altre regge, modelli da seguire. Sono 38 e sono venute tutte, generosissime anche nelle proposte di collaborazione. È emerso per esempio, che il Consorzio delle Residenze Sabaude ha 154 dipendenti e noi 13. Dobbiamo migliorare alcuni punti nodali dello Statuto del Consorzio per una governance sul modello di Venaria o di Versailles, una struttura gestionale più articolata ed efficace. Per ora il Consorzio è riuscito ad occuparsi della quotidianità, ma la programmazione deve diventare una priorità. Finalmente in luglio si è riunito il Comitato scientifico composto da Andrea Cancellato (direttore generale Adi Museum a Milano), Alberto Garlandini (già presidente dell’Icom) e la storica dei giardini Alberta Campitelli. Abbiamo delineato una serie di iniziative, comprese le prossime mostre. Prima tutto era lasciato un po’ al caso.

In quali spazi volete fare mostre?
Abbiamo 3 spazi importanti: il Serrone (di fianco alla Villa) dove ora c’è una mostra sui grandi maestri della grafica europea; il Belvedere, all’ultimo piano della villa, che ospiterà tra poco una mostra di Vivian Maier, e gli appartamenti reali del primo e secondo piano nobile, dove l’attuale esposizione «Reggia contemporanea» (fino a febbraio 2026, a cura di Renata Cristina Mazzantini) porta opere di artisti contemporanei insieme ad alcuni arredi tornati qui dal Quirinale.

Queste mostre e il museo saranno permanenti?
Il museo dovrebbe diventare permanente con una nostra collezione, tra arredi e opere, ancora da strutturare. Da qui la necessità di integrazione con opere contemporanee, che ora sono in comodato e in parte diventeranno di proprietà della Reggia. Intanto, entro fine anno mi occuperò degli appalti terminerò il restauro del Teatrino di corte e mi occuperò di selezionare una serie di curatori per gli spazi espositivi e non solo. Nella seconda fase del mio mandato, da gennaio in poi, ho molte idee, spero di avere il tempo per realizzarle.

Una panoramica aerea della Villa reale di Monza. Foto: Mario Donadoni. Archivio Consorzio Villa Reale e Parco di Monza

Carlo Accorsi, 22 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

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