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Melissa Gronlund
Leggi i suoi articoliAliph, agenzia per la protezione del patrimonio culturale con sede a Ginevra, ha annunciato lo stanziamento di oltre 16 milioni di dollari nel suo ultimo round di finanziamenti, a sostegno di Gaza, Siria, Ucraina e Sudan con un’attenzione particolare agli effetti dei cambiamenti climatici sul patrimonio culturale, principalmente in Africa.
Quasi un terzo dei finanziamenti, ovvero cinque milioni di dollari, è destinato al Paese siriano, impegnato a rimediare ai danni causati ai siti del patrimonio culturale durante la guerra sotto l’ex presidente Bashar al-Assad, rovesciato nel dicembre dello scorso anno. Anas Haj Zeidan è il nuovo direttore generale delle antichità e dei musei (Dgam). La Siria è stata reintegrata come membro a pieno titolo dell’Organizzazione islamica per l’educazione, la scienza e la cultura (Isesco), anche se continuano ad aumentare le segnalazioni di esportazioni illecite di beni culturali in un contesto ancora instabile.
Valéry Freland, direttore esecutivo di Aliph, ha dichiarato di aver visitato diverse città, tra cui Damasco, Aleppo e Homs, e il castello dell’epoca delle Crociate noto come Crac des Chevaliers, lo scorso aprile.
«I risultati di questa missione sono chiari, ha spiegato. Il patrimonio siriano ha subito danni ingenti a causa dei 14 anni di guerra, del terremoto del 2023 e delle crisi economiche e sociali che hanno colpito il Paese. A Homs e Aleppo, ad esempio, intere strade sono in rovina o svuotate dei loro abitanti, fuggiti a causa del conflitto. Tuttavia, oggi la Dgam è fortemente determinata ad affrontare la sfida di restaurare e riabilitare il patrimonio unico del Paese. Noi di Aliph vogliamo stare al loro fianco, insieme ai professionisti del patrimonio culturale e al popolo siriano, per contribuire a far rivivere questa eredità eccezionale in tutta la sua diversità storica, culturale e religiosa». «Nei prossimi due anni, aggiunge Freland, Aliph contribuirà al restauro di siti, monumenti, musei e collezioni in tutta la Siria e sosterrà lo sviluppo nel Paese». L’organizzazione inizierà anche a supportare la conservazione dei reperti di Palmira e il recupero del museo del sito.
La feroce distruzione di Palmira, centro commerciale romano del I secolo d.C., da parte dell’Isis è stato uno degli atti violenti che hanno spinto i governi internazionali a costituire Aliph nel marzo del 2017. Sebbene l’organizzazione multinazionale abbia già finanziato in passato progetti nel Paese siriano, ora sta operando con maggiore intensità.
Significativo è anche l’impegno di 9 milioni di dollari per affrontare l’emergenza climatica: il cambiamento ecologico rappresenta in tutto il mondo una vera minaccia per il patrimonio materiale e immateriale. Sebbene questo nesso stia iniziando a essere riconosciuto, ad esempio come argomento sempre più presente nelle successive riunioni della COP dal 2022, Aliph è stata una delle poche agenzie per il patrimonio culturale a conferire priorità a questo tipo di emergenza.
L’agenzia sosterrà 28 progetti nell’ambito del bando di finanziamento per il cambiamento climatico; di questi, 22 sono in Africa, a dimostrazione della gravità del clima in tutto il continente. I progetti includono il consolidamento dei monumenti architettonici sensibili alle piogge torrenziali e alle inondazioni e alla perdita delle conoscenze locali necessarie per mantenerli, poiché gli anziani muoiono o emigrano. Un esempio chiave in questo senso sono le case di mattoni di fango simili a fortezze costruite dal popolo Batammariba nella regione di Koutammakou, in Togo e Benin.
Sull’isola di Mozambico, in un altro progetto recentemente sostenuto da Aliph, l’architettura in paglia di palma da cocco è anch’essa minacciata a causa della dispersione delle conoscenze locali. Altri progetti aiuteranno i musei nella conservazione delle collezioni e, in Kenya, Aliph contribuirà a sostenere la protezione delle foreste sacre. Infine, nei territori palestinesi, l’agenzia sta stanziando ulteriori 500mila dollari per proteggere le collezioni museali, il patrimonio e i siti archeologici, e per la formazione di professionisti del patrimonio culturale di Gaza e Cisgiordania. Anche in Ucraina, dove le collezioni museali sono state trasferite in luoghi sicuri nella parte occidentale del Paese, l’agenzia continua a dare il proprio supporto.
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