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Pablo Atchugarry al lavoro nel suo atelier

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Pablo Atchugarry al lavoro nel suo atelier

La foresta di Pablo Atchugarry nel quarto volume del suo Catalogo generale

Marco Meneguzzo ha curato per i tipi di Nomos il nuovo capitolo dell’opera scultorea dell’artista uruguaiano, dedicato alla produzione dal 2019 al 2024

Redazione GdA

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Nomos ha pubblicato il quarto volume del Catalogo generale della scultura di Pablo Atchugarry (Montevideo, Uruguay, 1954), a cura di Marco Meneguzzo. Il libro presenta l’incredibile mole di opere prodotte dall’artista uruguaiano tra il 2019 e il 2024: sono più di 800 sculture, realizzate prevalentemente in marmo bianco di Carrara, ma anche in bronzo, acciaio e legno di ulivo secolare.

Le opere sono presentate secondo un impianto cronologico: ogni annata è introdotta da uno o più testi critici tratti dai cataloghi delle principali mostre di quel determinato anno e da installation view a doppia pagina, il tutto intervallato da immagini dell’artista al lavoro nel suo atelier. Ogni scultura è catalogata tramite un’immagine, su fondo nero per i marmi bianchi, su fondo bianco quelle in altre pietre o in bronzo e acciaio, mentre quelle di scala monumentale sono ritratte nel luogo in cui sono state installate. Ogni immagine è accompagnata da una didascalia che ne riporta il titolo, il materiale e le dimensioni, a volte indicando il contesto in cui l’opera è stata esposta e le pubblicazioni su cui è comparsa. 

Pablo Atchugarry. Photo © Nicolàs Vidal

Alla lettura, i lunghi testi critici risultano leggermente ripetitivi, e questo è dovuto alla decisione editoriale di presentarli in sequenza: l’opera dell’artista non ha subìto notevoli variazioni nell’arco dei 6 anni presi in esame, e in questo contesto i testi più interessanti sono quelli che spaziano sul contesto espositivo, sulla storia dei luoghi, sulla natura dei materiali. Scrive Philippe Clerc nel suo saggio «Pablo Atchugarry fra tradizione e innovazione»: «In un mondo che sembra dominato dall’effimero le sculture di Pablo Atchugarry si distinguono per la loro appartenenza a una tradizione secolare. L’artista, che predilige materiali sostenibili e tecniche tradizionali, si oppone alle trovate e ai dettami del mercato dell’arte per dedicarsi completamente al proprio lavoro con passione e determinazione, rifiutandosi di strumentalizzare la propria immagine e il valore commerciale delle sue opere»

Le opere di Atchugarry presentate nel catalogo sono fastelli di rette spezzate che si sviluppano per lo più verticalmente, simili a panneggi o fasci muscolari: considerandole nel loro insieme. Sembra quasi che l’artista stia creando una sua personale foresta da distribuire tra le collezioni pubbliche e private, nelle piazze e nelle istituzioni di tutto il mondo, un progetto in assonanza con Tierra Garzón, la foresta di 16mila alberi piantati nei pressi del Maca-Museo de Arte Contemporáneo Atchugarry, il museo della Fondazione dell’artista, che dal 2018 sviluppa un progetto di residenza per artisti nel sud est dell’Uruguay. 

Pablo Atchugarry. Catalogo generale della scultura vol. IV  2019-2024
a cura di Marco Meneguzzo, 520 pp., ill., bil. ita. ing., Nomos Edizioni, Busto Arsizio 2025, € 220

La copertina del volume

Redazione GdA, 27 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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