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È stata completata nei giorni scorsi un’altra tappa del percorso di avvicinamento alla nuova sede della GAMeC-Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo, la cui inaugurazione è prevista per la fine del 2026: la Giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo della nuova piazza Tiraboschi, lo spazio antistante il museo, pensato come cerniera tra l’edificio e il tessuto urbano circostante e come luogo di aggregazione per la collettività: «Spesso i musei intimoriscono i cittadini, in particolare gli adolescenti, spiega Maria Alessandra Segantini, fondatrice con Carlo Cappai dello studio C+S Architects (Treviso, Londra). Noi vogliamo che la GAMeC diventi città, attraendo gruppi sociali diversi».
Ridisegnato lo spazio pubblico pedonale e riordinate dall’Amministrazione civica le infrastrutture carrabili e ciclabili, gli spazi verdi e i parcheggi all’interno del sistema dei parchi cittadini (Suardi, Marenzi, del Galgario) e del polo culturale-residenziale delle ex caserme Montelungo-Colleoni nonché gli snodi viabilistici attigui, il nuovo museo nasce dunque come un polo di attrazione per gli abitanti della città.
La nuova GAMeC si aprirà in quello che era il Palasport di Bergamo, realizzato negli anni ’60 e ora riqualificato e trasformato internamente per adeguarlo alla nuova funzione. Costo dell’intera operazione (annunciato nell’autunno del 2023, quando il progetto fu presentato) 18 milioni di euro, cui hanno concorso i sei milioni erogati da Intesa Sanpaolo con il proprio Progetto Cultura (Art Bonus) e i 6,4 milioni giunti dal Pnrr nell’ambito del piano di rigenerazione urbana, mentre il costo dell’intervento sulla piazza è di due milioni di euro.
Del passato, l’edificio conserva la forma ellittica e le strutture di cemento a vista, intorno alle quali si innesta un «museo lanterna» rivestito di pietra bianca di Apricena sabbiata, mentre lo spazio interno è stato liberato dalle gradinate, conservando i soli pilastri che lo cingono e ne evidenziano la forma ellittica. Un’importante novità sarà il ruolo di spazio ibrido e fluido della hall del museo, pensato perché i diversi gruppi sociali possano passare qui il loro tempo in un luogo accogliente, interagendo fra loro. E lo stesso accadrà nella piazza, una piattaforma ricca di alberi, rivestita anch’essa di pietra bianca di Apricena, dove una seduta ovale accoglierà chi vorrà sostare, mentre tutt’intorno una «fioriera» gigantesca ospiterà piante perenni erbacee e graminacee autoseminanti a fioritura stagionale variabile. I lavori prenderanno il via nel tardo autunno, con un ritardo di due mesi rispetto ai piani originari.

Maria Alessandra Segantini
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