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La Galleria Raffaella Cortese dedica una quarta personale all’artista italo-brasiliana per la prima volta dedicata alla produzione pittorica
- Francesca Interlenghi
- 20 luglio 2023
- 00’minuti di lettura


Una veduta della mostra «Anna Maria Maiolino. Ações matéricas», Milano, Raffaella Cortese, 2023. Foto Lorenzo Palmieri
La pittura imprevedibile di Anna Maria Maiolino
La Galleria Raffaella Cortese dedica una quarta personale all’artista italo-brasiliana per la prima volta dedicata alla produzione pittorica
- Francesca Interlenghi
- 20 luglio 2023
- 00’minuti di lettura
Francesca Interlenghi
Leggi i suoi articoliLa quarta personale che la Galleria Raffaella Cortese dedica ad Anna Maria Maiolino, «Ações matéricas», nello spazio di via A. Stradella 1, è la prima occasione espositiva riservata alla produzione pittorica dell’artista italo-brasiliana (Scalea, 1942). Emigrata dalla Calabria all’età di dodici anni insieme alla famiglia, prima in Venezuela e poco dopo in Brasile, Maiolino è un’autrice poliedrica il cui lavoro è stato profondamente segnato dall’esperienza oppressiva e censoria della dittatura brasiliana, tra il 1964 e il 1984.
Con la sua pratica legata al video, alla fotografia e alla scultura, irrompe nella scena artistica degli anni Sessanta e Settanta formulando un discorso nuovo e significativo intorno ai temi fondamentali della storia brasiliana. Il percorso, visitabile fino al 2 settembre, raccoglie quattro serie aperte e in crescita di dipinti mai esposti prima, realizzati con tempera acrilica su tela, che insistono su quattro aspetti centrali della sua ricerca: spazio, tempo, movimento, corpo. Il pigmento, che viene fatto colare su una superficie inclinata e che risulta guidato dalla forza di gravità, produce esiti accidentali e inattesi.
Ma l’imprevedibilità del modo in cui il colore scorre e si adagia sul supporto è mitigata dal calore del corpo e dalla volontà dell’artista che imprime una direzione al processo creativo. Il suo gesto modellatore produce lavori dinamici, sempre in fieri, con immagini cromaticamente accese ed espressive che non raccontano storie lineari né risultano sempre ben riconoscibili. Piuttosto s’inscrivono nel flusso del tempo, inteso come base del cambiamento e del movimento nel moto perpetuo che caratterizza la fragilità del divenire umano.