Fuori dall’oblio. Si può sintetizzare così il lungo e approfondito lavoro di Ivan D’Alberto e Van Verrocchio, che rende merito a Vacre Verrocchio (Pescara, 1929) con la mostra che la Fondazione Michetti di Francavilla Al Mare (Ch) presenta dal 26 gennaio al 22 febbraio.
Importante artista e animatore culturale della città di Pescara, a lui si deve la diffusione dell’Arte informale nella regione, la penetrazione del gusto del tempo, la capacità di esplorare il passato prossimo, il territorio, senza contare che egli stesso, con la propria produzione, fra dipinti, sculture, incisioni, ceramiche e oggetti di design, ha lasciato dietro di sé un grande patrimonio, che meritava la giusta sistemazione. Infatti, la sua figura, per decenni sbiadita nella storia dell’arte per motivi talvolta estranei alla realtà degli accadimenti, ritrova oggi fra le pagine della monografia a lui dedicata Vacre Verrocchio tra molteplicità e polisemia (collana la Casa dell’Arte, Casa Editrice Textus), l’equo peso che ebbe in quel preciso momento della storia.
Il filologico impegno svolto sulle fonti dagli autori e l’attenta attività di ricerca sui documenti rimettono al centro l’importanza del lavoro di Verrocchio che, insieme al fratello Giuliano, nel 1959 aprì a Pescara la prima galleria d’arte contemporanea della città. Da quel momento si schiude una pagina fortunata per i fratelli abruzzesi con l’organizzazione, nel 1960, di una mostra cui presero parte Vasco Bendini (Bologna), Rafael Canogar (Toledo), Bram Bogart (Delft, Olanda), Giuseppe De Gregorio (Spoleto), Elio Di Blasio (Chieti), Filippo Marignoli (Perugia), Piero Raspi (Spoleto) e Domenico Spinosa (Napoli), affiancati dal contributo critico del giornalista Antonio Bandera in collaborazione con il Quotidiano «Il Tempo» e la Galleria L’Attico di Roma.
A quella prima esperienza dal taglio internazionale ne seguirono molte altre, tutte indirizzate alla ricerca contemporanea ma anche all’immediata rivisitazione dell’opera di artisti protagonisti della precedente stagione artistica italiana, fra i quali Mario Sironi, Renato Guttuso, Ottone Rosai, Sante Monachesi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Giorgio De Chirico, Guido La Regina (che nel ’59 vinse il Premio Michetti) e gli abruzzesi Sandro Visca, Guido Montauti e Alfredo Del Greco per citarne alcuni. In questa accurata ricostruzione storica, il volume e la mostra, con uno spaccato delle opere più rappresentative di Verrocchio, rappresentano un tassello nell’indagine storico-artistica della città di Pescara e più in generale del nostro Paese.