Paola Venturelli
Leggi i suoi articoliEdito in 1.000 esemplari di elegante formato, il volume a cura di Francesco Luigi Maspes ed Elisabetta Staudacher, con contributi di Saverio Almini, Annie-Paule Quinsac e di numerosi schedatori, presenta la collezione del milanese Mario Rossello (1877-1973), una delle più importanti raccolte d’arte dell’Ottocento italiano, della quale poco o nulla si sapeva.
Ragioniere per nulla amante della mondanità, giunto ai vertici di Credito Italiano, della Franco Tosi, dell’Edison e di altre società che segnano la storia della nostra industria, nonché consigliere della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, membro del Comitato degli Amici di Brera e vicepresidente della casa editrice Ricordi, Mario Rossello costruisce la sua raccolta principalmente negli anni tra le due guerre, senza, sembrerebbe, l’aiuto di un esperto o di un mercante. È probabilmente introdotto al mondo del collezionismo dall’appassionato cultore d’arte Ernesto Cazzaniga, presidente del Collegio dei ragionieri della Provincia di Milano, di cui tra 1909 e 1910 Mario Rosselli diviene segretario. Importante fu poi verso la metà degli anni Venti l’incontro con il critico Enrico Somarè, impegnato nel rilancio della pittura italiana dell’Ottocento con Emilio Cecchi e Raffaele Calzini. Nel selezionare le opere della sua collezione Rossello dimostra una spiccata predilezione per i paesaggi, le scene di vita quotidiana e la ritrattistica, escludendo invece totalmente il tema della natura morta, con il corpus maggiore costituito dagli artisti lombardi e da quelli che ruotarono attorno alla Scapigliatura, egregiamente rappresentata.
Nel catalogo ragionato della collezione Rossello (di cui danno conto le 148 schede delle opere) si susseguono infatti i nomi di Tranquillo Cremona, Giovanni Segantini, Domenico Morelli, Antonio Mancini, Antonio Fontanesi, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Giovanni Fattori, Francesco Paolo Michetti, Daniele Ranzoni, ma anche di Francesco Hayez, il Piccio, Federico Faruffini, Domenico Induno, Mosè Bianchi, Giacomo Favaretto, Luigi Nono, Ettore Tito, Filippo Palizzi, con il nucleo di sculture di Giuseppe Grandi, Paolo Troubetzkoy e Vincenzo Gemito e il gruppo di acqueforti di Luigi Conconi; facevano parte della sua raccolta anche un quadretto di Corot e dipinti assegnati a Magnasco, Rembrandt, Goya, Francesco Guardi e Giambattista Tiepolo. Tra i dipinti preferiti da Mario Rossello ci fu senza dubbio «Melodia» (1874-78) di Tranquillo Cremona (1837-78). Esposto nel 1878 a Milano alla mostra postuma delle opere del pittore, organizzata per iniziativa di Vittore Grubicy de Dragon che di Cremona era stato il mercante, era passato nella collezione milanese Borghi e quindi in quella a New York di Madame Archibald White. Un’opera notissima, che Rossello teneva nello studio della sua dimora milanese di via Dante, «musica cromatica», come scrisse Ugo Pisa, un dipinto «concentrato essenzialmente in un solo gesto».
La collezione segreta.
Raccolta Mario Rossello
a cura di Francesco Luigi Maspes ed Elisabetta Staudacher
434 pp., ill. colori
Grafiche Antiga per Gallerie Maspes Milano
Crocetta del Montello (Tv) 2016
€ 160,00
Altri articoli dell'autore
Maria Paola Zanoboni ha ricostruito una vicenda ottocentesca di arte e imprenditoria tra Milano e Como
Le arti decorative siciliane attraverso l'analisi delle fonti dai viaggiatori francesi tra XVII e XIX secolo
Sono alla base di uno studio di Paolo Torriti sulle manifatture orafe della città del Palio