
Francesco Scoppola
Leggi i suoi articoliUn’accelerazione incoraggiante è riscontrabile in merito alla sorte della villa e del cinquecentesco palazzo di Eurialo Silvestri a Roma, poi divenuto Pio Istituto Rivaldi. Eurialo Silvestri da Cingoli, uomo di fiducia di Paolo III Farnese, lo fece costruire a partire dal 1542. A metà Seicento la trasformazione in convento causò la copertura degli affreschi cinquecenteschi e, dopo l’Unità d’Italia, la villa divenne sede scolastica.
Dopo circa un secolo di degrado originato dalle estese demolizioni a ridosso dell’area archeologica centrale avviate tra il 1909 e il 1911 e mai davvero terminate (l’ultima ha colpito la via Alessandrina), si profila finalmente un’inversione di tendenza. Il 15 ottobre 2021 era stata sancita un’intesa tra il Ministero e la Regione Lazio per la valorizzazione e il ripristino della fruizione pubblica del complesso, poi oggetto di un convegno nel dicembre del 2022 in Palazzo Poli. Dopo che, con la Legge regionale n. 23 del 2023, sono stati fissati i criteri degli interventi straordinari di valorizzazione, il 4 luglio 2024 la Giunta regionale ha deliberato un piano da 25 milioni di euro e il 9 dicembre la Regione Lazio ha acquistato l’intero complesso dagli Istituti di Santa Maria in Aquiro (il dirigente nominato direttore dei lavori è l’architetto Carlo Abbruzzese).
Lo scorso 30 gennaio presso l’Istituto Centrale per il Restauro (Icr) sono stati presentati gli atti del convegno. Edito da Viella e forte del contributo di 57 autori, Villa Silvestri Rivaldi. Un cantiere di studio nel centro di Roma (2024), a cura di Gianni Pittiglio e Maria Adelaide Ricciardi, ripercorre le scoperte archeologiche, il descialbo degli affreschi cinquecenteschi, la messa in sicurezza e i restauri che hanno reso l’edificio un luogo di studio e di ricerca. Nell’introduzione il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca scrive: «Il pregevole palazzo rinascimentale ubicato presso il Colosseo meritava una seconda vita». I primi restauri realizzati nei cantieri scuola dell’Icr hanno riportato alla luce bellissimi affreschi, alcuni dei quali attribuiti alla scuola di Perin del Vaga. In attesa che si proceda al restauro strutturale dell’intero edificio, recupero sognato e proposto da Leonardo Benevolo cinquant’anni fa, sarà possibile visitare le sale affrescate del piano nobile: il pubblico potrà constatare con i propri occhi, al pari del naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi tra 1549 e 1550, che «sono questa sala e camere così vagamente depinte et adorne, che pare che in una fiorita e vaga primavera s’entri».

Un particolare degli affreschi rinvenuti a Villa Rivaldi attribuiti alla scuola di Perin del Vaga
Altri articoli dell'autore
Il re nudo • Secondo Francesco Scoppola, socio dell’Istituto Nazionale di Archeologia e di Storia dell’Arte (Inasa), non sempre e non tutto si può e si deve rendere accessibile
Chi sono le «stelle dell’architettura» in Italia? E soprattutto: perché gli architetti, non solo i più affermati e famosi, desiderano intervenire nei contesti storici di pregio?
La cessione in uso anche di un solo vano all’Università consentirebbe di restituire all’originaria funzione il cortile, la chiesa cappella, le scale, i portici, i loggiati, oggi frequentati solo da turisti occasionali e da pochi altri fruitori
La prima cosa che emerge leggendo il lbro dedicato è la capacità e la necessità di intendere l’interezza dei nostri panorami come un tutto unico e non solo come sommatoria di episodi separati e accostati senza una logica