Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Camilla Sordi
Leggi i suoi articoliLa collezione privata di Kathryn e Bing Crosby è stata venduta da Sotheby’s il 18 dicembre per un totale di 6,7 milioni di dollari. L’asta, organizzata nel periodo natalizio particolarmente significativo per la famiglia, ha segnato uno dei momenti di chiusura della stagione della casa d’aste nel Breuer Building, nuova sede inaugurata quest'anno nell’Upper East Side di Manhattan. Stagione vincente per la maison, i cui ricavi sono cresciuti del 17% rispetto al 2024. Merito anche della raccolta dei Crosby, venduta interamente al di sopra della stima, che si fermava a 6,3 milioni di dollari.
Kathryn Grant e Bing Crosby si conobbero nel 1953 negli studi della Paramount. Lui era già una star affermata, lei una giovane attrice texana arrivata a Hollywood con un contratto cinematografico. Dopo un lungo corteggiamento si sposarono nel 1957. Gran parte delle opere, degli arredi e dei ricordi raccolti durante i loro vent’anni di matrimonio è confluita nella vendita, intitolata «Swinging on a Star». Sebbene l’attenzione iniziale fosse rivolta ai cimeli legati alla carriera cinematografica e musicale di Bing Crosby, i risultati più importanti hanno riguardato le opere d'arte, arredi e oggetti da collezione. In catalogo figuravano quasi 200 lotti, capaci di restituire un ritratto preciso dei gusti della coppia.
Il lotto di maggior valore è stato «On the Moors» del 1914 di Alfred James Munnings, una scena di caccia a cavallo, venduta per 1,2 milioni di dollari. L’opera riflette la passione di Crosby per i cavalli e per la vita all’aria aperta, coltivata soprattutto tra gli anni Cinquanta e Settanta nei suoi ranch. Due dipinti di Charles Marion Russell dedicati al West americano hanno raggiunto complessivamente poco meno di 1 milione di dollari. «Paysage d’après Corot» del 1898 di Pierre-Auguste Renoir è stato aggiudicato per 317,5 mila dollari, mentre un paesaggio proprio di Jean-Baptiste-Camille Corot ha totalizzato 101,6 mila dollari.
Alfred James Munnings, «On the Moors» (1914). Photo: courtesy Sotheby’s
Grande attenzione ha suscitato il nucleo di oggetti Fabergé. Quasi cinquanta lotti della manifattura russa hanno generato circa 2 milioni di dollari. Tre gioielli in diamanti e argento collegati a Caterina la Grande hanno superato i 400 mila dollari, ben oltre le stime iniziali. Un orologio Patek Philippe ha raggiunto 150 mila dollari a fronte di una valutazione massima di 25 mila dollari.
Tra gli oggetti più evocativi figurava il cappotto da sera color avorio di Kathryn con collo in volpe, indossato nel Bing Crosby Christmas Show del 1966 e venduto per 1,5 mila dollari. Dalla carriera cinematografica di Crosby arrivava anche un casco coloniale utilizzato in «Road to Zanzibar» del 1941, aggiudicato per 5,3 mila dollari, e le bobine di film come «Holiday Inn e Robin and the Seven Hoods», vendute per oltre 20 mila dollari.
Molti lotti provenivano dalla villa in stile normanno nei pressi di San Francisco, abitata dalla coppia dagli anni Sessanta. Tra questi una cornice Fabergé con perle raffigurante i coniugi, venduta per 68,85 mila dollari, un portapillole lilla ispirato a un Uovo Imperiale del 1907 aggiudicato per 152,4 mila dollari, e una coppia composta da un leone in quarzo e un topo in zaffiro, venduta per oltre 650 mila dollari. Completavano la selezione un pianoforte a coda inglese del XIX secolo battuto per 95,25 mila dollari e una serie di mobili storici.
Altri articoli dell'autore
Una vendita di arte moderna e contemporanea che intreccia identità regionali e grandi nomi globali. In programma il 31 gennaio 2026
Il museo londinese ha acquistato tre dagherrotipi in asta da Bonhams, aggiungendo alla sua raccolta un tassello fondamentale della storia scientifica e culturale europea
«Helter Skelter» pone in dialogo i due artisti intrecciando identità black, mascolinità bianca e cultura pop in un dialogo senza compromessi
Al Carreau du Temple, 71 gallerie e oltre 300 artisti raccontano lo stato attuale del medium cartaceo tra tradizione, ricerca digitale e nuove pratiche



