«Hoover Dam and Lake Mead, American Power» di Mitch Epstein (particolare)

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«Hoover Dam and Lake Mead, American Power» di Mitch Epstein (particolare)

La vera natura americana negli scatti di Epstein

Nelle Gallerie d’Italia di Torino il fotografo, regista e sceneggiatore esplora i grandi temi dell’attualità statunitense negli ultimi vent’anni

Le Gallerie d’Italia di Torino inaugurano un’importante retrospettiva dedicata al fotografo americano Mitch Epstein (classe 1952). Dal 12 ottobre al 2 marzo 2025, «American Nature», curata da Brian Wallis (direttore esecutivo del Center for Photography di Woodstock), espone il lavoro di Epstein degli ultimi vent’anni. Attivo già dagli anni Settanta e considerato un pioniere della fotografia a colori, che ha elevato a status di forma d’arte, Mitch Epstein si è presto distinto per il suo desiderio di documentare l’esperienza statunitense e i problemi sociali che definiscono il Paese, mettendo in questione che cosa significhi essere un cittadino americano. I suoi progetti sono estremamente narrativi, le singole foto parte di un racconto che vuole stimolare e incoraggiare il dibattito. I progetti in mostra a Torino non sono un’eccezione. Le tre serie selezionate, «American Power», «Property Rights» e «Old Growth», offrono una riflessione sui temi più importanti dell’attualità americana: dal cambiamento climatico al ruolo delle industrie nella società, ai diritti dei popoli indigeni

«American Power» è frutto di un lavoro quinquennale iniziato nel 2003, un’investigazione sulla produzione e il consumo dell’energia negli Stati Uniti. Attraverso delle foto di grandi dimensioni dei siti industriali, Epstein si interroga sulla relazione tra individui, industrie e governo, sull’impatto del consumismo di massa e sulla distribuzione del potere. La serie «Property Rights» nasce invece nel 2017, quando Epstein si unisce alle proteste del popolo indigeno Sioux di Standing Rock contro la costruzione dell’oleodotto Dakota Access. Quest’esperienza ha ispirato il fotografo a cercare e poi rappresentare altri conflitti fondiari, in cui minoranze etniche si sono opposte all’acquisizione o utilizzo delle proprie terre da parte del Governo o di industrie private. Il risultato sono una serie di fotografie che documentano le dinamiche di proprietà e accesso alle risorse in un Paese basato sui principi del colonialismo e onorano la straordinaria capacità degli individui di ergersi contro il potere organizzato, a difesa del pianeta e delle generazioni future. La mostra continua con il più recente progetto di Epstein, «Old Growth», in parte commissionato da Intesa Sanpaolo. Il pubblico si trova circondato da immagini di grande formato delle antiche foreste primarie (old growth) degli Stati Uniti, con scatti di singoli alberi e biosistemi sopravvissuti per secoli, forse millenni. Il progetto è una celebrazione della bellezza e resilienza della natura, ma, in un Paese che in un secolo ha raso al suolo il 95% delle foreste vergini, è anche un monito di ciò che è a rischio a causa dell’attività umana e del cambiamento climatico. Per concludere il percorso espositivo, le Gallerie rendono omaggio al lavoro di Epstein come regista e sceneggiatore, con due installazioni video: «Forest Waves», che unisce video e musica per raccontare le foreste del Berkshire, e «Darius Kinsey: Clear Cut», un cortometraggio che racconta il taglio delle foreste tra Ottocento e Novecento, attraverso le immagini di Darius Kinsey.

«Standing Rock Prayer Walk, North Dakota» (2018) dalla serie «Property Rights» di Mitch Epstein

«Coastal Redwood, Grove of Titans, Jedediah Smith Redwoods State Park, California» (2021) dalla serie «Old Growth» di Mitch Epstein

Anna Aglietta, 10 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

La vera natura americana negli scatti di Epstein | Anna Aglietta

La vera natura americana negli scatti di Epstein | Anna Aglietta