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Una veduta dall’alto del nuovo Micas con una panoramica su Floriana, non lontano dalla capitale La Valletta

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Una veduta dall’alto del nuovo Micas con una panoramica su Floriana, non lontano dalla capitale La Valletta

L’arte contemporanea approda a Malta

Il nuovo Micas, Malta International Contemporary Arts Space, occupa un'antica fortificazione restaurata dal fiorentino Ipo Studio. L’inaugurazione ha avuto luogo con le opere di Joana Vasconcelos

Michela Moro

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L’ingresso al Micas, acronimo per Malta International Contemporary Arts Space, il nuovo luminoso museo per l’arte contemporanea che ha da poco aperto le porte a Floriana, non lontano dalla capitale La Valletta, è segnato dal monumentale «Solitaire» di Joana Vasconcelos, un anello di diamanti composto da 110 cerchioni d'oro sormontato da una piramide di 1.450 bicchieri da whisky di cristallo. Si avanza incontrando «The Radiant» dell'artista svizzero Ugo Rondinone, gigantesco uomo di pietra, mentre svettano sui bastioni, visibili anche dal mare, i grandi dischi di «What is to become is already there» dell'artista britannico Conrad Shawcross. Si guadagna infine l’entrata progettata, insieme al bookshop, dal duo italiano Formafantasma.

Vedere nascere rapidamente, o quasi, un nuovo museo dedicato all’arte contemporanea, ha sempre un che di miracoloso, eppure succede. La fortificazione del XVII secolo, arroccata sui bastioni eretti dai Cavalieri di Malta, dopo esser stata per più di due secoli Ospizio per anziani indigenti, donne povere e persone con malattie mentali, è rinato grazie a un progetto che ha preso vita nel 2017, firmato dal fiorentino Ipo Studio. L’intervento architettonico avvolge in una griglia di travi in acciaio parte dei bastioni, archi monumentali e costruzioni diverse, moderno carapace e contenitore di saperi.

Il progetto Micas, che include il restauro dei bastioni e degli edifici ausiliari, le residenze degli artisti e il giardino delle sculture, è stato un investimento statale di oltre 30 milioni di euro, sostenuto da più di 9 milioni di euro di finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), restituendo alla comunità 8.360 metri quadrati di terreno precedentemente inaccessibile, sotto forma di infrastruttura culturale.

Una veduta di «Solitaire» di Joana Vasconcelos all’ingresso del Micas

Ad avere l’onore e la responsabilità di inaugurare il museo è stata una spumeggiante Joana Vasconcelos, che con generosità ha occupato gli spazi con opere nuove e d’archivio, immense come l'imponente «Albero della vita», con le sue 110mila foglie di tessuto cucite e ricamate a mano, funghi, muschi e licheni, ceppi e rami, che danno vita alla spaziosità grezza e sobria del museo, oppure domestiche, come «Valletta», una tv ricoperta dai tradizionali ricami maltesi. C’è tutto lo spirito e il vigore dell’artista portoghese in questa mostra dal titolo «Transcending the Domestic» (intorno ai temi della domesticità, del genere e della politica culturale; fino a marzo 2025), ben scelta con il difficile compito di apripista artistico in un Paese che, ferratissimo tra Caravaggio e Mattia Preti, sta compiendo un grande salto nel XXI secolo.

In realtà c’è stato un lento avvicinamento, perché il Consiglio di Micas, capitanato dalla indomita presidente Phyllis Muscat e coadiuvato dal designer Francis Sultana, ambasciatore della cultura di Malta, con Georgina Portelli e Claire Cassar, dal 2018 ha proposto ogni anno durante l’International Art Weekend un artista: primo Ugo Rondinone, seguito dal francese Pierre Huyghe e dalla spagnola Cristina Iglesias. Poi l’artista americana Michele Oka Doner e il britannico Conrad Shawcross. Le opere acquisite sono già in parte (e saranno prossimamente) collocate al Micas, dove è previsto anche il completamento di un giardino di sculture nel 2025. Il museo è diretto da Edith Devaney, per oltre vent’anni senior curator alla Royal Academy of Arts di Londra. Il programma è stato definito per il prossimo biennio e include artisti internazionali con un’attenzione costante al panorama artistico locale che sta acquistando sempre più corpo. A segnalare l’importanza che Micas ha per il Paese è stata la presenza di primo ministro e ministro della Cultura all’inaugurazione. «Questo è un luogo di luce e bellezza, ha detto Vasconcelos: è una cattedrale di speranza e di sapere per il Paese, per costruire un futuro in cui la bellezza porti armonia. E noi vogliamo essere parte di questa società». Il luogo è destinato a diventare una ulteriore destinazione culturale e turistica grazie anche al ristorante che dall’alto del museo offrirà presto una vista mozzafiato sul Marsamxett Harbour, sulle tre città storiche e su La Valletta, che con le loro architetture potenti lambite dal mare compongono il cuore di questo piccolo gioiello del Mediterraneo.

Michela Moro, 12 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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