Dall’11 febbraio al 4 maggio, il Getty Museum ospita una retrospettiva dell’artista cubana María Magdalena Campos-Pons (Matanzas, 1959), che ripercorre 35 anni di carriera ed esplora temi di identità culturale e discendenza, memoria, migrazione, lavoro e schiavitù, maternità. La pratica artistica di Campos-Pons abbraccia vari media, tra cui fotografia, pittura, installazioni e performance.
Partendo dalla sua eredità afrocubana e dalla storia della sua famiglia, in cui si intrecciano radici yoruba, nigeriane, cinesi e ispaniche, la mostra esplora il lavoro di Campos-Pons, facendo viaggiare il pubblico tra luoghi diversi del mondo, antiche pratiche spirituali e media che attingono alla tradizione e ai riti ancestrali. Nelle sue esplorazioni dei fenomeni di migrazione e diaspora, Campos-Pons si muove dalla sua storia familiare (il suo bisnonno fu portato a Cuba dalla Nigeria come schiavo, sua nonna fu una sacerdotessa della Santería, pratica religiosa in cui si incontrano elementi del cattolicesimo e delle credenze tradizionali africane) per poi seguire le traiettorie delle storie globali che, tra schiavitù e lavoro, hanno portato e continuano a portare allo spostamento di milioni di persone.
Un tema centrale nel lavoro di Campos-Pons è l’esplorazione delle connessioni ancestrali e dei modi in cui esse plasmano la nostra comprensione di noi stessi e del mondo. Campos-Pons non è solo un’artista, ma anche un’attivista: è la fondatrice di Engine for Art, Democracy & Justice, un programma che si concentra sull’arte come mezzo di resistenza esplorando in particolare le esperienze del Sud globale. Le sue opere riflettono spesso il suo impegno per la giustizia sociale e la sua fede nel potere trasformativo dell’arte.
La mostra, che ha viaggiato attraverso gli Stati Uniti da quando è stata organizzata dal Brooklyn Museum nel 2023, include «Spoken Softly with Mama» (1998), un’installazione che utilizza video, fotografie e oggetti di recupero per onorare la storia delle donne nere come lavoratrici domestiche e per evidenziare il lavoro spesso invisibile che ha sostenuto la società per generazioni. Ma la mostra si occupa anche del presente, con alcune delle opere più recenti che onorano le vittime della violenza della polizia i cui nomi sono diventati noti attraverso il movimento Black Lives Matter.
Di recente l’artista ha diretto la sua attenzione anche verso il mondo naturale: «Secrets of the Magnolia Tree» (2021) è un trittico in cui ritrae sé stessa immersa in alberi di magnolia ispirati a quelli tanto diffusi a Nashville, dove attualmente vive, invitando a ragionare su come i luoghi e la natura segnano il corpo. Campos-Pons dipinge sé stessa in queste immagini, contemplando la complessa storia del Sud degli Stati Uniti e il rapporto tra i corpi neri e la terra.