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Margherita Panaciciu
Leggi i suoi articoliL'autunno è alle porte e passeggiare per Manhattan in questi primi giorni di settembre sembra come vivere in un film di Woody Allen o in una scena rubata a When Harry Met Sally: tutto ha quella luce dorata, morbida, che fa sembrare anche la frenesia cittadina più intima, più vicina. Tra i quartieri più affascinanti in cui perdersi c'è uno dei posti che ultimamente è diventato il simbolo della New York contemporanea: Hudson Yards. In autunno, anche questo moderno angolo della città sembra rallentare il passo, lasciandosi avvolgere da una luce più calda e morbida che accarezza le superfici di vetro e acciaio. Le terrazze panoramiche offrono viste mozzafiato sul fiume Hudson incorniciato da alberi che si tingono di rame e ocra, mentre i mercatini e le installazioni artistiche stagionali trasformano The Shed e le piazze circostanti in spazi vibranti, ma raccolti. Qua, nel monumentale centro congressi Javits Center, dal 5 al 7 settembre (con preview il 4) si svolge la fiera d’arte cittadina per antonomasia, The Armory Show, che apre idealmente la «fall season» dell’arte.
Sette le sezioni di quest’anno che raggruppano più di 230 espositori, tra cui 8 importanti realtà italiane: Massimo e Francesca Minini, Dep Art, Secci, Lorcan O'Neill, Muciaccia, Studio G7 e Luce. Riguardo ai settori non manca la storica Galleries, con le principali gallerie internazionali che presentano eccezionali opere d’arte del XX e XXI secolo realizzate con tecniche diverse; Solo, con presentazioni «intime» che si concentrano sul lavoro di un singolo artista emergente, affermato o storico che ha operato nel XX o XXI secolo; Focus, che mette in evidenza artisti e gallerie del sud degli Stati Uniti, una regione fondamentale per il panorama artistico americano e patria di alcuni degli artisti più celebri del Paese, punto di incontro di popolazioni diverse e pilastro dell’arte contemporanea americana; Presents, con gallerie emergenti con meno di dieci anni di attività che presentano opere recenti di artisti singoli e coppie di artisti; Platform, in cui sono esposte sculture su larga scala, installazioni e opere site-specific; Not-For-Profit, con organizzazioni partecipanti che includono musei e gallerie senza scopo di lucro e fondazioni d’arte unite nel promuovere le arti visive sia tra i collezionisti che tra il grande pubblico. La settima sezione è la novità del 2025, Function, che esplora l'intersezione tra arte e design, esaminando le pratiche artistiche da una prospettiva di design. La curatrice di questo ramo è Ebony L. Haynes, Senior Director da David Zwirner e 52 Walker. Per spiegare il modo in cui gli artisti interagiscono con i principi del design e li mettono in discussione, ha dichiarato: «La dicotomia spesso citata tra “alto” e “basso”, quando viene utilizzata per discutere rispettivamente di arte e design, non è più valida. Questa dicotomia è un retaggio del pensiero modernista che separa l’arte da una rigida concezione delle pratiche applicate, rafforzando le gerarchie culturali. Mi interessa lo spazio in cui i confini tra arte e design si confondono o si mescolano. Le sedie rifiutano di essere utilizzate, i tessuti insistono sulla loro presenza scultorea e gli oggetti scivolano tra funzionalità e inutilità. In questo continuo alternarsi, il design perfora l'arte con il linguaggio della quotidianità, mentre l'arte perfora il design spogliandolo della sua utilità. La dicotomia alto/basso diventa meno una gerarchia che un luogo di attrito, rivelando come vengono create, applicate e annullate le categorie di valore. Quale luogo migliore per percepire le connessioni e le differenze tra loro se non una fiera d'arte commerciale dove, a mio avviso, l'estetica e la funzione non possono esistere separatamente l'una dall'altra. Non vedo l'ora di vedere la prossima edizione di Function all'Armory Show e di scoprire come qualcun altro sceglierà di mettere in risalto il “design”».
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