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Michela Moro
Leggi i suoi articoliMilano. Nel 1958 Christie’s, casa d’aste londinese fondata nel 1776 da James Christie, inaugura il suo primo ufficio estero a Roma e nel 1969 a Firenze. Nel 1979 arriva a Milano, che con Roma, diventa il centro nevralgico per le Aste di Arte Moderna e Contemporanea. Dal 1998 Christie’s fa parte del Groupe Artémis di François Pinault. La parola a Mariolina Bassetti, Chairman di Christie’s Italia.
Com’ è andato il 2019, qual è la previsione per il 2020?
Il 2019 è andato molto bene, soddisfacente e ricco di novità. Il totale combinato delle due aste dedicate all’arte italiana di questo anno è stato pari a 44 milioni di euro circa. In occasione dell’Asta milanese di aprile, sulla scia degli eccezionali risultati della rinnovata asta londinese «Thinking Italian», abbiamo lanciato il nuovo format «Thinking Italian Milan», brand dedicato esclusivamente a eccellenti opere di arte italiana, positivamente percepito dal mercato italiano e internazionale, con una sensazionale percentuale di vendita nella sessione serale, che ha realizzato il 100% di venduto (13.932.875) euro. Questo importante esito ha rinnovato l’attenzione per l’arte italiana a livello internazionale, come dimostrano anche alcune aggidicazioni delle aste newyorkesi di maggio, con un «Concetto spaziale, Attese» (1965-66) di Lucio Fontana aggiudicato per oltre 2,5 milioni di dollari e una «Natura morta» di Giorgio Morandi per 2.415.000 dollari. Analizzando la seconda metà del semestre Christie’s, unica casa d’aste con un’asta internazionale interamente dedicata all’arte italiana, si dimostra leader di mercato con un risultato pari a 24.6 milioni di sterline e il 98% di venduto per valore, in occasione dell’Asta «Thinking Italian» a Londra il 4 ottobre scorso. Facendo seguito a questo successo dell’arte italiana, la settimana successiva si è tenuta sempre a Londra «Thinking Italian Design», che ha riscosso grande successo sia tra i collezionisti di design che tra i maggiori collezionisti di arte italiana. Questi risultati rispecchiano la vivacità e attenzione a livello internazionale per l’arte italiana, interesse confermato anche alla fine dell’anno a New York con l’aggiudicazione record di 16.165.000 di dollari per la scultura di Umberto Boccioni «Forme uniche della continuità nello spazio» (1913-72).
Come valuta il mercato italiano?
Molto solido e in crescita. Non registrando picchi speculativi, ma una calmierata e costante crescita, risulta più stabile rispetto ad altri. Una delle problematiche che non ne facilitano la crescita sono probabilmente le leggi per le opere con più di 50 anni. È possibile che una maggiore flessibilità nei criteri di esportazione aiuterebbe la promozione e visibilità delle opere italiane nel panorama internazionale. Una seconda criticità del nostro mercato è l’esistenza di una rete di promozione poco integrata per i giovani artisti italiani, soprattutto se paragonata ad altre realtà straniere in cui le istituzioni hanno programmi di promozione volti a facilitare la collaborazione tra giovani artisti, critici, curatori e esperti del settore.
Chi sono i collezionisti di oggi?
Il profilo dei collezionisti di oggi è estremamente eterogeneo. Molti amano circondarsi di ciò che più li rappresenta e questo spesso li avvicina all’arte e design del dopogruerra e contemporaneo. Altri prediligono l’arte moderna, in alcuni casi con uno spiccato interesse per il Primo Novecento storico. Ne è un esempio l’aggiudicazione record pari a 200mila euro per il dipinto «Giovani donne al mare» (1924-26) di Ubaldo Oppi, andato in asta a Milano ad aprile. Un altro profilo è rappresentato dal collezionista appassionato di arte contemporanea, che ama andare alla ricerca di giovani talenti spesso stranieri e con un rapido potenziale di crescita economica.
Quali sono i vostri top lot dell’anno?
Andando in ordine cronologico, partirei dai record dell’asta Thinking Italian Milan. «Natura morta» (1952) di Giorgio Morandi ha raddoppiato e superato la stima minima, per essere aggiudicato a 1.570.000 euro. A conferma dell’attenzione internazionale rivolta al pittore bolognese, il secondo top lot è stato la «Natura morta» del 1947 a 1.030.000 euro. Altro importante traguardo è stata l’aggiudicazione di «Particolare di Propaganda» (1964) di Schifano a 634mila euro, secondo record del mondo al tempo dell’asta. Per le aste di New York non possiamo non citare il «Rabbit» (1986) di Jeff Koons offerto all’incanto a maggio 2019. La scultura, record per l’artista (91.075.000 dollari), ha avuto un grandissimo successo di pubblico. Non meno importante il record realizzato da «Buffalo II» (1964) di Robert Rauschenberg aggiudicata per oltre 88milioni. di dollari (sempre a maggio a New York). Significativi anche i traguardi raggiunti nell’asta Thinking Italian di ottobre a Londra, ad esempio l’aggiudicazione di «Sacco» (1953) di Alberto Burri per 4.576.000 sterline e il rarissimo metallo «Concetto spaziale» (1954) di Lucio Fontana aggiudicato per 3.724.750 sterline. Concludiamo l’anno e consacrazione dell’arte italiana con il già citato record d’artista di Umberto Boccioni, registrato a novembre a New York con la scultura «Forme uniche della continuità nello spazio» (1913-72).
In quale settore concentrate le vostre energie?
Seguiamo e lavoriamo in sinergia con grandi curatori internazionali, riteniamo che la cultura e il mercato dell’arte non possano che essere interconnessi. Credo il compito principale del mercato sia di diffondere a livello internazionale l’arte, uno degli obiettivi del nostro format «Thinking Italian» è far conoscere i principali movimenti artistici italiani. Scopo condiviso con diverse istituzioni culturali, come il Center for Italian Modern Art (CIMA) di New York che, da ottobre 2020 a giugno 2021, ospiterà una mostra dedicata all’esperienza newyorkese di Mario Schifano e alle sue opere dei primi anni Sessanta. Altro valido esempio è rappresentato da Palazzo Reale a Milano, che il prossimo anno ospiterà un’importante mostra sul Realismo Magico. Inoltre dedichiamo grande attenzione al design italiano, promuovendo progetti e aste tematici. La nostra casa d’aste incoraggia collaborazioni cross-category tra dipartimenti, è probabile che il prossimo anno potrete notare una crescente integrazione tra arte e design italiano.
Anticipazione per il 2020?
Il primo appuntamento sono le nostre aste londinesi di febbraio dedicate all’arte impressionista e moderna, tenuto conto della grande attenzione e risultati incoraggianti registrati dalle opere di Giorgio Morandi, vi anticipo che avremo in asta una splendida «Natura morta» del 1950. Per l’asta Thinking Italian Milan è confermato un raro dipinto di Osvaldo Licini, mentre per gli amanti dell’arte pop italiana avremo un’importante opera di Tano Festa. Per i collezionisti sempre alla ricerca di novità, tra i nomi confermati posso anticiparvi Maria Lai, artista recentemente apprezzata dal mercato e alla quale il Museo MAXXI di Roma ha dedicato un’importante retrospettiva.
Riuscite ad attrarre compratori e venditori stranieri?
Assolutamente sì, la nostra rete internazionale ci permette di rivolgere lo sguardo ai compratori stranieri. L’80% dei partecipanti all’asta Thinking Italian Milan provengono dall’Europa continentale, oltre il 10% dall’America, circa il 4% dal Regno Unito e la restante percentuale dai Paesi asiatici. In totale hanno partecipato all’edizione 2019 compratori provenienti da circa 20 Paesi del mondo. Anche sul fronte dei venditori c’è grande attenzione per l’arte italiana, i nostri colleghi stranieri collaborano attivamente con la squadra italiana, infatti uno dei top lot offerti a Londra a «Thinking Italian» a ottobre è stato il «Sacco» (1953) di Alberto Burri proveniente da un’importante collezione giapponese e che non compariva sul mercato dagli anni Ottanta. Infine, a dimostrazione della visibilità internazionale raggiunta dalla nostra asta milanese, ad aprile 2019 abbiamo offerto all’incanto un importante gruppo di opere provenienti da collezioni internazionali e alienate per sostenere l’organizzazione non profit Water Academy (progetto volto a sostenere la ricerca di soluzioni per risolvere il problema della scarsità d’acqua), che non sarebbe stato possibile senza il supporto di numerosi attori internazionali.
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