«La favola» di Berthe Morisot

© Christian Baraja Slb

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«La favola» di Berthe Morisot

© Christian Baraja Slb

Le fugaci impressioni di Berthe Morisot

Proseguono a Palazzo Ducale di Genova i festeggiamenti per i 150 anni dell’Impressionismo con i dipinti della cognata di Manet, a cui fu sconsigliato (invano) di esporre da Nadar

15 aprile 1874: una data fatale per la storia dell’arte, perché segna l’apertura della prima mostra della Société anonyme coopérative des artistes peintres, sculpteurs et graveurs, presso l’ex laboratorio parigino del fotografo Nadar. Accanto alle tele di Monet, Degas, Renoir, Pissarro, figuravano dieci opere di un’unica donna, Berthe Morisot (1841-95), che decise di prendere parte all’esposizione nonostante gli amici pittori Manet e Puvis de Chavannes avessero cercato di dissuaderla. 

Una mostra, nel Palazzo Ducale di Genova dal 12 ottobre al 23 febbraio 2025, getta ora nuova luce, impressionista, sulla pittrice grazie a dipinti inediti e a preziosi taccuini di schizzi. La mostra «Impression, Morisot» rientra nel calendario delle celebrazioni ufficiali del 150mo anniversario dell’Impressionismo, è organizzata in collaborazione con il Museo di Belle arti di Nizza, ed è curata da Marianne Mathieu, massima esperta della Morisot e autrice della sua esaustiva biografia, pubblicata nel catalogo Electa, fra le cui pagine si ricostruiscono le tappe di una precoce passione artistica. 

Il talento della Morisot nasce e si coltiva nelle sale del Louvre, dove l’artista copia le tele dei grandi maestri. In mostra sono presenti alcune delle sue prime prove pittoriche concepite nel museo in cui, nel 1868, avverrà l’incontro con Manet. Il suo matrimonio con il fratello di Édouard, Eugène, si celebrerà nel dicembre del 1874 ma la Morisot non smetterà di dipingere, continuando a firmare le sue opere con il proprio cognome. Il dato biografico non è irrilevante per la pittrice perché, per tutta la vita, ritrarrà scene domestiche che hanno per protagoniste, sovente, l’amata figlia Julie e le nipoti, i cui volti emergono, fra le sale espositive, anche da fotografie tratte dell’album familiare. Le sue «fanciulle in fiore», ritratte sin dall’infanzia, sbocciano negli anni della maturità artistica, con opere quali «Jeune fille dans un parc» (1893) dal Musée des Augustins o «La favola» (1883) di collezione privata. 

Un nucleo fondamentale di dipinti è stato concesso in prestito dagli eredi dell’artista: si tratta di opere inedite che, come spiega Ilaria Bonacossa, direttrice di Palazzo Ducale, «mostrano come i numerosi dipinti che possono sembrare non finiti o abbozzati nascono da numerosi studi preparatori, ed esprimono la volontà dell’artista di catturare il momento fuggente, quell’“Impression” che dà il titolo alla mostra, e che conferisce ai dipinti il loro aspetto fugace». 

L’attenzione per il disegno è testimoniata dai taccuini di schizzi in mostra, esposti accanto a disegni a matita, pastelli e acquerelli. Infine, una sezione è dedicata alle suggestioni dei soggiorni in Riviera (nel corso dei quali visiterà anche Genova). «Nei suoi viaggi in Riviera, continua Bonacossa, Berthe scopre il Barocco e le sue architetture, e questa scoperta la colpisce a tal punto che, quando con il marito costruisce la sua casa a Parigi, immagina, per il proprio salon-atelier, una finestra ispirata all’architettura barocca».

Arianna Antoniutti, 09 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Le fugaci impressioni di Berthe Morisot | Arianna Antoniutti

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