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Roberto Mercuzio
Leggi i suoi articoliDall’11 dicembre gli spazi di Conciliazione 5 (progetto di arte contemporanea ideato in occasione del Giubileo 2025 dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede) presentano il quarto e ultimo appuntamento del programma annuale, che ha per protagonista il brasiliano Jonathas de Andrade (Maceió, 1982).
Il programma di quest’anno di Conciliazione 5, con la cura per questo primo anno di attività di Cristiana Perrella, incorpora la sfida proposta dal Giubileo confrontandosi con questioni attuali e di forte impatto sociale: il carcere, la migrazione, l’ambiente, la povertà. Per ogni appuntamento l’artista protagonista lavora sia nello spazio di via della Conciliazione (una «window gallery», visibile 24 ore su 24) sia in un vicino luogo cittadino, ogni volta diverso e legato al tema, originando così un progetto d’arte diffuso esteso anche fuori dal perimetro di Città del Vaticano.
L’apporto di Jonathas de Andrade, che affronta i temi della solidarietà e dell’azione sociale, giunge dopo quello di Yan Pei-Ming (Shanghai, 1960), che ha lavorato sulla condizione carceraria in relazione con la comunità della casa circondariale di Regina Coeli; quello di Adrian Paci (Scutari, 1969), che ha concentrato la sua ricerca sulla potenza trasformativa del viaggio; e quello di Vivian Suter (Buenos Aires, 1942), che ha esplorato la relazione dell’uomo con la natura.
Nello spazio Conciliazione 5, Jonathas de Andrade presenterà un’installazione concepita come una pedagogia visiva che collega arte, spiritualità e impegno collettivo, elaborando una narrazione che restituisce lo spirito comunitario dei movimenti latinoamericani in aiuto alle fasce marginalizzate. L’installazione mette in rapporto questa eredità con Roma, città crocevia di teologi, rifugiati politici e attivisti, di cui l’archivio della Fondazione Lelio e Lisli Basso, fondata nel 1973 dal politico e membro dell’Assemblea costituente Lelio Basso, custodisce testimonianze centrali per comprendere il legame tra fede, politica e coscienza sociale. Come scrive papa Leone, «i poveri per i cristiani non sono una categoria sociologica, ma la stessa carne di Cristo» (Dilexi te, n.110). E ancora: «I poveri sono nel centro stesso della Chiesa» (Dilexi te, n.110).
In stretta connessione con l’opera installata all’interno di Conciliazione 5, «Sorelle senza nome» (titolo del video di de Andrade prodotto con il sostegno di Fondazione In Between Art Film) verrà presentato negli spazi del Macro.
Il progetto si ispira alla storia di una comunità di suore che in Brasile, negli anni Sessanta, coniugò spiritualità e impegno politico e sociale. Minacciate dalla dittatura militare, le religiose decisero di trasferirsi a Roma, dove continuarono, seguendo adesso soltanto i principi dell’anonimato e della lettura attenta del Vangelo, la loro azione a favore degli oppressi.
La loro storia è testimonianza di percorsi segnati da esodi, cambiamenti, rotture e pratiche di resistenza, in un impegno quotidiano radicato nella dimensione sociale del Cristianesimo e rivolto all’assistenza delle comunità più svantaggiate. Questa traiettoria si colloca nel quadro dei profondi cambiamenti politici, economici e sociali che hanno interessato l’America Latina tra gli anni Sessanta e Settanta e ne evidenzia gli impulsi di trasformazione che hanno influenzato intere generazioni.
Attraverso l’esperienza delle Sorelle senza nome, il video mette in dialogo i movimenti di azione collettiva dell’epoca, il pensiero pedagogico di Paulo Freire e la figura di Linda Bimbi, originaria di Lucca, emigrata in Brasile e poi tornata in Italia, che collaborò con Lelio Basso alla creazione del Tribunale Russell II, sui crimini commessi in America Latina.
Con la sua consueta attenzione alle memorie collettive e alle forme di resistenza, Jonathas de Andrade intreccia materiali d’archivio e testimonianze dirette, restituendo la forza poetica e politica di una comunità che (da Belo Horizonte a Roma) ha incarnato una pratica di libertà spirituale e di impegno sociale.
Dopo l’anteprima, il nuovo lavoro video di de Andrade sarà visibile al Macro-Museo d’Arte Contemporanea di Roma dall’11 dicembre al 6 aprile del prossimo anno.