Un’opera di Augustas Serapinas

Cortesia dell’artista

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Un’opera di Augustas Serapinas

Cortesia dell’artista

Le strategie di sopravvivenza di Serapinas

La Fondazione Ica accoglie le soluzioni escogitate dall’artista lituano per reagire alla lenta erosione di memoria e identità

La capanna primordiale è una costruzione che rappresenta il primo momento di confronto tra l’uomo e l’ambiente esterno, il primo gesto di connessione con la natura circostante. Essa incarna il passaggio dall’adattamento passivo alla natura alla sua trasformazione attiva. L’uomo delimita uno spazio e afferma il suo ruolo nel plasmarlo, introducendo un codice di regole che lo definiscono come agente attivo nel mondo, capace di determinare la propria esistenza e quella della comunità intorno a sé. Nell’atto stesso di costruire, delinea la propria identità culturale: ogni scelta materiale, ogni tecnica impiegata, raccontano un modo unico di abitare, una visione del mondo tradotta in spazio. 

«House from Gaidalaučizna» è un’installazione scultorea estremamente evocativa in questo. Esposta negli spazi della Fondazione Ica Milano e accompagnata da altre 13 opere che l’artista lituano Augustas Serapinas (Vilnius, 1990) ha concepito appositamente per la sua personale «Wooden Travel», allestita dal 12 dicembre al 15 marzo 2025 e a cura di Chiara Nuzzi, trascende l’archetipo antico dell’abitare traducendo in uno spazio fisico le Vienkiemis, le abitazioni rurali tipiche dell’architettura vernacolare lignea lituana. Con la loro semplicità strutturale, le Vienkiemis rappresentano un’architettura che non è solo funzionale, ma anche simbolica. Costruite con legno locale, senza viti né chiodi, sono il frutto di un sapere tramandato: gesti ripetuti e operazioni metodiche che, nel tempo, hanno permesso alla memoria fisica e materiale di sedimentarsi attraverso le generazioni. 

Ogni dettaglio, dalla modularità degli spazi agli ornamenti che distinguono ogni casa, racconta il legame sincero tra uomo e ambiente. Oggi queste abitazioni stanno scomparendo per via della loro dismissione. Soppiantante da una modernità che tende a cancellare memoria e tradizioni, condividono la medesima fragilità con il contesto in cui Serapinas si è trovato a lavorare. È stato infatti il quartiere gentrificato di Ripamonti-Vigentino, con la sua rapida trasformazione urbana, a ispirare e influenzare la proposta espositiva. L’artista ha trovato in questa realtà il contesto ideale per riflettere sulla lenta erosione di memoria e di identità e sviluppare, di conseguenza, possibili strategie di sopravvivenza. 

Per il progetto della Fondazione Ica, Serapinas ha operato attraverso una pratica di ritassonomizzazione architettonica, recuperando case abbandonate nelle campagne lituane e ricontestualizzandole nel nuovo spazio. La mostra introduce inoltre un nuovo capitolo nella pratica dell’artista: accanto alla casa principale, semplice e tradizionalmente priva di elementi ornamentali, Serapinas introduce alcuni dettagli decorativi tipici della tradizione lituana, prelevati da ambientazioni differenti e ricomposti elemento dopo elemento. Concepito in stretta relazione con gli spazi della Fondazione Ica, il progetto non solo risponde all’identità architettonica e storica del luogo, ma interroga il pubblico su temi necessari: il dialogo tra passato e presente, la necessità di preservare la memoria e il ruolo dell’abitare nella definizione dell’identità collettiva. 

«Remains of the House from Skirgiškės» (2022) di Augustas Serapinas nella mostra «Wood and Snow», 2023, alla Galerie Tschudi, Zuoz. Cortesia dell’artista e Galerie Tschudi. Foto: Ralph Feiner

Giulia Moscheni, 11 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

Le strategie di sopravvivenza di Serapinas | Giulia Moscheni

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