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Le trasformazioni di Bari

Anna Saba Didonato

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Presso la Pinacoteca Corrado Giaquinto è aperta dal 12 dicembre al 30 aprile la mostra «Da Terra di Bari a Città Metropolitana. Immagini del territorio (1860-1960) dalle collezioni della Pinacoteca», il cui taglio critico non è di tipo pittorico ma storico e territoriale: a essere passata in rassegna non è solo la pittura ma il territorio e la sua evoluzione nell’arco di un secolo, come attestato da oltre 120 dipinti provenienti dai depositi dell’istituzione.

Dalla Terra di Bari alla Provincia fino all’attuale Città Metropolitana (istituita il primo gennaio 2015), si ripercorre la storia di un’area che ha avuto la sua massima estensione nella metà dell’Ottocento fino all’attuale ridimensionamento a 41 Comuni. Tra i cambiamenti rilevabili, oltre a quelli inerenti all’estensione, la definizione di «un’iconografia caratterizzata da topoi sentimentali (vedute di città e di centri storici, della costa, della campagna intorno a Fasano, della Murgia e della Premurgia) che trovano accoglienza nella pittura dei paesaggisti pugliesi (…)», come scrive nel catalogo la direttrice Clara Gelao.
Un’opportunità per vedere opere non esposte nella Pinacoteca per mancanza di spazio: da quelle di Damaso Bianchi, uno dei maggiori vedutisti pugliesi del primo Novecento, a quelle di personalità artistiche meno note come Raffaele Armenise, Enrico Castellaneta, Francesco Colella, Francesco Speranza, Roberto De Robertis e altri. Senza tralasciare i dipinti dei più noti Giuseppe De Nittis e Francesco Netti.

Anna Saba Didonato, 10 dicembre 2015 | © Riproduzione riservata

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