Anselm Kiefer, «Sag mir wo die Blumen sind», 2024 (particolare)

© Anselm Kiefer. Foto: Atelier Anselm Kiefer

Image

Anselm Kiefer, «Sag mir wo die Blumen sind», 2024 (particolare)

© Anselm Kiefer. Foto: Atelier Anselm Kiefer

L’eco di Van Gogh nell’opera di Kiefer

Il Van Gogh Museum e lo Stedelijk Museum dedicano la prima esposizione mai presentata congiuntamente al fascino che il maestro olandese, dagli anni Sessanta a oggi, esercita sul lavoro dell’artista tedesco

Nel 1963, grazie a una borsa di studio per viaggi, Anselm Kiefer (Donaueschingen, 1945) decise di recarsi nei luoghi più significativi della vita e delle opere di Vincent van Gogh, tra Paesi Bassi, Belgio e Francia, per entrare ancora più in sintonia con il lavoro del maestro olandese.

Il Van Gogh Museum e lo Stedelijk Museum di Amsterdam dedicano, dal 7 marzo al 9 giugno, la prima esposizione mai presentata congiuntamente sul rapporto che l’artista tedesco instaurò con Van Gogh, che sin dagli anni Sessanta è divenuto un’equivocabile fonte di ispirazione. La doppia mostra riunisce venticinque opere di Kiefer, tra cui dipinti, installazioni, film e opere su carta. 

Nel primo, sette nuove opere sono allestite accanto a dipinti inediti, tredici disegni risalenti all’inizio della sua produzione e, ad esempio, a «Campo di grano con corvi» (1890) di Van Gogh, il cui tema è stato spesso ripreso dal pittore contemporaneo. «Anselm Kiefer si è confrontato con l’opera di Van Gogh sin dai primi anni di vita. A volte l’ispirazione è quasi letterale, come nell’uso dei girasoli e nella composizione dei suoi paesaggi, spiega la direttrice del Van Gogh Museum Emilie Gordenker. Il lavoro recente di Kiefer, esposto qui per la prima volta, mostra come Van Gogh continui tutt’ora a lasciare un segno nel suo lavoro».

Il percorso allo Stedelijk è incentrato invece sul legame tra Kiefer e i Paesi Bassi e, in particolare con il museo, che si è dimostrato fondamentale per la sua carriera: dopo aver acquisito «Innenraum» (1981) e «Märkischer Sand» (1982), gli riservò una personale nel 1986. Quella di oggi, quindi, non è solo un’opportunità senza precedenti per vedere insieme tutte le opere di Kiefer della collezione dello Stedelijk, ma anche un’occasione per vedere dipinti più recenti e soprattutto due nuove installazioni spaziali. «Sag mir wo die Blumen sind» (il titolo, utilizzato anche per la mostra in sé, riprende la canzone di protesta «Where have all the flowers gone» (1955) del cantante americano Pete Seeger, diventata famosa quando Marlene Dietrich la interpretò nel 1962) è un’installazione pittorica immersiva, lunga oltre 24 metri, che riempie lo spazio intorno alla scalinata storica del museo. Pittura, argilla, uniformi, petali di rosa essiccati e oro sono per Kiefer simboli del ciclo della vita, al cui centro risiede la condizione umana e il nostro destino. I «Blumen» («fiori» in tedesco) sono altresì un esplicito omaggio ai «Girasoli» (1889) di Van Gogh e introducono i recenti paesaggi dell’artista tedesco esposti qui per la prima volta. La seconda, «Steigend, steigend, sinke nieder», è realizzata con fotografie e piombo, materiale caro all’artista, alludendo al pesante peso della storia umana. Tra i film proiettati anche il non molto conosciuto «Noch ist Polen nicht verloren» (1989), realizzato a Varsavia poco prima della caduta del Muro di Berlino.

«Lo Stedelijk intrattiene una lunga relazione di lunga data con Anselm Kiefer e ha avuto un ruolo importante nel riconoscimento del suo lavoro, racconta il direttore Rein Wolfs. Questo legame è espresso nelle due installazioni spaziali. È davvero notevole vederle in mezzo a molte delle sue opere degli anni Ottanta. In questo modo, Kiefer guarda contemporaneamente al passato e al futuro».

Il catalogo a corredo della collaborazione tra le due istituzioni comprende saggi dello storico dell’arte britannico Simon Schama e della critica d’arte tedesca Antje von Graevenitz, una riflessione dell’artista stesso e un ricco apparato illustrativo. 

Vincent van Gogh, «Campo di grando con corvi», 1890, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Foundation)

Anselm Kiefer, «Die Krähen (The Crows)», 2019, collezione dell’artista. Cortesia di White Cube. Foto: Georges Poncet

Alessia De Michelis, 06 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

L’eco di Van Gogh nell’opera di Kiefer | Alessia De Michelis

L’eco di Van Gogh nell’opera di Kiefer | Alessia De Michelis