Particolare dell’«Autoritratto» di Leonardo da Vinci. Torino, Musei Reali-Biblioteca Reale

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Particolare dell’«Autoritratto» di Leonardo da Vinci. Torino, Musei Reali-Biblioteca Reale

Leonardo allo specchio è anche su Marte

Nella Biblioteca Reale di Torino l’«Autoritratto» è esposto con sei disegni del Codice Atlantico che corroborano la tesi che nel celebre disegno Leonardo da Vinci abbia raffigurato sé stesso all’età di 65 anni

Ancora qualche giorno e Leonardo tornerà al buio, nei cassetti climatizzati che lo proteggono per il riposo prescritto ai disegni antichi, con alcune norme di sicurezza in più, studiate per lui. La mostra «L’Autoritratto di Leonardo. Storia e contemporaneità di un capolavoro» in corso a Torino, Biblioteca Reale - Musei Reali, chiude il 30 giugno con notizie comunque incoraggianti sullo stato di conservazione del disegno, tra i più famosi del mondo.

Nel volume-catalogo che raccoglie saggi e approfondimenti (Silvana Editoriale), l’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro (Icpal di Roma), che ha sottoposto il disegno ad accurate indagini dal 2011, conferma che la carta su cui è realizzato ha una buona consistenza e che non c’è da preoccuparsi per il forellino sotto l’occhio destro che destava apprensione. Da documenti della Biblioteca Reale risulta che nel corso di una mostra a Londra, nel 1930, si ruppe il vetro di protezione provocando una scalfittura. Il forellino è dunque il risultato di un incidente meccanico, non un indizio di degrado progressivo. Resta un mistero la natura del «foxing», il fenomeno da cui dipendono le macchie brune sul foglio: ancora non è chiaro se sia di origine biologica o chimica. Alcune ipotesi vengono proprio dalla mostra.

L’esposizione, a cura di Paola Salvi dell’Accademia di Brera, ha portato a Torino intorno all’«Autoritratto» sei tra i più spettacolari fogli del Codice Atlantico conservati presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano: proprio quei disegni che Leonardo stava realizzando nel periodo che coincide con l’età che egli dimostra di avere nel celebre foglio, cioè almeno 65 anni o anche qualcuno di più, come ci dice il cardinale Luigi d’Aragona raccontando la visita al Maestro in Francia, il 10 ottobre 1517. Nel Diario del viaggio del cardinale redatto da Antonio De Beatis ed esposto vicino all’«Autoritratto» si legge «messer Lunardo Vinci firentino vecchio de più de LXX anni». La cronaca di oltre cinquecento anni fa e i documenti concorrono a sostegno della tesi che l’«Autoritratto» è un disegno in cui Leonardo raffigura sé stesso. Secondo alcuni l’autobiografia della sublime  opera è fuori discussione, ma  il soggetto sarebbe dubbio per cui l’esposizione della Biblioteca Reale rappresenta un’importante occasione di confronto.

«La mostra, i cui contenuti sono ampliati nel volume-catalogo , è un punto fermo nello studio di questo celebre disegno e spazza via definitivamente la nebbia che periodicamente si è addensata intorno al suo riconoscimento iconografico, dimostrando in maniera difficilmente confutabile che si tratta proprio di Leonardo che ha ritratto sé stesso come era verso la fine della sua vita», spiega Paola Salvi. Lo stile del disegno e la tipologia di segni che caratterizzano la costruzione dell’immagine sono infatti gli stessi che si trovano in fogli del periodo francese: gli studi per la canalizzazione della Loira del Codice Atlantico e del Codice Arundel, la serie del Diluvio, gli incredibili studi geometrici di equivalenze tra superfici curve e rettilinee del Codice Atlantico.  Si tratta di disegni e annotazioni certamente realizzati in Francia perché contengono date e appunti autografi scritti in modo sicuro, preciso e addirittura minuto: “Ambosa [Amboise] ha una fonte reale sanza acqua” (CA f. 810r); “A 24 di giugno, il dì di San Giovanni 1518, in Ambosa nel palazzo del Clu” (CA f. 673r); “Vigilia di santo antonio tornai da romorontino in anbuosa e ’l re si partì due dì innanti da romorontino” (CA f. 920r)».

La datazione di tutti questi fogli è il 1517-18, la stessa che si dovrà considerare d’ora in poi per l’«Autoritratto». La mostra ripercorre la storia del disegno attraverso i secoli, con le copie e le rielaborazioni cinquecentesche e dell’Ottocento e con opere provenienti dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dal Castello Sforzesco e dall’Accademia di Brera di Milano e da collezioni private: ognuna contribuisce a ricostruire la fortuna dell’«Autoritratto», prima e dopo il suo arrivo nella Biblioteca Reale nel 1839.

A corredo dell’esposizione della Biblioteca Reale la Galleria Sabauda dedica una sala a venti opere eseguite da allievi, seguaci e imitatori del Maestro, a cura di Annamaria Bava, nelle quali si evidenzia l’attualità della lezione di Leonardo (nella sezione «Volti contemporanei», sculture di Giuliano Vangi).

Un video racconta infine l’ultima avventura di Leonardo: il 2 agosto 2012 la Nasa portò su Marte l’«Autoritratto» e il Codice sul Volo degli Uccelli, in un chip, dentro al rover Curiosity. Leonardo primo uomo su Marte e simbolo dell’umanità tutta.

Controfrontespizio del «Cenacolo di Leonardo da Vinci» di Giuseppe Bossi (1810) di Giuseppe Benaglia (dall’Autoritratto di Leonardo). Milano, Biblioteca Trivulziana

Redazione GdA, 17 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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