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Oghenochuko Ojiri

Foto tratta dal sito della BBC

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Oghenochuko Ojiri

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L’incriminazione di Oghenochuko Ojiri è un «monito a tutti i mercanti d’arte»

Il caso, unico nel suo genere, ha visto all’inizio di questo mese il gallerista di Londra condannato a due anni e mezzo di carcere per aver venduto opere d’arte a un sospetto finanziatore di Hezbollah

Gareth Harris

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La polizia metropolitana del Regno Unito afferma che il primo procedimento giudiziario nel suo genere contro un mercante d’arte ai sensi della sezione 21A del Terrorism Act 2000 dovrebbe servire da monito a tutti gli altri. La dichiarazione, rilasciata ieri, 9 giugno, dall’unità di comando antiterrorismo, si riferisce al procedimento giudiziario a carico di Oghenochuko Ojiri, proprietario della Ojiri Gallery nella zona est di Londra.

Ojiri avrebbe omesso di segnalare una serie di vendite di opere d’arte di alto valore a un uomo sospettato di finanziare Hezbollah, dal 2019 bandita dal governo britannico in quanto organizzazione terroristica. Il gallerista si è precedentemente dichiarato colpevole di otto reati ai sensi del Terrorism Act 2000 ed è stato condannato all’inizio di questo mese con due anni e mezzo di carcere. 

Il comandante Dominic Murphy, capo dell’unità di comando antiterrorismo, ha dichiarato in un comunicato: «Questo procedimento giudiziario, che si avvale della specifica legislazione del Terrorism Act, è il primo del suo genere e dovrebbe fungere da monito per tutti i mercanti d'arte: possiamo perseguire e perseguiremo coloro che fanno consapevolmente affari con persone identificate come finanziatori di gruppi terroristici». L’azione penale ha fatto seguito a un’indagine condotta dalla National Terrorist Financing Investigation Unit (Ntfiu), insieme all’Office of Financial Sanctions Implementation dell’Hm Treasury, all’Hmrc, l’autorità fiscale britannica, e all’Art and Antiques Unit del Met. Anche la Homeland Security degli Stati Uniti ha collaborato.

Ojiri ha venduto opere per un valore di circa 140mila sterline a Nazem Ahmad, un collezionista con sede in Libano indicato dalle autorità statunitensi come sospetto finanziatore di Hezbollah. Secondo la dichiarazione dell’Unità di comando antiterrorismo, gli agenti hanno analizzato una serie di fatture di Ojiri e hanno individuato che otto acquisti erano stati completati a nome di persone diverse da Ahmad, nonostante il gallerista sapesse che la vendita veniva condotta per lui e per suo conto.

Per Bethan David, capo della divisione antiterrorismo della Procura: «È chiaro che Oghenochuko Ojiri era a conoscenza delle nuove norme sul riciclaggio di denaro nel mondo dell’arte e che era a conoscenza del background di Nazem Ahmad. Ojiri si è impegnato in attività volte a nascondere l’identità del vero acquirente, cambiando i dettagli sulle fatture e memorizzando il nome del signor Ahmad con uno pseudonimo diverso nel suo telefono cellulare».

Ojiri è stato poi arrestato il 18 aprile 2023 a Wrexham, lo stesso giorno in cui il governo britannico aveva annunciato le misure contro Ahmad, che dal 2019 ha ricevuto sanzioni anche dal governo statunitense. Gli agenti hanno ottenuto un mandato per sequestrare 23 opere appartenenti custodite in due magazzini nel Regno Unito, tra cui dipinti senza nome di Picasso e Andy Warhol. L’Ntfiu ha ottenuto un ordine di confisca più tardi nello stesso anno.

L’unità del Comando antiterrorismo ha dichiarato che: «Le opere, del valore di quasi 1 milione di sterline, saranno vendute e i fondi saranno reinvestiti nella polizia, nel Cps (Crown Prosecution Service, Ndr) e nel Ministero degli Interni del Regno Unito». Il comunicato aggiunge che l’azione penale è in linea con le norme antiriciclaggio attuate nel 2021 dall’Hmrc, applicabili agli «operatori del mercato dell’arte».

L’anno scorso, la National Crime Agency ha lanciato un allarme avvertendo che i depositi di opere d’arte potrebbero essere utilizzati da criminali «in cerca di un bene capitale che possa essere conservato in modo sicuro, che apprezzi il suo valore nel tempo e che possa essere liquidato se e quando necessario». L’agenzia ha messo in guardia da un potenziale sfruttamento criminale del settore da parte di individui soggetti a sanzioni da parte della Russia.

Gavin Irwin, l’avvocato che rappresenta Ojiri, sostiene che «l’umiliazione del mercante d’arte è completa» e che la star di programmi della BBC al pari di Bargain Hunt e Antiques Road Trip ha perso «il suo buon nome». La BBC ha confermato che: «Oghenochuko Ojiri non è un membro dello staff, ma un presentatore freelance. Attualmente non lavora con la BBC e non lavora in programmi della BBC dal 2023».

Gareth Harris, 10 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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