Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliGenus Bononiae, ovvero, lo spirito di Bologna. È un compito nobile e ambizioso quello che si è dato la Fondazione Carisbo istituendo nel 2003 il progetto Genus Bononiae, nato per raccontare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale della città più dotta e turrita d’Italia. L’istituzione di origine bancaria, con una forte vocazione culturale e una ricca collezione d’arte, ha percepito la necessità di superare la frammentazione dei musei e delle collezioni bolognesi, spesso gestiti separatamente e poco accessibili al pubblico. L’obiettivo è stato chiaro: creare un sistema coordinato, capace di promuovere la fruizione, la conservazione e lo studio del patrimonio cittadino, restituendo nuova vita a spazi storici fino ad allora poco valorizzati. Quattro sedi principali, Palazzo Fava, il Museo San Colombano, il Complesso monumentale di Santa Maria della Vita e la Biblioteca di San Giorgio in Poggiale, sono state così scelte per illustrare diverse epoche e aspetti della storia bolognese.
Una storia i cui inizi furono scritti dagli etruschi, che qui fondarono Felsina, fertile snodo strategico tra il nord e il sud, poi passato in mani romane. Una fase di cui conserva in parte traccia il Museo San Colombano, istituito in un complesso monastico del VII secolo. Oltre agli affreschi della scuola dei Carracci e a una cripta medievale, il museo custodisce la Collezione Tagliavini, composta di oltre 70 antichi strumenti musicali a tastiera perfettamente funzionanti. Un luogo unico e carico di storia dove grazie al progetto «Patrimonio Sonoro No Limits» si può scoprire la Collezione Tagliavini con un percorso dotato di strumenti interattivi, tattili e multimediali corredato da app; un’altra esperienza da provare sono i concerti suonati su strumenti originali a cui si può assistere nelle atmosfere autentiche di San Colombano (fino al 2 luglio, Catalina Vicens).
In epoca medievale Bologna fiorisce come libero Comune e grande centro universitario, diventando un crocevia di cultura e commercio. Molte famiglie costruiscono torri e palazzi per affermare il proprio potere, e tra queste la famiglia Fava, protagonista della vita cittadina, tra il tardo Medioevo e il Rinascimento trasforma un edificio nel cuore della città nell’elegante Palazzo Fava, chiamando a raccolta artisti come i Carracci. Sede di mostre temporanee di arte antica e contemporanea, Palazzo Fava ha ospitato fino al 20 luglio per la prima volta a Bologna la mostra di Louise Nevelson (1899-1988), con oltre 70 opere tra sculture monumentali, collage e installazioni, realizzate con legno riciclato e materiali assemblati: geometriche astrazioni che evocano mistero e spiritualità, rivelando la forza visionaria dell’artista.
L’epoca barocca è poi rappresentata da Santa Maria della Vita, santuario simbolo della devozione popolare. Sono custoditi qui il quattrocentesco «Compianto sul Cristo morto» di Niccolò dell’Arca, che per l’intensità espressiva D’Annunzio definì «l’urlo di pietra», e il «Transito della Vergine» di Alfonso Lombardi, scultore e medaglista noto per l’intenso realismo. In occasione del Giubileo è stato inaugurato un nuovo percorso espositivo con una quadreria antica della Fondazione e una stanza multimediale immersiva dedicata al «Compianto»: sempre aperto, anche d’estate, è un’esperienza unica sull’arte devozionale italiana.
Con l’Unità d’Italia e nel corso del Novecento, Bologna si evolve in una città industriale e culturale di rilievo. San Giorgio in Poggiale, antica chiesa cinquecentesca, viene trasformata in Biblioteca d’arte e spazio espositivo, che custodisce oltre 100mila volumi, archivi fotografici e documenti sulla storia locale. Ospita anche opere di artisti contemporanei come Parmiggiani e Pizzi Cannella. La biblioteca è una risorsa per studiosi e appassionati.
Attraverso queste quattro sedi simboliche, la Fondazione Carisbo con il progetto Genus Bononiae racconta la storia stratificata di una città che ha saputo unire eredità antiche e innovazione culturale, conservando intatta la propria identità.
Da maggio 2024 la Fondazione Carisbo, ad esito della procedura avviata per la selezione di operatori specializzati, si avvale della collaborazione della società fiorentina Opera Laboratori, grazie a una partnership pluriennale per la valorizzazione di ciascuna sede di Genus Bononiae. «Promuoviamo una nuova visione di museo come autentico centro di produzione e non più soltanto inteso come luogo da visitare, con l’obiettivo di valorizzare un progetto promosso dalla Fondazione molti anni fa e che oggi necessita di rinnovarsi quale risorsa strategica del territorio, in un contesto di accesso e fruizione del patrimonio culturale radicalmente mutato e in rapidissima evoluzione. La durata pluriennale dell’accordo con Opera Laboratori testimonia la volontà di costruire una partnership professionale che esula dallo schema classico committente/gestore, allo scopo di realizzare un indirizzo organizzativo e gestionale in grado di perseguire la sostenibilità sociale, economica e ambientale per promuovere le più fertili ricadute del quotidiano impegno culturale e artistico perseguito dalla Fondazione attraverso Genus Bononiae», spiegano Patrizia Pasini, presidente della Fondazione Carisbo, e Renzo Servadei, amministratore unico della società strumentale Genus Bononiae. «Vogliamo creare un percorso di arricchimento sociale che possa produrre cultura partecipata attraverso un’offerta culturale lungimirante. La ricchezza del Genus Bononiae, quadrilatero della cultura bolognese, ci impone un impegno ancora maggiore nel restituire alla fruizione questi musei e palazzi storici con una chiave di lettura che consenta un dialogo continuo tra passato e presente. È una sfida che portiamo avanti grazie ai nostri laboratori operosi, dove forgiare il bene e il bello è fare impresa. Come sempre opereremo rispettando collezioni e monumenti testimonianza di cultura e bellezza e lo faremo attraverso le persone, vero valore aggiunto della nostra azienda», conclude Giuseppe Costa, presidente di Opera Laboratori, cui fanno capo oltre 60 realtà culturali italiane tra cui Gallerie degli Uffizi, Galleria dell’Accademia di Firenze, Parco Archeologico di Pompei, Reggia di Caserta e Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Nicolò dell’Arca, «Compianto sul Cristo Morto», Santa Maria della Vita
Altri articoli dell'autore
Nell’agosto di Sotheby’s, tre aste dedicate aI memorabilia NBA: dalle maglie di Haliburton, Gilgeous-Alexander e Doncic al pallone ufficiale delle Finals. In parallelo, la mostra dell’artista Julian Pace ritrae volti e gesti iconici del basket contemporaneo
All’incanto il 20 settembre da Gooding & Company la collezione di Stan Lucas: oltre settanta veicoli d’epoca offerti senza riserva, dalle icone della Brass Era alle Bentley della Classic Era. Tra i pezzi rari spiccano una Duesenberg Model J del 1934, vetture a vapore Doble e auto provenienti dalle leggendarie collezioni Harrah’s e Briggs Cunningham
A Radio City di New York, Christie’s esplora come il legame tra arte, tecnologia e finanza sta ridefinendo i linguaggi della creatività, i processi di produzione culturale e le logiche del valore. Dal metaverso all’intelligenza artificiale, dalla blockchain ai nuovi paradigmi di collezionismo, l’Art+Tech Summit 2025 traccia le rotte di un’economia culturale in profonda trasformazione
Usata sul set de L’Impero colpisce ancora (1980) e Il Ritorno dello Jedi (1983) con gli stessi segni e ammaccature visibili nei primi piani, sarà in tour ad agosto a Londra, New York e Beverly Hills, e poi sul rostro di Propstore a settembre