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Particolare di «Natura Morta»,1949-50, di Lucio Fontana

Courtesy of Brun Fine Art

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Particolare di «Natura Morta»,1949-50, di Lucio Fontana

Courtesy of Brun Fine Art

Lucio Fontana andava sempre oltre la superficie

Da Brun Fine Art un percorso espositivo che comprende dai piatti di Albissola ai celebri tagli dell’artista italo-argentino, per un viaggio nella rivoluzione dello spazio e della materia 

Monica Trigona

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Brun Fine Art inaugura una mostra interamente dedicata a Lucio Fontana (Rosario, 19 febbraio 1899 – Comabbio, 7 settembre 1968), uno degli artisti più innovativi e influenti del Novecento, noto per il suo ruolo di pioniere tra pittura, scultura e ceramica. L’esposizione, intitolata «Oltre la superficie», si propone di indagare e valorizzare la complessità della sua ricerca artistica, mettendo in luce non soltanto la celebre serie dei «tagli», ma soprattutto la capacità di Fontana di oltrepassare i limiti tradizionali del linguaggio visivo. Il percorso espositivo offre uno sguardo approfondito sul suo approccio multidisciplinare, mostrando come l’artista sia riuscito a conciliare elementi pittorici, scultorei e architettonici in opere capaci di dialogare con lo spazio circostante. L’attenzione alla dimensione spaziale, alla luce e al movimento, elementi fondanti del movimento spazialista da lui ideato, emerge come tratto distintivo di un percorso creativo in continua evoluzione. La mostra invita così il visitatore a riflettere sulla capacità di Fontana di trasformare la materia e di rivoluzionare la percezione dello spazio artistico, superando convenzioni e confini tra le discipline.

L’esposizione si concentra sugli anni del secondo dopoguerra, periodo in cui Milano giocò un ruolo centrale nella rinascita artistica europea. In questo contesto di rinnovamento e sperimentazione, Fontana sviluppò la sua idea di Spazialismo, un movimento che intreccia arte e scienza, poetica e immaginazione, e che apre a una concezione dello spazio come dimensione oltre la materia.

La mostra prende le mosse dalle ceramiche realizzate a partire dal 1949: piatti, vasi, sculture e maniglie in terracotta o ceramica, caratterizzati da incisioni e fori che vibrano di energia gestuale. Tra le opere più notevoli, spiccano tre piatti del 1949-50 – raffiguranti una natura morta, la Corrida e una Battaglia – e tre Crocifissi smaltati e dipinti. Di particolare interesse è il bozzetto del 1958 per la facciata della chiesa parrocchiale dell’Assunta ai Piani di Celle Ligure: le figure emergono dal piano, le linee profonde delineano gesti che sembrano vivere nello spazio, come a suggerire il mistero dell’evento sacro. Molte di queste opere furono realizzate ad Albissola, dove Fontana trovò libertà di sperimentare la ceramica come linguaggio espressivo. Smalti vividi, contrasti cromatici e superfici lucide trasformano la materia in energia, anticipando i principi dei Concetti spaziali che lo avrebbero reso celebre a livello internazionale.

 

Lucio Fontana, «Concetto Spaziale, Attese», 1964-65. Courtesy of Brun Fine Art

Lucio Fontana, «Crocifisso», 1952. Courtesy of Brun Fine Art

Al cuore della mostra ci sono i «Concetti spaziali, Attese», iniziati nel 1958: i celebri tagli sulle tele non sono solo gesti fisici, ma aperture verso uno spazio indefinito, inviti a guardare oltre il visibile. Le tre «Attese» esposte – su fondo rosso, blu e bianco – offrono una visione poetica e inquietante della ricerca di Fontana, un ponte tra il concreto e l’ignoto. Un altro aspetto interessante del percorso è la collaborazione con l’architetto Osvaldo Borsani: una consolle da parete dei primi anni Cinquanta, decorata da Fontana, testimonia il dialogo tra pittura, scultura e design, tra classicità e modernità, tra produzione artigianale e design industriale. Chiude la mostra la serie dei «Teatrini», realizzati poco prima della scomparsa dell’artista: cornici sagomate che racchiudono tele monocrome forate, piccoli palcoscenici in cui lo spettatore è invitato a immaginare lo spazio oltre la superficie. Qui il gesto dell’artista diventa scenografia, poesia e architettura in miniatura, un invito a spostare lo sguardo e a percepire lo spazio in modo nuovo. 
Il prezioso percorso, visitabile a Milano dal 29 ottobre sino al 20 dicembre, viaggio attraverso le invenzioni di Fontana, dalle ceramiche liguri ai tagli spaziali, dalle collaborazioni di design ai Teatrini, svela un artista sempre in dialogo con lo spazio, la materia e l’immaginazione dello spettatore.

Monica Trigona, 28 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

Lucio Fontana andava sempre oltre la superficie | Monica Trigona

Lucio Fontana andava sempre oltre la superficie | Monica Trigona