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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliLa pittura di Ross Bleckner (New York, 1949), artista di primo piano fin dagli anni Ottanta, è la restituzione di un lavoro che pare svolto al microscopio: le composizioni, infatti, richiamano mitocondri o cellule ematiche umane che si muovono nell’universo della tela, dando vita a una sorta di danza colorata che cambia di quadro in quadro. Immagini realistiche legate alla stessa vita personale di Bleckner, indagano la realtà invisibile, esprimendo una sorta di fragilità del corpo in una produzione nota come «Cell Paintings». Sono questi i lavori di maggior notorietà dell’autore americano, in particolare quelli dell’ultimo triennio, che sono in mostra alla Galleria Mazzoli, (sino al 13 settembre). «Ross Bleckner: New Paintings, 2022-2025», percorso curato dal critico e poeta Richard Milazzo, presenta dunque 15 opere di grande formato raffiguranti fiori che vogliono rappresentare altro: «Se Bleckner non dipinge fiori, o solo fiori, si chiede il curatore nella pubblicazione, “Outside Our Window: The Recent Paintings of Ross Bleckner, 2018-2025” che accompagna la rassegna estiva, allora cosa sta dipingendo? E se l’opera non è puramente soggettiva, dunque per la precisione, come sono obiettivi i soggetti nei suoi dipinti? La temporalità, o più precisamente la mortalità, costituisce il cuore delle risposte che l’artista fornisce».
Per Milazzo la sua recente produzione non si limita «a trattare la perdita personale, ma affronta la sofferenza come condizione permanente dell’umanità, la morte come realtà ineluttabile che trascende il nostro destino, nonché il deterioramento e l’abbandono finale, e forse la morte, dell’anima, o dello status spirituale dell’anima nella nostra cultura in generale». L’autore newyorkese lega la propria produzione più recente, anch’essa ovviamente figlia del proprio vissuto, all’esperienza sviluppata in serie «floreali» come i «Monet Paintings», dall’effetto ipnotico e vertiginoso, i «Burn Paintings» caratterizzati da ampie aree bianche spettrali che emergono dopo un atto di bruciatura, parte del processo artistico, i «Paintings Based on Photographs by Cy Twombly», in cui l’artista attraverso un procedimento che ha a che fare con la memoria si ispira agli studi fotografici sui fiori di Twombly (1928-2011). Da tutta questa serie di passaggi contenutistici quel che emerge è la capacità di Bleckner di parlare al suo pubblico, attraverso una pittura a volte enigmatica altre più lirica, del suo mondo, di noi, della natura e della vita, della decadenza e della rinascita che si alternano inesorabilmente.