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Miwa Yanagi, «Elevator Girl House 3F», parte del percorso tra Takahashi Ryutaro e la collezione del M+.

Courtesy M+.

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Miwa Yanagi, «Elevator Girl House 3F», parte del percorso tra Takahashi Ryutaro e la collezione del M+.

Courtesy M+.

M+ Hong Kong svela il (suo) futuro: programma, progetti e calendario espositivo 2026

Tra Seoul, Parigi e Hong Kong, il museo M+ si conferma uno dei poli più dinamici della scena artistica internazionale. Le grandi mostre del 2026 esploreranno le intersezioni fra arte, architettura, tecnologia e memoria culturale, con un’attenzione particolare ai linguaggi asiatici contemporanei

Nicoletta Biglietti

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Le luci della città riflettono sullo skyline di Hong Kong. Il museo M+, nel cuore del West Kowloon Cultural District, si prepara a un 2026 che promette sperimentazione e dialogo globale. Non solo esposizioni. Progetti, installazioni multimediali, festival e collaborazioni internazionali. Dopo il debutto acclamato al Leeum Museum of Art di Seoul, «Lee Bul: From 1998 to Now» arriva a M+ in marzo. Una retrospettiva completa, che attraversa la carriera pionieristica dell’artista sudcoreana. Tecnologia, utopie moderne, sogni e fallimenti dell’umanità: tutto in mostra. Dopo Hong Kong, il tour proseguirà in Europa e Nord America. In Main Hall, «Design Ah! Experience the Wonder of Everyday Design» trasforma il quotidiano in gioco e meraviglia. Installazioni interattive, esperienze immersive, suoni e luci. Ideale per le famiglie. L’arte che insegna senza spiegazioni, che sorprende senza predicare. In ottobre, «Myths, Monsters, and Manga: The Art of Fantasy in Asia» esplorerà l’immaginario fantastico asiatico, dai rituali pre-moderni al manga, dall’anime agli universi digitali globali. Un dialogo tra culture, tra secoli e generazioni. 

Non manca la musica. «Ryuichi Sakamoto | seeing sound, hearing time» porta l’eredità del compositore giapponese in uno spazio immersivo. Installazioni tridimensionali, strumenti e oggetti dal suo studio proiettati su schermi LED. Ogni nota diventa visione, ogni gesto diventa esperienza. Poetico e interattivo è «Dial-A-Poem Hong Kong»: trenta poeti locali, in cantonese, mandarino e inglese, registrano versi da ascoltare al telefono o direttamente in galleria. La poesia entra nel quotidiano. Come faceva John Giorno nel 1968. «Heri Dono e Wael Shawky: Chorus» unisce invece mito, teatro e narrazione. Indonesia ed Egitto si incontrano, passato e presente dialogano. Il futuro si immagina tra storie antiche e sperimentazioni contemporanee. Janet Cardiff arriva da New York con «The Forty Part Motet». Quaranta voci, quaranta altoparlanti, un’esperienza sonora spaziale che avvolge il visitatore. Primo progetto in collaborazione con il MoMA. La musica diventa architettura, suono diventa spazio.

Herzog & de Meuron, «Beijing National Stadium», parte de «In Focus». Courtesy M+

M+ celebra anche i legami con Herzog & de Meuron con «In Focus»: modelli, disegni e materiali dall’architettura urbana alla grande scala. Cinque anni di museo in cinque vetrine di legno, un racconto della città e dei suoi creatori. A dicembre, «Fairytales» accosta la Collection Takahashi Ryutaro alle collezioni M+. Arte giapponese contemporanea, riflessione sulla psicologia e la società post-bolla economica. Makoto, Murakami, Nara: storie, sogni e introspezione.
Non mancano i film restaurati. «M+ Restored» riporta in vita il cinema della Hong Kong New Wave. Tre titoli già viaggiano per festival internazionali, da Cannes a Toronto, da Londra a Tokyo. Il patrimonio cinematografico ritrova respiro e pubblico.

E il festival «Asian Avant-Garde Film Festival» torna a maggio, terza edizione. Tre giorni tra proiezioni, performance, workshop e live acts. Artisti e cineasti sondano mondi fisici, psicologici, digitali. Lo spazio diventa cinema. Il cinema diventa esperienza.  La facciata del museo non è più solo parete. Diventa schermo, installazione, laboratorio visivo. «Winds of Hong Kong» di Refik Anadol, scultura di dati in tempo reale, traduce il vento in immagini luminose. Arte e intelligenza artificiale dialogano con la città, rivelando l’invisibile. Suhanya Raffel, direttrice del museo, lo sintetizza così: «Il 2026 segna un capitolo decisivo. Con esposizioni internazionali e programmi innovativi, M+ continua a essere una voce di riferimento per l’arte contemporanea asiatica, coinvolgendo il pubblico oltre confini e generazioni».

Asian Avant-Garde Film Festival, 2025. Courtesy M+

Il calendario comprende una serie di mostre monografiche, collettive e itineranti che attraversano i linguaggi dell’arte, del design, della musica e dell’architettura, ponendo al centro i temi del progresso, della memoria e della trasformazione culturale.

Lee Bul: From 1998 to Now

Dopo il successo al Leeum Museum of Art di Seoul, dove ha attirato oltre 30.000 visitatori nel primo mese, la grande retrospettiva dedicata all’artista sudcoreana Lee Bul approderà a Hong Kong nel marzo 2026.
Coorganizzata da M+ e dal museo coreano, la mostra ripercorre quasi trent’anni di una ricerca che interroga le utopie della modernità e i fallimenti del progresso, muovendosi tra scultura, installazione e performance. L’artista — una delle figure più influenti della scena asiatica — riflette sulla relazione fra corpo, tecnologia e desiderio, in un dialogo costante con l’architettura e la fantascienza.

Design Ah! Experience the Wonder of Everyday Design

In giugno, M+ dedicherà la sua Main Hall a un progetto sperimentale ispirato al celebre programma televisivo giapponese Design Ah! (NHK). Attraverso installazioni interattive e dispositivi audiovisivi immersivi, la mostra esplora il ruolo del design nella vita quotidiana, invitando il pubblico — in particolare le famiglie — a scoprire come il progetto possa trasformare la percezione del mondo che ci circonda.

Myths, Monsters, and Manga: The Art of Fantasy in Asia

In ottobre 2026 aprirà un’esposizione di ampio respiro dedicata all’immaginario fantastico nella cultura visiva asiatica, dal XIX secolo ai nostri giorni. Dalle tradizioni popolari e dal surrealismo asiatico al manga, all’anime e alle estetiche digitali, la mostra indaga come le figure mitiche e mostruose siano diventate strumenti di riflessione sulle trasformazioni politiche e sociali del continente.

Omaggio a Ryuichi Sakamoto

Nel febbraio 2026, lo spazio Studio del museo ospiterà Ryuichi Sakamoto | seeing sound, hearing time, un tributo al compositore giapponese scomparso nel 2023. Il cuore del progetto è async-immersion (2023), installazione ideata con l’artista Shiro Takatani, che trasforma la musica in esperienza tridimensionale, fondendo suono e immagine in un ambiente immersivo.

Dial-A-Poem Hong Kong

Ad aprile sarà inaugurata una nuova edizione di Dial-A-Poem, progetto storico ideato dal poeta americano John Giorno nel 1968. A Hong Kong il format si rinnova grazie a una serie di registrazioni inedite di poeti locali, in cantonese, mandarino e inglese. I visitatori potranno ascoltare i testi direttamente in galleria o telefonando a un numero dedicato: un modo per riportare la poesia nella sfera pubblica e quotidiana.

Heri Dono and Wael Shawky: Chorus

Da maggio 2026, le gallerie Cissy Pui-Lai Pao e Shinichiro Watari ospiteranno un dialogo tra due artisti globali: Heri Dono (Indonesia) e Wael Shawky (Egitto). Entrambi utilizzano mito, oralità e teatro per riflettere sulle relazioni tra civiltà e sui futuri possibili oltre la modernizzazione economica.

Janet Cardiff: The Forty Part Motet

Ad agosto 2026 arriverà una delle opere sonore più acclamate del XXI secolo: The Forty Part Motet (2001) di Janet Cardiff. L’installazione, che rielabora il motetto Spem in Alium di Thomas Tallis (1556), dispone quaranta altoparlanti — uno per voce — in un ovale, ricreando un’esperienza spaziale unica del suono.
Si tratta del primo progetto realizzato nell’ambito del protocollo di cooperazione siglato tra M+ e il Museum of Modern Art (MoMA) di New York nel 2025.

Herzog & de Meuron: In Focus

A settembre 2026, il museo celebrerà il suo quinto anniversario con una mostra dedicata allo studio di architettura Herzog & de Meuron, autori del progetto architettonico di M+ stesso. Saranno esposti modelli, disegni e materiali provenienti dai grandi progetti cinesi dello studio, tra cui il Tai Kwun Centre e il National Stadium di Pechino, allestiti secondo il sistema di vetrine Kabinett sviluppato per la loro fondazione a Basilea.

Fairytales: Selections from the Takahashi Ryutaro and M+ Collections

Chiuderà l’anno, a dicembre 2026, una mostra che mette in dialogo la collezione del medico e collezionista giapponese Takahashi Ryutaro con le opere di M+. Attraverso artisti come Murakami Takashi, Nara Yoshitomo, Aida Makoto e Konoike Tomoko, il progetto esplora le trasformazioni psicologiche e sociali dell’arte giapponese post-anni Ottanta, tra introspezione, ironia e immaginazione fiabesca.

Collaborazioni internazionali

M+ continua a espandere la propria rete di cooperazione globale, con quattordici protocolli d’intesa siglati con musei e istituzioni in Asia, Europa e America. Dopo il successo internazionale di Yayoi Kusama: 1945 to Now (presentata al Guggenheim Bilbao e al Museo Serralves di Porto), il museo prosegue la sua attività itinerante con I.M. Pei: Life Is Architecture, ora in mostra alla Power Station of Art di Shanghai e poi in viaggio verso Doha.

Nel 2026 si aprirà inoltre la collaborazione con il Vitra Design Museum (Germania) e il Geoffrey Bawa Trust per la prima grande retrospettiva sull’architetto singalese Geoffrey Bawa, che approderà a Hong Kong nel 2027.

Nicoletta Biglietti, 26 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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