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Uno scatto di Patrick Willocq. Cortesia della Collezione Giorgio Meo e di VisionQuesT 4rosso. © Patrick Willocq

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Uno scatto di Patrick Willocq. Cortesia della Collezione Giorgio Meo e di VisionQuesT 4rosso. © Patrick Willocq

MIA Photo Fair all’insegna del cambiamento

Plurale e inclusiva, la tredicesima edizione della fiera milanese, in programma ad aprile, invita a riflettere sulle sfide della contemporaneità

Anna Aglietta

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Ieri è stata annunciata la tredicesima edizione di MIA Photo Fair, iniziativa di Fiere di Parma, che quest’anno si rinnova sotto la direzione artistica di Francesca Malgara. La fiera, che sarà ospitata da Allianz MiCo, si svolgerà da giovedì 11 a domenica 14 aprile.

«MIA è sempre di più una fiera dove arte e consapevolezza sono attivatori sia di mercato che di valori», dichiara Malgara. In effetti, quest’anno cresce il numero e la qualità degli espositori, oltre cento, grazie alla partecipazione sia delle principali gallerie italiane sia di istituzioni straniere, provenienti anche da Stati Uniti, Iran, Paesi Bassi, Francia, Svizzera e altri. C’è poi un programma innovativo, con otto mostre speciali, arricchito dalla partecipazione di collezionisti privati e, per la prima volta, grandi istituzioni culturali, nonché da occasioni di scambio con il pubblico. MIA si configura così come un appuntamento imperdibile per gli appassionati di fotografia.
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La sezione principale della fiera, che riunisce oltre settanta gallerie, è dedicata al cambiamento, filo conduttore dell’evento. Quest’edizione di MIA, spiega la direttrice Ilaria Dazzi, «affronta le grandi questioni della contemporaneità, attraverso narrazioni plurali e inclusive». Il cambiamento viene infatti declinato in ambito sociale, economico, culturale, ambientale o tecnologico, con proposte espositive che spaziano dal riscaldamento climatico alla parità dei sessi, dalla centralità dell’io all’importanza della comunità.

Ci sarà inoltre un’intera mostra dedicata al collezionismo italiano: curata da Rica Cerbarano, «La forma delle relazioni» presenta oltre 50 opere da importanti collezioni private. Come suggerisce il titolo, la mostra è dedicata al legame tra fotografo e fotografato.

Un’altra novità di quest’anno è il contributo di fondazioni e istituzioni culturali, tra cui il Csac-Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, Fondazione Sella, Fondazione Deloitte e il MuFoCo-Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo..
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Le mostre di ciascuna istituzione si aggiungono alle tre sezioni speciali della fiera, che ritornano dopo il successo degli anni scorsi. «Beyond Photography - Dialogue», curata da Domenico de Chirico, esplora il legame, il dialogo, tra fotografia e altre forme artistiche, mentre «Reportage Beyond Reportage» (curatela di Emanuela Mazzonis di Pralafera) è riservato alla fotografia documentaria, con un’attenzione particolare al cambiamento paesaggistico nell’era dell’Antropocene. La terza e ultima sezione, dedicata a un’area geografica e culturale, è intitolata «Oltre i confini del Mediterraneo» e, con la curatela di Rischa Paterlini, analizza il ruolo del nostro mare come ponte fra Occidente e Oriente.

A concludere il fitto programma di MIA ci sono quattro premi: dal rinomato premio BNL BNP Paribas, al nuovissimo dedicato agli under 35, passando dal premio miramART (sostenuto dal Grand Hotel Miramare di Santa Margherita) e da IRINOX SAVE THE FOOD, dedicato allo spreco alimentare.

Anna Aglietta, 14 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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MIA Photo Fair all’insegna del cambiamento | Anna Aglietta

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