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Maggio in Galleria. Le mostre più importanti che inaugurano in Italia

Da Milano a Napoli, da Roma a Torino: le più importanti esposizioni che hanno appena aperto in tutta la Penisola

Silvia Conta

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- Torino, Franco Noero: «Pier Paolo Calzolari. Hypnos» (fino al 20 settembre)

La galleria presenta per la prima volta una personale di Pier Paolo Calzolari, negli spazi di Via Mottalciata. L’artista ha concepito una mostra di opere appartenenti alla sua produzione ultima o di anni recenti riunite per la prima volta in Italia, tracciando una traiettoria che racconti del suo costante interesse per un argomento di attualità come la pittura e per gli elementi che la costituiscono, in maniera tale da proporne una lettura del tutto anticonvenzionale, come da sempre testimoniato dalla sua pratica artistica nella sua interezza.

- Milano, Lia Rumma: «Shirin Neshat. Do U Dare!» (fino al 25 luglio)

È la nuova mostra provocatoria di Shirin Neshat in cui l’artista, attraverso una video installazione e delle fotografie di forte impatto, si interroga sulla mercificazione dell'identità, l'ascesa dell'autoritarismo e la fragile linea di demarcazione tra il sé e lo spettacolo. Al centro del percorso espositivo c'è la video installazione immersiva Do U Dare!. Il film segue Nasim, giovane donna iraniana, mentre attraversa il cuore delle enclavi di immigrati a New York. A complemento del film ci sono le sorprendenti opere fotografiche di Neshat che ritraggono i soggetti umani come delicate bambole di porcellana. Smaltature crepate ed espressioni spettrali invitano gli spettatori a confrontarsi con domande inquietanti: Quanto le nostre identità sono plasmate da forze invisibili? L'autonomia può sopravvivere in un mondo in cui le vite sono confezionate e accantonate? “Il viaggio di Nasim è una metafora del risveglio che tutti noi dobbiamo affrontare”, afferma Neshat. "In un'epoca di teatrino politico e di identità gestite, Do U Dare! non chiede una ribellione rumorosa, ma il il coraggio di vedere – e infrangere – gli inganni che ci vincolano”.

- Roma, Lorcan O'Neill: «Giorgio Griffa. Paintings 1980s to 2024» (fino al 24 luglio)

La quarta personale di Giorgio Griffa in galleria pone l'attenzione sul legame tra le sue opere degli anni '80 e il suo lavoro di oggi. Un parallelo tra la gioiosa esuberanza di campiture di colore, forme e linee danzanti alla Matisse del ciclo Segno e campo che attraversa tutti gli anni '80 e le tele più recenti del ciclo Disordine con ampie aree di colore con una forte base bianca che ricordano l'affresco italiano e una varietà di linee, tratti, tacche, curve, che attingono al ricco alfabeto di segni sviluppato in 60 anni di ricerca.

- Venezia, Victoria Miro: «Do Ho Suh. Breathing Home. Recent Drawings» (fino al 28 giugno)

La mostra è dedicata ai disegni recenti di Do Ho Suh. Evidenziando il ruolo fondamentale e le varie forme che il disegno riveste nell'arte di Suh, la mostra presenta una serie di sue opere su carta, tra cui disegni realizzati a grafite, acquerello e pennarello a pigmenti, nonché i suoi singolari disegni “a filo”, tutti completati nell'ultimo anno. Nel corso della sua carriera, l'impegno di Do Ho Suh nel disegno è stato tanto variegato quanto costante. Dai semplici schizzi a matita e acquerello ai complessi disegni “a filo”, in cui il filo di cotone è incorporato nella carta fatta a mano - di nuova concezione su piccola scala - questa mostra mette in evidenza la sua metodologia collaborativa, le tecniche innovative e l'uso sperimentale dei materiali, mettendo in primo piano il ruolo espansivo del disegno nella sua arte.

- Milano, Francesca Minini: «Ambra Castagnetti. Supernature» (fino al 28 giugno)

Ambra Castagnetti torna in galleria con un progetto innovativo e sperimentale che mescola diversi media e nuove tecnologie, come la musica, il cinema e l'architettura. L'artista costruisce un ponte tra il reale e l'immaginario e conduce lo spettatore ad attraversarlo per intraprendere un viaggio in più dimensioni simultanee. Derivato dalla fusione poetica tra super (dal latino al di sopra, “sopra”) e natura (dal latino natura, “ciò che nasce, l'ordine delle cose”), il termine supernature indica una natura che si espande oltre i propri confini visibili. È una soglia concettuale dove l'organico si fonde con l'invisibile, il divino si rifrange nella tecnologia e la realtà si apre a dimensioni mitologiche e sensibili. Un territorio fluido, sospeso tra scienza, spiritualità e narrativa speculativa. L'installazione Fusion: Gemini Sun, Gemini Rising (2025), composta da due sculture su un piedistallo di tubi Innocenti, ci accoglie nella prima sala. Le due figure spiccano su un'impalcatura e sembrano danzare, o baciarsi, sospese nel vuoto. Più tardi le ritroveremo nel film, come fossili viventi, testimoni di una memoria che si muove tra il biologico e il digitale.

- Roma, Federica Schiavo: «Mathieu Meijers - Andrea Sala. Above Touch» (dal 28 maggio al 26 luglio)

Il percorso espositivo è un dialogo tra Andrea Sala (Como, 1976) e Mathieu Meijers (Stein, 1951) e evidenzia come il lavoro di questi due artisti, di generazioni e paesi diversi, sia sorprendentemente simile. Questa affinità è descritta in modo appropriato in una breve nota scritta da Meijers che spiega il titolo della mostra: il tatto inizialmente si riferisce a un modo di realizzare un'opera, a un mestiere specifico, a una tecnica e a un materiale. Allude a una sensibilità nell'uso delle mani. In questo senso, è un atto intimo. Il tatto può anche essere una scansione con gli occhi. Può essere un atto a distanza e, in questo modo, diventa un'esplorazione di tutti i sensi. "Above Touch" indica un richiamo poetico allo spettatore. Alla consapevolezza della condizione spirituale dell'atto creativo, poiché collochiamo il poetico in un regno superiore.

- Napoli, Tiziana Di Caro: «Tomaso Binga. Io sono Io. Io sono Me» (fino al 19 settembre)

La galleria presenta la quarta mostra personale dell'artista nei suoi spazi. Il progetto attraversa l'intero arco creativo dell'artista seguendo il filo conduttore della scrittura in quanto elemento segnico o narrativo che nell'ambito di una produzione oramai ultra cinquantennale, si snoda in diverse declinazioni insistendo su un principio che l'artista ha sempre declamato e difeso: la scrittura deve avere un intento subliminale, deve agire a prescindere dai significati che essa esprime, o dai suoni che ogni parola emette. In tal senso la scrittura è “scrittura silenziosa”. Il titolo della mostra è preso in prestito da un'opera del 1977, un dittico fotografico in cui la grafia, si inserisce nella fotografia e inquadra il corpo attraverso la cosiddetta “scrittura vivente”. Io sono Io. Io sono Me è l'opera in cui l'insistenza del pronome personale indica la riappropriazione dell'identità soggettiva, della propria autonomia, della propria indipendenza.

- Milano, Monica De Cardenas: «Georgina Gratrix. Notes from the Studio» (dal 28 maggio al 30 luglio)

C'è qualcosa di eccessivo nei dipinti di Georgina Gratrix (nata nel 1982 a Città del Messico). Non è solo il materiale che si accumula sulla tela fino a trasformarsi in scultura, né le forme contorte che sfidano le regole della pittura. È piuttosto un modo deliberato di mettere in discussione i codici della rappresentazione e sfidare le nostre aspettative. Cresciuta a Durban, sulla costa orientale del Sudafrica, Gratrix è profondamente legata a quei luoghi che sono spesso fonte di ispirazione, nonché scenario delle sue produzioni. È un paesaggio di giungle lussureggianti e vivaci, che si riflettono spesso nei soggetti che incontriamo nella mostra. In questa nuova serie di opere presentate da Monica De Cardenas, Gratrix continua a esplorare il paesaggio e la natura morta, ma i suoi soggetti - fiori, animali, oggetti quotidiani, volti - non sono rappresentazioni fedeli. Gran parte del lavoro è dedicato agli interni dello studio e agli oggetti, come una meditazione continua sulla pittura stessa e sugli strumenti del mestiere, come il motivo ricorrente di una brocca contenente pennelli.

- Brescia, Massimo Minini: «Ian Hamilton Finlay (1925-2006). Fragments» (fino al 25 luglio)

Trentadue anni dopo la sua prima mostra in galleria e in occasione del centenario della nascita, Galleria Massimo Minini celebra Ian Hamilton Finlay (1925-2006). "Fragments" è il titolo di un importante nuova pubblicazione e di otto mostre che si tengono a livello internazionale nel mese di maggio 2025 a Basilea, Brescia, Edimburgo, Amburgo, Londra, New York, Palma di Maiorca e Vienna, curate da Pia Maria Simig. Artista, poeta e paesaggista, Ian Hamilton Finlay ha rinvigorito la tradizione classica in un corpus di opere che comprende una varietà di mezzi creativi e celebra il potere duraturo delle parole. Finlay è noto soprattutto per il suo giardino a Little Sparta, situato nelle Pentland Hills, vicino a Edimburgo, dove ha vissuto e lavorato negli ultimi 40 anni della sua vita, e per la sua installazione di ghigliottine, A View to the Temple, a Documenta, Kassel, 1987. Ha influenzato in modo significativo il movimento della poesia concreta e le sue numerose opere poetiche e grafiche sono state pubblicate da Wild Hawthorn Press, da lui co-fondata nel 1961. Le sue opere d'arte visiva, realizzate in collaborazione con artisti e artigiani esperti, sono nelle collezioni di musei, parchi di scultura e giardini in tutto il mondo.

- Milano, Raffella Cortese: «Roni Horn» (fino al 19 settembre)

La mostra è interamente dedicata a disegni e opere su carta dell'artista. Allestita nei tre spazi espositivi, la mostra riunisce lavori provenienti da quattro serie recenti, realizzate tra il 2016 e il 2023, molte delle quali mai esposte prima in Italia: Frick and Fracks, Wits’ End Mash, An elusive Red Figure..., e Slarips. Il disegno è da quasi quarant’anni un elemento centrale nella pratica di Horn, che lo definisce un’attività “primaria”, finalizzata a esplorare i limiti del linguaggio e il potenziale scultoreo attraverso processi di costruzione, decostruzione e ricostruzione di immagini e testi.

- San Gimignano (Siena), Galleria Continua: «Arcangelo Sassolino. Present Tense» (fino al 7 settembre)

L’esposizione, che raccoglie un gruppo di opere inedite, si configura come un’indagine sulla materia in perenne trasformazione, un tentativo di catturare un presente che sfugge continuamente. L’olio industriale, protagonista delle opere esposte, si fa scultura liquida e metafora della costante instabilità del tempo e dello spazio: un fluido denso, opaco, che si muove, si espande e si contrae, in un dialogo perpetuo fra controllo e imprevedibilità.

- San Gimignano (Siena), Galleria Continua: «Shilpa Gupta» (fino al 7 settembre)

Considerata tra le artiste internazionali più significative della sua generazione, Gupta presenta una mostra che raccoglie una selezione varia
e coinvolgente di opere, ciascuna radicata nella continua riflessione critica su temi quali la mobilità, il controllo e gli atti di resilienza. Tra queste, un’installazione inedita realizzata appositamente per la platea dell’ex cinema-teatro.

- San Gimignano (Siena), Galleria Continua: «José Antonio Suárez Londoño. Drawing by Numbers» (fino al 7 settembre)

La terza mostra personale dell'artista a a San Gimignano con 100 disegni e 84 acqueforti, la mostra offre uno sguardo intimo sulla pratica in continua evoluzione dell’artista colombiano, radicata nella disciplina, nel rituale e in una silenziosa introspezione. Per Suárez Londoño, il disegno non è solo una forma di espressione, ma un atto quotidiano di devozione. Le sue opere sono solitamente di piccolo formato: fogli A4, quaderni e materiali trovati come biglietti da visita, scontrini, bustine di tè e petali di fiori. Questi frammenti si trasformano in costellazioni intricate di figure, danzatori, animali, forme surreali ed elementi naturali, spaziando da soggetti puramente astratti a quelli più figurativi e accademici. Ogni disegno ha una risonanza personale, ma insieme costituiscono un universo caleidoscopico dove ripetizione, stratificazione e delicati dettagli conducono lo spettatore in spazi onirici e contemplativi.

- Napoli, Studiotrisorio: «Rebecca Horn. Bodylandscape» (fino al 15 settembre)

La mostra presenta opere su carta, tra cui alcuni Bodylandscape, i disegni di grandi dimensioni caratteristici del lavoro di Horn, le cui dimensioni corrispondono esattamente all'estensione completa del suo corpo. I Bodylandscape sono creati come atti performativi in grado di stabilire una relazione tra il mondo interiore e quello esteriore dell'artista, attraverso la forza impulsiva e immediata del gesto, che evoca immagini di paesaggi cosmici e interiori sulla superficie. Queste opere, intese non solo come tracce di movimento fisico ma anche come espressioni di energia emotiva e passionale, caratterizzano l'intero percorso artistico di Horn. Sebbene espresse in una forma diversa, mantengono una continuità con le sue performance incentrate sul corpo degli anni '70. Come in tutte le creazioni di Horn, anche nelle sue opere su carta si percepisce la sua poetica ispirata alle energie dell'universo. Ogni pezzo sembra emanare una forza misteriosa che evoca scenari onirici, innescando una connessione tra lo spettatore e il mondo più intimo dell'artista.

- Milano, Dep Art Gallery: «Alberto Biasi. Politipi» (dal 27 maggio al 13 settembre)

La mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio Alberto Biasi, si concentra sulla serie di opere Politipi, realizzate da Biasi a partire dalla fine degli anni Sessanta, nelle quali, oltre a cogliere quegli elementi tipici in grado di determinare tensioni percettive, ottiche e dinamiche, risulta evidente come i materiali e le strutture siano governate da una certa pittoricità tanto da risultare opere oggettuali e, al tempo stesso, dipinte. I "Politipi" sono opere tridimensionali composte da più elementi accorpati o sovrapposti, che creano effetti di profondità e movimento attraverso la manipolazione dei materiali, delle luci e delle ombre, sempre considerando lo spazio: lo spazio della tela e della pittura. La serie "Politipi" rappresenta un momento cruciale nella ricerca artistica di Biasi, testimoniando la sua capacità di dare vita a elaborati intrisi di una spazialità ambientale che coinvolgono lo spettatore in un'esperienza sensoriale unica, interattiva e immersiva. 

- Venezia, Galleria Alberta Pane: «Romina De Novellis. Architetture Terrone» (fino al 10 settembre)

Attraverso la gestualità contro-rituale delle sue performance di lunga durata, Romina De Novellis evidenzia, scardina e smembra visioni e formae mentis binarie e patriarcali insite nel pensiero contemporaneo. In "Architetture Terrone" particolare attenzione è posta su strutture fragili ed effimere che nelle performance dell’artista si fanno strumento visivo e cognitivo per ripensare il Sud e l’oppressione di genere. Mediante un approccio eco-femminista, Romina De Novellis denuncia infatti le costrizioni della società, dirompe i paradigmi di genere e interroga il rapporto uomo-natura. In un percorso retrospettivo, l’esposizione intende mettere in luce, in modo particolare attraverso strutture installative di diversa natura, alcune delle performance più significative che l’artista ha realizzato negli ultimi quindici anni.

- Milano, Viasaterna e 10·Corso·Como:  «Guido Guidi. Da un’altra parte»  (fino al 27 luglio)

La mostra, a cura di Alessandro Rabottini, è concepita come un’ampia indagine sull’opera fotografica di Guidi attorno a uno specifico tema: l’ombra come risultato dell’incontro tra la luce e lo spazio, un elemento ricorrente nella pratica dell’artista, che sottolinea la sua costante esplorazione delle dimensioni materiali del vedere. Le immagini di Guido Guidi distillano una riflessione sulle forme più quotidiane, marginali e anti-monumentali che abitiamo, rendendo tattile e sospeso nel tempo ciò che spesso siamo propensi a trascurare. Nei decenni Guidi ha consolidato una "poetica dell'attenzione" che considera l'atto stesso del vedere come luogo di esplorazione tanto esistenziale quanto formale e teorica. Grazie alla costanza con cui ha scrutato gli aspetti più laterali della realtà, ha influenzato generazioni di fotografi, creando un linguaggio visivo tanto sottile quanto seminale. "Da un’altra parte" raccoglie fotografie realizzate tra i primi anni Settanta e il 2023, in un allestimento che evoca la persistenza e la ricorrenza di certi temi nel corso dei decenni. Pur concependo, pubblicando e mostrando il proprio lavoro principalmente attraverso il formato della serie fotografica, in questa occasione la selezione si concentra su singole immagini, estrapolate dalle rispettive serie e poste in dialogo tra loro al di là di strutture cronologiche o tematiche, secondo un principio di tensione poetica e formale.

Silvia Conta, 25 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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